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“Quote rosa anche nel cinema”: Juliette Binoche guida la lotta delle attrici contro il sessimo

Le attrici vengono pagate quasi la metà dei colleghi maschi e solo un quarto dei film viene realizzato da registe donne

Juliette Binoche

di Redazione

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In Francia Juliette Binoche guida la battaglia in favore delle quote rosa per combattere il sessismo al cinema. In un appello pubblicato sul quotidiano francese Le Monde, oltre cento professionisti del settore spingono per l'instaurazione di quote nel finanziamento del cinema per giungere finalmente a una reale parità. Oltre all’attrice, anche personalità come Agnès Jaoui, Charles Berling, Isabelle Carré o Jacques Weber osservano che 'le donne restano discriminate al cinema', le attrici vengono pagate quasi la metà dei colleghi maschi e solo un quarto dei film viene realizzato da registe donne.

I dubbi dell’ex di Hollande

Un appello, quello degli oltre cento addetti ai lavori, lanciato alla vigilia della cerimonia dei Césars, gli Oscar francesi, e sulla scia del caso Wienstein. Attrice e produttrice nonché compagna dell'ex presidente Francois Hollande, Julie Gayet, intervistata da Le Monde, si compiace di questo dibattito, interrogandosi tuttavia sull'efficacia delle quote.

Meno premi per le donne

«Come in molti altri campi, anche nel cinema le donne restano discriminate - si legge nel testo dell’appello -: meno di un lungometraggio su quattro realizzato con il sostegno del Centro nazionale del cinema è affidato a una donna. Nessuna mostra alla Cinémathèque di Parigi è stata mai dedicata a una cineasta. In 71 anni di Festival di Cannes una mezza Palma d’oro è stata attribuita a Jane Campion nel 1993, l’altra metà è andata a Chen Kaige. E c’è stato poi solo un César (i premi del cinema francese) per Tonie Marshall, migliore regista nel 2000. Senza parlare delle disparità dei compensi, con una differenza del 42 per cento a sfavore delle donne, e della diseguaglianza delle opportunità, con solamente il 28% degli anticipi versati alle donne dal Centro nazionale del cinema».

Cosa dicono le istituzioni

Come precisa Il Corriere della Sera, la proposta di Juliette Binoche ha subito ricevuto la risposta positiva della ministra della Cultura, François Nyssen, ha detto alla radio Europe 1: «Sono favorevole. Il Centro nazionale del cinema attribuisce aiuti in funzione di alcuni criteri e tra questi possono senz’altro rientrare le quote». La ministra ha ricordato di avere lanciato una politica simile all’interno del suo ministero, contrastando le disparità nei compensi e nelle nomine. Chissà che il momento storico sia quello giusto per un cambiamento reale. Già nel 2013 una Carta per l’uguaglianza nel cinema era stata firmata dalle ministre Aurélie Filippetti e Najat Vallaud-Belkacem e dal tuttora presidente del Centro nazionale del cinema, Frédérique Bredin, ma non si era tradotta in passi concreti.

02/03/2018