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Caso Sarti, parla la mamma di Tiziana Cantone

"Mi dispiace tantissimo che le sia capitato questo, ma magari, essendo una parlamentare, quanto accaduto può diventare un input per legiferare e intervenire finalmente su questo fenomeno". A parlare è Maria Teresa Giglio, madre di Tiziana Cantone, la ragazza di Mugnano (Napoli) che nel settembre del 2016 si è tolta la vita dopo la diffusione in rete di suoi video e immagini hot, commentando con l'Adnkronos il caso della presunta diffusione di immagini intime di Giulia Sarti, deputata del Movimento 5 Stelle.

"E' diventata una vera piaga sociale - spiega - ormai non passa giorno che questi odiatori da tastiera non si rendano protagonisti di offese, di calunnie in particolare contro le donne. Purtroppo alle nostre latitudini viviamo ancora una cultura giudicante, piena di sessismo e di maschilismo e la vergogna che le donne sono costrette a provare è indotta da una cultura retrograda". Secondo Maria Teresa Giglio la questione da affrontare è tutta incentrata sul web e sull'impunità della quale ancora riesce a godere chi offende, calunnia e commette furti d'identità sulla rete: "Il fatto che la rete debba restare libera non deve avere come conseguenza che tutto sia permesso, che sia un luogo franco dalle regole. La rete è diventata la nuova forma di comunicazione, quindi tutto ciò che si fa online e 'offline', cioè nella realtà, deve essere la stessa cosa".

Al riguardo Maria Teresa Giglio ricorda quanto avvenuto alla figlia Tiziana, "vittima di calunnie e furti d'identità. Le furono rubate foto, furono fatti fotomontaggi e video fatti passare per suoi ma che in realtà non erano stati girati da lei e che ritraevano persone che la somigliavano, come mi sembra sia il caso della parlamentare. Chi offende, diffama e compie furto d'identità nella realtà così come sulla rete deve essere punito". Secondo Maria Teresa Giglio "bisogna intervenire e lo Stato ha le armi per farlo. Ci sono aziende private specializzate nella rimozione di contenuti dal web, software all'avanguardia, tecnologie. Ma in questi anni ho capito che nessuno è davvero interessato a intervenire contro i colossi del web. Continuerò la mia battaglia affinché si intervenga, perché cose del genere innescano nella vittima un meccanismo devastante, una vergogna legata allo stigma voluto da una cultura retrograda, è qualcosa - conclude - che rientra più nella fattispecie dell'omicidio".

Parla di "gogna", Roberta Foglia Manzillo, avvocato che per prima difese Tiziana Cantone. "La prima cosa che mi viene in mente è la sensazione di totale impotenza" dice all'Adnkronos il legale, ricordando le sensazioni provate dalla sua assistita in relazione alla diffusione incontrollabile dei suoi video sul web. "In quei casi ci si sente quasi impossibilitate a poter riscattare la propria reputazione, il proprio onore - spiega -. Si viene messe alla gogna e c'è una sensazione di impotenza, proprio perché entri in una realtà ingestibile e non controllabile. Questo può colpire in maniera pesante il proprio equilibrio".

Secondo Foglia Manzillo "sono necessari interventi ad hoc che possano prevenire e che soprattutto si adattino alle nuove realtà, ai nuovi fenomeni sociali caratterizzati dalla diffusione veloce e capillare di proprie notizie anche personali che vengono incautamente messe in rete". Al riguardo, sottolinea il legale, "non c'è una normativa anche se so che si sta cercando di prevedere una tutela maggiore. Serve avere la possibilità di obbligare a rimuovere il pregresso con inibitoria per il futuro", conclude.

Fonte Adnkronos - Foto Ansa

08/11/2022