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A 14 anni gioca a calcio col velo islamico: “È una mia scelta”

La squadra scolastica di calcio femminile ospita una giovane di origine marocchina che gioca indossando l’hijab coi colori del Novara

A 14 anni gioca a calcio col velo islamico  una mia scelta
di Redazione

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Si dice spesso che lo sport sia l’ideale per superare le discriminazione e realizzare una vera integrazione. Se viene praticato pensando solo alla passione e se gli sportivi vengono scelti valutandoli solo in basa alla bravura, a prescindere da sesso, religione ed etnia, allora può succedere che una squadra di calcio femminile ospiti una giovane che gioca col velo islamico indosso. Soumia Hilali è nata in Italia da genitori marocchini e, come scrive La Stampa, da qualche mese gioca nel Novara calcio, una delle prime società che ha raccolto l’invito della Figc ad allestire un settore giovanile femminile.

La squadra

Il progetto è stato lanciato la scorsa stagione ed è già un successo: 60 le giocatrici tra 11 e 15 anni si cimentano in quello che viene considerato uno sport da maschi. Soumia che ha 14, sogna Cristiano Ronaldo e corre a centrocampo con le più grandi della formazione Under 15. È l’unica che indossa l’hijab ma quel velo non è mai stato un problema, o meglio l’unico problema è stato deciderne il colore. Il Novara veste l’azzurro e quindi il velo per le partite da giocare in casa è ovviamente azzurro. Quando invece la squadra gioca fuori casa con la maglia bianca, Soumia porta sul capo un velo bianco.

Scelta libera

“Quando sento parlare di integrazione in tv, penso alla scuola e allo sport”, dice Soumia che frequenta la terza media ad Armeno. La giovane racconta ancora alla Stampa che, prima di iniziare le elementari, la madre le chiese se voleva indossare il velo oppure no. “Ero libera di scegliere e risposi di sì. Mi piace, mi rappresenta e lo prevede la mia religione”.

Il buon esempio

Quando è arrivata in squadra, si è subito inserita fra le altre: “Tutte mi hanno accolta benissimo, come se avessi fatto parte del gruppo già nei mesi scorsi”. La conferma arriva dall’allenatore, Maurizio Cerutti: “Si può fare integrazione in centomila modi. Uno di questi è concedere a tutti la possibilità di giocare, senza escludere o storcere il naso. Sono proprio le nuove generazioni che possono dare a tutti il buon esempio”.

04/04/2018