logo tiscali tv

Benedetta Porcaroli e il massacro del Circeo: "Spero di aver restituito a Donatella ancora un po' di giustizia"

Il massacro del Circeo è uno dei delitti più efferati compiuti in Italia  (si è svolto nella notte tra il 29 e il 30 settembre 1975) che a distanza di anni continua a tapezzare la coscienza sporca del nostro paese, tanto più che a compiere quel crimine condito dalle torture furono tre ragazzi della cosidetta "Roma bene". Un delitto di cui si è parlato anche per il successo del libro di Edoardo Albinati da cui ora è tratto uno dei film che sta facendo più discutere al Festival di Venezia, "La scuola cattolica", diretto da Stefano Mordini e presentato Fuori Concorso. 

A interpretare la protagonista, ovvero Donatella Colasanti, sopravvissuta al massacro del Circeo fingendosi morta dopo aver subito inaudite violenze, è una delle giovani attrici più lanciate del nostro cinema Benedetta Porcaroli.  "Credo sia doveroso e necessario raccontare ancora questa storia alla mia generazione. E' stato emotivamente forte elaborare tutto questo come persona e come attrice. Spero di aver restituito a Donatella ancora un po' di giustizia".

"Ancora oggi si sente dire quando ci sono fatti di stupro come era vestita, se era ubriaca, le sentenze sono spesso ricche di stereotipi sessisti, si denuncia di più in questi anni ma si fa ancora fatica ad essere credute. Dopo 46 anni purtroppo la violenza del Circeo è un passato ancora attuale" ha aggiunto Federica Torchetti che interpreta Rosaria Lopez, che non sopravvisse alle violenze e morì. Il film è interpretato anche da Valeria Golino, Riccardo Scamarcio, Jasmine Trinca, Giulio Pranno, Fausto Russo Alesi, Fabrizio Gifuni, Valentina Cervi.

Il regista ha spiegato così la necessità di questo film: "Al processo, i due autori del delitto che sono stati arrestati (il terzo ha vissuto tutta la vita da latitante)  hanno  dato  motivazioni  vaghe,  deliranti:  “Lo  abbiamo  fatto  perché  era  arrivato  il momento  di  dare  un  segnale.”  “Dovevamo  far  capire  che  eravamo  ancora  vivi.”  “Non potevamo starcene con le mani in mano.” Ho pensato spesso a queste frasi, durante le riprese, ma per la ragione opposta a quella degli assassini. Penso che il cinema sia un’arte straordinaria perché può aiutare a evadere, a immaginare la storia in altro modo, a riflettere su quello che è accaduto o a tenere alta l’attenzione".

 

09/11/2022