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Storia di Giada: la piccola étoile che danza grazie a una colletta

Il padre aveva perso il lavoro e non poteva più pagare la retta della scuola. Ora 20 benefattori hanno realizzato il sogno della piccola ballerina

Storia di Giada la piccola étoile che danza grazie a una colletta
di Redazione

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Quella di Giada è una storia a lieto fine, una di quelle belle notizie che rinfranca dall’amarezza delle novità quotidiane perché è piena di buoni sentimenti e di meriti ben ripagati. È la storia di una bimba volenterosa che riesce a mettere a frutto il suo talento nonostante le avversità, grazie all’aiuto di persone generose. La sua vicenda è stata raccontata dal padre al Corriere della Sera ma una giornalista di Vicenza Today l’aveva già diffusa.

Gli esordi e il talento

Giada oggi ha tredici anni ed è una piccola étoile ma mise le scarpette da danza per la prima volta 4 anni rivelandosi subito un talento alla Free Armony, associazione sportiva dilettantistica di Bolzano Vicentino. L’azienda del padre però, dopo un furto e complice la crisi, fu costretta a chiudere e all’improvviso i soldi per la retta della scuola di danza non c’erano più.

La generosità e l’impegno

Giada fu ritirata dalla scuola ma l’insegnante, Lisa Stragapede, la richiamò e pagò di tasca sua la retta. Sopportò lo sforzo economico fino a due anni fa, quando pensò di non poter proseguire. Allora Lisa decise di raccontare il suo travaglio a un’amica giornalista e il giorno dopo Vicenza Today pubblicò un appello per aiutare Giada. Oggi, dopo più di due anni, la piccola danzatrice può fare affidamento su una schiera di benefattori, una ventina di zii - come li chiama lei - fra Torino, Vicenza, Barletta, Milano, Roma, Austria, Cina e New York che le pagano i corsi di danza e gli stage in giro per l’Europa: all’Opera di Parigi, al Royal Ballet di Londra, Monaco di Baviera, a Montecarlo, Vienna e Berlino. Ma Giada ci mette del suo vincendo premi e borse di studio in Italia e all’estero. Ha anche passato le audizioni nelle accademie di tredici città italiane ed europee che la vorrebbero nelle loro scuole.

C’è anche la scuola

Con la maestra Lisa, una seconda mamma, Giada si allena per 96 ore al mese, alcuni giorni fino a cinque ore filate. Una vera fatica cui si aggiungono i compiti di scuola: «Delle volte, quando torna stanchissima e si mette a fare i compiti per ore, sono io che le dico: non fa nulla se ogni tanto prendi un voto basso, va’ a dormire adesso. Ma non l’ho mai vista spegnere la luce senza aver prima finito. Fin da piccola è sempre stata una bambina capace di puntare a un obiettivo e far di tutto pur di raggiungerlo», racconta suo padre. Quello stesso padre che un tempo le riparavi i puntali delle scarpette perché non c’erano soldi per comprarle nuove, e oggi invece la guarda con le scarpette nuove che può permettersi grazie alla generosità di tanti amici che hanno voluto premiare la bravura e l’impegno della sua piccola.

22/11/2017