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“Non ne possiamo più. Basta”: il grido di Nannini, Amoroso Emma, Elisa, Pausini, Mannoia e Giorgia

Le sette “pasionarie” sono salite sul palco di Sanremo per promuovere “Una nessuna centomila”: il grande live del 19 settembre per raccogliere fondi per i centri anti violenza

di Redazione

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L’unico Sanremo apertamente accusato di sessismo, dopo le controverse dichiarazioni di Amadeus durante la prima conferenza stampa, e di istigare al femminicidio per la presenta del trapper Jr. Cally, si è trasformato nel Festival più schierato contro la violenza sulle donne. Mai come in questa edizione il tema è stato centrale: dal monologo di Rula Jebreal all’ esibizione di Gessica Notaro, fino alla presenza sul palco dell’Ariston delle sette pasionarie di “Una nessuna centomila”: Alessandra Amoroso, Giorgia, Fiorella Mannoia, Laura Pausini, Gianna Nannini, Elisa ed Emma, ciascuna con un simbolo rosso, al festival per lanciare il grande live del 19 settembre all’Arena Campovolo a Reggio Emilia per raccogliere fondi per i centri anti violenza.

Un concerto tutte insieme

È stata Laura Pausini a spiegare così il titolo: 'Una perché quando una donna lotta in fondo lo fa per tutte le altre donne. Nessuna perché mai più una donna debba subire delle violenze. Centomila come le voci del pubblico che noi speriamo sia con noi nel nostro grande concerto di settembre'. E poi ognuna ha detto la sua, Elisa: 'Ci siamo unite per combattere insieme'. Gianna Nannini: 'Ci siamo schierate ancora una volta perché non ne possiamo più. Basta con le donne vittime'. Fiorella Mannoia: “Lo scopo è benefico e tutti i proventi che saranno raccolti saranno devoluti ai centri antiviolenza che sono in affanno. Nella più totale trasparenza'. Alessandra Amoroso: “Un microfono rosso perché il simbolo contro la violenza sulle donne sono le scarpe rosse. Noi col microfono vogliamo dare voce a chi non ha avuto il coraggio'. Emma: 'Porteremo la nostra band e ognuna di noi inviterà un collega uomo perché è giusto combattere tutti insieme'. Giorgia: 'Questa è la nostra risposta. Per noi è un impegno che accogliamo con tutto il cuore. La musica porta emozioni. Provare a dare una mano, essere uno strumento di aiuto, perché la musica ci unisce'.

Il monologo di Rula Jebreal

Piero Pelù con il lutto al braccio

E il primo collega a cogliere l’invito per una “lotta tutti insieme”, è stato Piero Pelù che, dopo la sua esibizione nella cover di Cuore Matto, ha spiegato così il motivo del lutto al braccio: 'Mi vergogno di essere uomo ogni volta che c'è un femminicidio'.

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UNA. NESSUNA. CENTOMILA. il concerto Sabato 19 settembre alla RCFArena Reggio Emilia (Campovolo) saremo tutte insieme sul palco: @real_brown @fiorellamannoia @amorosoof @giorgiaofficial @elisatoffoli @officialnannini @laurapausini per il più grande evento musicale di sempre contro la violenza sulle donne Prevendite su @ticketone.it dalle 16 di domani, 7 febbraio •UNA: perché ogni volta che una donna lotta per se stessa, lotta per tutte le donne •NESSUNA: perché nessuna donna deve più essere una vittima •CENTOMILA: il numero delle voci che si uniranno a noi per il più grande evento musicale di sempre contro la violenza sulle donne #UnaNessunaCentomila raccoglierà fondi destinati ai centri antiviolenza e gli utilizzi di tutte le risorse economiche raccolte verranno rendicontati e comunicati nella totale trasparenza Info: www.friendsandpartners.it

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Anche una mostra sulla lotta alla violenza sulle donne

Alla lotta contro la violenza sulle donne è dedicata anche una mostra, allestita nella città dei fiori, nel Museo della Moda e del Profumo Daphné, 'Dialogo tra Moda e Arte' a cura di Miliza Rodic, Maria Rebecca Ballestra e in collaborazione con Claudia Andreotta. Undici autori del panorama artistico contemporaneo espongono le proprie opere dedicate anche violenza di genere e alla sostenibilità ambientale. L'iniziativa è realizzata con la collaborazione di Aidda (Associazione Donne Imprenditrici e dirigenti d'Azienda), Associazione Giardino Segreto, Festival for the Earth e Istituto Tethys che ha l'obiettivo di sostenere chi, ogni giorno, lavora per sradicare gli stereotipi di genere e chi valorizza il patrimonio ambientale del nostro pianeta, attraverso il proprio lavoro, perché si può fare impresa mantenendo un'etica, senza ricorrere a false scorciatoie o utilizzo di spot mediatici. Tutte le opere pittoriche, spiegano le curatrici, 'sono state realizzate utilizzando la seta vegetale o il cotone organico, perché la mostra vuole anche porsi come un tentativo di delineare una riflessione su un'altra problematica più che mai attuale, ovvero la sostenibilità: il cambiamento climatico è una delle grandi sfide del XXI secolo e gli artisti ricercano ed enfatizzano il legame con la natura e la possibilità di un'arte sostenibile, tornando a lavorare su supporti come appunto la seta, già impiegati in Oriente (Cina e Giappone) in epoche arcaiche'.

 

07/02/2020