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Bimbi orfani abusati e rapiti. Melissa Satta rinuncia alla campagna con l'Aibi

Saputo degli esiti delle indagini sui piccoli sottratti alle famiglie in Congo, la showgirl ha deciso di rinunciare alla campagna in favore delle adozioni internazionali. L’Aibi si difende e denuncia 'L’Espresso'

"Un giorno mi sento rock, un'altro piu' romantica. Sorprendere non deve diventare un'abitudine" ha detto in una intervista la Satta a proposito della sua vita privata. Che la vede spesso lontana dal marito, il calciatore Kevin Prince Boateng. "Mi rifiuto di sentirmi chiamare signora, sono ancora troppo giovane. E' dura stare lontani. Richiede tanti sacrifici, non avere il proprio marito sempre a casa non e' facile, soprattutto quando hai un bambino e magari avresti bisogno di un supporto, anche se da lontano so che Kevin c'e' sempre per noi. Pero', a volte, tornare a casa e trovare il proprio marito con cui scambiare 4 parole dopo una giornata difficile, e' bello". Sere in solitaria, dunque, a svolgere il mestiere di mamma, magari ritrovando ogni tanto le amiche, quando e' possibile. In questo una mamma Vip non e' diversa da quelle non famose. Mentre i viaggi tra Milano e gli Usa si moltiplicano, la Satta sogna il ritorno a Striscia La Notizia.
di Redazione

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Orfani sfruttati per la produzione di filmini pedopornografici e bambini strappati alla loro famiglie per essere dati in adozione in Italia. Sono queste le pesanti accuse rivolte all’Aibi-Amici dei bambini e al suo fondatore Marco Griffini. Dal Primo filone di indagine nato in Congo, l’inchiesta si è allargata fino alla Bulgaria ma già al primo diffondersi dello scandalo delle adozioni internazionali, la showgirl Melissa Satta, testimonial dell’Aibi, si è decisa a rinunciare alla nuova campagna pubblicitaria. 

Le accuse

Sono iniziati nei giorni scorsi gli interrogatori della Guardia di finanza e, come racconta Fabrizio Gatti che ha seguito l’inchiesta dal suo blog sull’Espresso, sono stati sentiti testimoni dalla Lombardia alla Sicilia. Voci necessarie per fare luce sui rapporti con le istituzioni di Marco Griffini e dell'associazione di San Giuliano Milanese autorizzata dal governo per le adozioni internazionali. In particolare sono oggetto di indagine i ritardi nella denuncia di una rete di pedofili che hanno violentato e sfruttato per la produzione di filmati pedopornografici i bambini di un orfanotrofio in Bulgaria che sono poi stati adottati in Italia attraverso Aibi.

Orfani abusati

Una volta giunti in Italia quei bambini hanno raccontato cosa gli è successo in patria ma queste denunce sarebbero state ignorate da Griffini, che per l’omissione e per i ritardi nella protezione dei piccoli orfani è stato anche censurato da un Tribunale dei minorenni. I fatti risalgono al 2012 e 2013 e la Guardia di finanza sta esaminando i contatti del presidente di Aibi con alcuni componenti della Commissione per le adozioni internazionali, l'organo di controllo del governo. Finora sono stati interrogati medici, psicologi e funzionari del ministero della Giustizia che si sono occupati del caso.

L’inchiesta del Congo

L’Aibi è coinvolto pure nello scandalo sulle adozioni in Congo, inchiesta che è costata all’associazione la collaborazione con la showgirl Melissa Satta per una campagna pubblicitaria. Come hanno fatto sapere gli avvocati di Marco Griffini, Stefano Papa e Marco Squicquero, la disdetta di Melissa Satta risale alla scorsa estate: “La signora Stefania Castaldi, dell'agenzia intermediaria nella relazione tra Aibi e la testimonial Melissa Satta ha comunicato per iscritto all'associazione, la volontà di non procedere con la campagna sms prevista per il periodo dal 17 settembre al 3 ottobre 2016 e, più in generale, la volontà di sospendere la collaborazione in attesa dell'evolversi della situazione spiegando come, prima di procedere con qualsiasi attività promozionale, fosse ‘importante che venga fatta chiarezza sulla situazione’'.

Ladri di bambini

Oltre all’inchiesta bulgara, lo staff di Griffini è sotto indagine amministrativa e giudiziaria per non aver denunciato l'attività di un'organizzazione che in Congo procurava illegalmente bambini per le  adozioni in Italia. Le irregolarità gravi, rivelate dall'inchiesta 'Ladri di bambini' pubblicata su 'l'Espresso' nel luglio 2016, sono state confermate dal film-documentario 'The Traffickers' mandato in onda domenica 13 novembre dalla tv americana Fesion.net.

L’autodifesa di Griffini

Marco Griffini, 69 anni, presidente e fondatore di Aibi, nega ogni addebito e attraverso due suoi avvocati ha citato in Tribunale L'Espresso pretendendo un risarcimento complessivo di venti milioni di euro. Griffini sostiene di essere stato accusato ingiustamente di corruzione di un giudice congolese, favoreggiamento di trafficanti di bambini, false dichiarazioni rivolte a pubblici ufficiali, sequestro di minori, concorso in arresti illeciti e torture. In particolare Aibi sostiene di avere segnalato immediatamente alla Commissione adozioni internazionali e alla Presidenza del Consiglio dei Ministri quanto a sua volta rappresentato dal Presidente del Tribunale per i Minorenni di Goma (Repubblica Democratica del Congo) in relazionea “irregolarità constatate in materia di adozione internazionale dei minori pupilli dello Stato”.
Dopo lo scandalo sulle adozioni in Congo, anche Unicef ha cancellato un finanziamento ad Aibi di oltre 245 mila euro.

16/11/2016