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Le lacrime della Boschi, ascesa e caduta della fidanzata d'Italia

Quasi il 60% degli italiani ha bocciato la sua riforma e, dopo lo choc, lei non ha resistito e nella sede del Pd, al Nazareno, è scoppiata in lacrime

La ministra per le Riforme all'Otello di Rossini: nel palco reale del San Carlo di Napoli, Maria Elena Boschi è stata accompagnata dal sottosegretario alla Giustizia Gennaro Migliore, il governatore Vincenzo De Luca, il sindaco Luigi de Magistris.
di Monica Setta

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Ci sono dettagli che parlano da soli, piccoli gesti che vengono amplificati sulla scena mediatica e rimandati a loop come per segnalare, attraverso la reiterazione ossessiva, il cambiamento nei comportamenti. Quando ieri sera Matteo Renzi è apparso in tv poco dopo la mezzanotte per sancire la fine della sua prima avventura di governo dopo la clamorosa bocciatura del referendum, non aveva accanto come spesso è accaduto in passato la ministra Maria Elena Boschi, fiore all'occhiello della sua compagine governativa, ministro delle Riforme che avrebbero dovuto rottamare il paese. Renzi aveva a due passi la moglie Agnese a cui ha riservato un abbraccio commosso ed un tenero, approfondito ringraziamento. 'Grazie ad Agnese che ha rappresentato splendidamente l'Italia nel mondo' sospira Matteo.

Il ringraziamento è per la moglie

E lei la signora Renzi, maglione a collo alto di lana bianca, pantaloni e scarpe basse senza trucco, esulta. È raggiante perché dopo mille giorni di battute, ammiccamenti, dietrologie (Matteo stravede per Maria Elena) la realtà le offre il modo di farsi giustizia smentendo ogni love affair fra il marito e la ministra -noi non ci abbiamo mai davvero creduto- mentre Agnese riconquista il posto nella vita del premier mai messo effettivamente in discussione.

La delusione

Ma c'è di più in quell'unico ringraziamento alla moglie -quasi una rosa nel deserto, un diamante in un cesto di spine-c'è la delusione verso chi gli aveva amabilmente promesso fra un boccolo meschato ed un tacco 12, che loro due insieme potevano far tutto, cambiare la Costituzione più bella del mondo, rifare l'Italia a loro piacimento. Maria Elena ne era sicura, Matteo si era fidato. Forse troppo velocemente, trascinato dal ritmo incandescente di un ministro che girava il mondo, parlava con i capi di stato, rivedeva le leggi dei padri costituenti sempre con la manicure fresca di smalto rosso rubino, i vestiti griffati, gli occhi truccati con quel filo di celeste cielo che faceva pendant con il colore degli occhi.

Okay amore mio torniamocene a casa

Sì, probabilmente la femminilità terragna di sua moglie, quella furbizia da contadino 'scarpe grosse e cervello fino' non potevano competere con gli happy hour, le fashion blogger, il sushi e i minidress di sapiente aderenza in pelle ecologica, ossia il rutilante mondo dei 'ggiovani' renziani di cui Maria Elena era indiscussa sovrana. E invece la stella è caduta all'improvviso, Matteo ha fatto in tempo a stringersi accanto ad Agnese, la sicurezza, la cautela -mai un passo più lungo della gamba che poi non si sa se ci torni a casa in piedi. Quel braccio cinto intorno alla vita di lei stava a dire, okay amore mio torniamocene a casa. Ci riproveremo un giorno -siamo ragazzi- e quando vinceremo non avremo più falsi profeti pronti ad illuderci saremo soltanto io, te e la vittoria. Sullo sfondo, nella notte dei miracoli che riavvicina Matteo ad Agnese, la donna della sua vita, Maria Elena piange.

Troppo bella per essere comunista

«Maria Elena Boschi è troppo bella per essere comunista», si lasciò andare Silvio Berlusconi. «Solo lei pensa che i comunisti esistano ancora», gli rispose, risoluta. Sembra una vita fa, quando la potentissima ministra delle Riforme raccontava l’aneddoto alle Invasioni barbariche, ma era solo marzo 2014. Ieri lo choc: quasi il 60 per cento degli italiani ha bocciato la sua riforma. Lei non ha resistito e nella sede del Pd, al Nazareno, è scoppiata in lacrime. Comprensibile, visto che la sua stella era appesa al Sì. Ma come la sua ascesa è stata velocissima, la sua parabola discendente è volata via come un soffio.


Il curriculum della Boschi

Avvocato classe 1981, cresciuta a Laterina (Arezzo), iniziò la sua carriera politica appoggiando il dalemiano Michele Ventura alle primarie 2009 proprio contro il rampante Matteo Renzi. Sappiamo come finì. La Boschi passò con il rottamatore e iniziò una carriera all’apparenza inarrestabile: cda della partecipata di Firenze Publiacqua, elezione a Montecitorio e ministro delle Riforme. Da quel momento ne sono successe di tutti i colori. Il patto del Nazareno sfumato, nonostante l’ingresso del Cavaliere nella sede del Pd a parlare di riforme sotto la foto di Fidel Castro e Che Guevara che giocavano a golf, la guerra fratricida nel Pd, lo scandalo Banca Etruria.

La ministra single

Ieri, la batosta peggiore: una valanga di No alla riforma, pure nella sua Laterina. E dire che la Boschi, la futura madrina costituente, volto del renzismo vincente, era la ministra più venerata dal popolo renziano. Interviste, foto di look, scarpe e scollature, scatti in costume in Versilia, commenti sessisti. Prima «giaguara» (per le famose scarpe tacco dodici indossate nella Leopolda 2013), poi imitata anche dalla comica Virginia Raffaele. La Boschi rilascia interviste a Vanity Fair (maggio 2014) – «Sono single, ma sogno un compagno e tre figli. La vita di coppia mi manca. Torno tardi dal lavoro, sono lì da sola a bermi una tazza di latte» –e soprattutto combatte per far approvare la sua riforma della Costituzione.

I pettegolezzi

A Roma malignano che il feeling con Matteo nasconde qualcosa di più serio. Agnese non reagisce, si tiene anzi in disparte. 'Un conto è la famiglia, un altro la vita politica', dice. Lei con i 3 bambini in Toscana, Maria Elena a farne le veci in alcuni pranzi di gala-sfolgorante trentenne prodigio destinata a fare domani addirittura il primo premier donna del paese. Solo un anno fa si diceva che la Boschi fosse una «tosta, preparata, la consigliera per eccellenza di Renzi». Potrebbe essere la futura vicepremier, titolavano i giornali, e c’era già chi azzardava-appunto- per la ministra un futuro a Palazzo Chigi. Intanto lei – si racconta – studiava poderosi tomi, riuniva esperti e professoroni per riformare la Costituzione, teneva i contatti con Giorgio Napolitano, si alleava con Anna Finocchiaro.

La bufera Banca Etruria

Infine per Meb (così si chiama su Twitter) arriva il vero successo: porta a casa l’Italicum e l’approvazione della ‘sua’ riforma al Senato il 13 ottobre 2015. Maria Elena è al top della popolarità proprio nel momento in cui si parte con la campagna referendaria. Ma a novembre scoppia la bufera Banca Etruria, della quale suo padre, Pierluigi Boschi, è vicepresidente. In piazza scendono i risparmiatori arrabbiati, in Aula le opposizioni chiedono le dimissioni. Si vocifera di litigi con Renzi e col fedelissimo sottosegretario Luca Lotti. La riprendono in Aula lontana dal premier, mentre prima era sempre al suo fianco. Gli attacchi si sprecano e la ministra alla Leopolda di dicembre sparisce per due giorni.

La lite coi partigiani

Il Paese si spacca tra il Sì e il No alla sua riforma, mentre lei inciampa prendendosela con i partigiani dell’Anpi schierati per il No: «I veri partigiani votano Sì». La missione in Sudamerica per convincere gli italiani all’estero viene letta come una prova del suo ‘oscuramento’. Di certo c’è che, in questa campagna referendaria, al fianco di Renzi non c’è più la Boschi, ma la moglie Agnese che, infatti, il premier ieri ha ringraziato nel discorso della sconfitta. E mentre il guru americano Jim Messina suggeriva al premier di valorizzare proprio Agnese, la Boschi in Svizzera perdeva le staffe.

Infine le lacrime

Era la prima volta ma il sintomo era chiaro. La Barbie dei renziani bella brava furba e intelligente-aveva esaurito le batterie. Mordeva il freno, i capelli scomposti, lo smalto appena liso sulle punte. Qualcosa stava finendo, Maria Elena voleva piangere da settimana. Lo ha fatto solo ieri al Nazareno quando ha capito che in un soffio era finito tutto. I sogni, il potere, la bellezza, l'amore. Gli occhi bellissimi le si sono rigati di lacrime confuse al rimmel, si guardava intorno cercando ancora una volta il conforto del suo eroe.  Ma Matteo non c'era già più trascinato dolcemente dalla signora Agnese verso il mondo della realtà, non quello dei sogni. Agnese dolce Agnese, forte, presente, amante e compagna devota. Ieri a Matteo è apparsa bellissima e non aveva neppure un filo di rossetto.

 

05/12/2016