logo tiscali tv

La contaminazione del suolo e le aree inquinate in Sardegna

di Alessandra Concas

Leggi più veloce

Il suolo svolge un’importante funzione protettiva dell’ambiente esercitando un’azione di barriera o di filtro in grado di mitigare gli effetti degli inquinanti. Nonostante questo, una quantità eccessiva di sostanze inquinanti determina un’alterazione delle caratteristiche del suolo stesso e ne compromette sia le funzioni protettive sia quelle produttive ed ecologiche.
Le alterazioni non interessano esclusivamente il suolo, perché i contaminanti, attraverso complessi processi di trasporto legati alle caratteristiche dello stesso, a quelle chimico fisiche del contaminante, e alle condizioni idrogeologiche e climatiche, vengono veicolati in altri ambiti, come le acque superficiali e sotterranee, l’aria e, attraverso la catena alimentare, la flora e la fauna.

L’inquinamento del suolo può essere localizzato in aree circoscritte, in corrispondenza di fonti note e localizzate, i siti contaminati, oppure interessare aree molto vaste ed essere legato all’immissione nell’ambiente di grandi quantitativi di sostanze inquinanti da parte di numerose fonti disperse nel territorio, creando la contaminazione diffusa.
Le attività coinvolte in fenomeni di contaminazione sono soprattutto quelle che derivano dalle industrie legate alla raffinazione di prodotti petroliferi, l’industria chimica, l’industria metallurgica, i manufatti in amianto e alcune attività di gestione dei rifiuti. La contaminazione diffusa può essere legata alle deposizioni atmosferiche e all’agricoltura intensiva, oppure ad attività antropiche diffuse sul territorio e/o prolungate nel tempo che rendono difficile l’individuazione di una sorgente univoca.

Le emissioni industriali e veicolari in atmosfera causano il rilascio nel suolo di contaminanti acidificanti, metalli pesanti e composti organici. Le pratiche agricole intensive che prevedono l’abbondante utilizzo di fitofarmaci, fertilizzanti chimici e deiezioni zootecniche possono determinare un eccesso di elementi nutritivi, un accumulo di metalli pesanti e la diffusione di sostanze nocive alle forme di vita.
L’apporto di elementi nutritivi in quantità eccessiva, essendo i nitrati molto solubili nelle acque e difficilmente trattenuti dal suolo, può determinare inoltre gravi fenomeni di inquinamento delle falde idriche sotterranee e di eutrofizzazione degli ecosistemi acquatici.

Attualmente sono presenti sul territorio nazionale oltre cinquanta aree classificate come Siti contaminati di Interesse Nazionale. In Sardegna ce ne sono due, e sono l’area industriale di Porto Torres e  quella del Sulcis – Iglesiente –Guspinese, definiti attraverso appositi decreti, sulla base delle caratteristiche del sito, della quantità e pericolosità delle sostanze inquinanti, della rilevanza del rischio ecologico e del pregiudizio per i beni culturali e ambientali.

Il trasferimento dei contaminanti nella catena alimentare, attraverso l’assimilazione da parte di flora e fauna, ha effetti negativi per gli ecosistemi. Si rilevano anche delle conseguenze economiche, legate soprattutto ai costi necessari ad attuare la bonifica dei siti contaminati e al ripristino ambientale, ma anche alla perdita di valore dei territori contaminati e al possibile rifiuto, da parte dei consumatori, di prodotti ottenuti dalla coltivazione di suoli pubblicamente dichiarati inquinati.


11/07/2013