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Federico Borella: “Hanno sfigurato i loro visi ma le donne di Sheroes sorridono ancora”

Il fotogiornalista, autore di un reportage realizzato in India, racconta la nuova vita delle vittime di attacchi con l’acido. Emblematica la storia di due donne che vivono col proprio aguzzino

Federico Borella Hanno sfigurato i loro visi ma le donne di Sheroes sorridono ancora

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L’acido gettato sul viso non uccide: corrode la pelle, i muscoli e gli occhi. A volte ti rende cieca e mutilata del naso o delle orecchie ma ti lascia viva. Annienta la tua immagine, la tua identità e ti abbandona su questa terra in una condizione spesso di assoluta dipendenza dagli altri, e se hai la fortuna di trovare qualcuno che si occupi di te, puoi farcela. Altrimenti sei perduta. Per questo è nato Sheroes, un progetto che dà sostegno e soprattutto un lavoro alle donne che in India hanno subito questa tortura.

Dall’India all’Italia

In Italia è da pochi anni che siamo costretti a confrontarci con casi come quelli di Luicia Annibali e Gessica Notaro, donne sfregiate con l’acido per un’assurda vendetta dei loro ex fidanzati. In India invece si tratta di un annoso fenomeno che ha fatto innumerevoli vittime. Ne abbiamo parlato con Federico Borella, classe 1983, fotogiornalista per il quotidiano nazionale QN-Resto del Carlino e freelance per diverse riviste italiane e internazionali tra cui Time magazine, CNN photo, National Geographic.

Nuovo lavoro, nuova vita

Borella è autore di un reportage fotografico realizzato ad Agra, in India nel Sheroes Hangout Café. In questa video-intervista racconta la vita quotidiana delle donne dopo le violenze subite e come la società indiana reagisce a questi terribili soprusi. Particolarmente toccante la storia di una famiglia raccontata nel progetto Living with the attacker.

29/01/2018