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Donatella Versace, il dolore per il fratello e quel vestito di J-Lo passato alla storia

Perfino la caustica Luciana Littizzetto le ha dato la sua benedizione social postando un’immagine che le ritrae insieme nel backstage di “Che tempo che fa” e scrivendo: “È stato un piacere conoscerla. Intelligente e spiritosa. Avercene di donne così”. E in effetti la lunga intervista con Fabio Fazio ha rivelato un’immagine semplice, pragmatica e perfino spiritosa di Donatella Versace, donna discreta che normalmente preferisce parlare attraverso le sue creazioni che hanno vestito e vestono le donne più belle e potenti del mondo.

Quando vent’anni fa, all’indomani della tragica scomparsa del fratello Gianni (ucciso davanti alla sua villa di Miami il 15 luglio del 1997) ha preso in mano la maison Versace, in pochi credevano che ce l’avrebbe fatta a mantenere quell’impero. “Ero terrorizzata, ma non ho mai pensato neppure per un attimo di mollare tutto. Lo dovevo a Gianni e lo dovevo a me stessa”. Della serie tv in onda da gennaio su Fox Crime e intitolata “The Assassination of Gianni Versace: American Crime Story” ha preferito non parlare anche se aveva già preso le distanze da quel racconto dichiarando che non avrebbe guardato la serie. Ha parlato invece e molto del rapporto speciale che l’ha legata a Gianni e che tutt’ora la lega a Santo, il fratello maggiore che si occupa della parte finanziaria e amministrativa dell’azienda di famiglia. "Tutti e tre siamo sempre stati tanto insieme, sostenendoci a vicenda. La famiglia è fondamentale, per tutti credo, per noi lo è stato e lo è ancora".

Il regalo più bello - Di Gianni, Fazio ha mostrato un video in cui parlava proprio di lei e Donatella visibilmente commossa ha commentato: “È il regalo più bello che potessi farmi”. Poi ha raccontato della sua morte: “La cosa che mi ha fatto più soffrire è stato vivere il mio dolore in pubblico. Non ho potuto soffrire”. E ancora: "Gianni è riuscito a creare un sogno con la moda, ha dato potere alle donne. Il potere di essere forti, di non pensare che ci possa essere qualcuno accanto a te che ti può fare raggiungere un obiettivo. Sei tu che ti devi mettere in gioco, sei tu che devi rischiare perché se non rischi non arrivi da nessuna parte".

Donatella ha raccontato anche la svolta che la maison Versace impresse negli anni Novanta quando decise di puntare sulle top model anche nelle sfilate. “Fino ad allora Naomi, Claudia Schiffer e le altre venivano utilizzate per le immagini delle campagne pubblicitarie. La loro bellezza e la loro personalità non rispondevano ai canoni classici delle modelle che sfilavano sulle passerelle. Fu una mia intuizione. La proposi a Gianni e lui mi ascoltò. E da quel momento nacquero le top model”. Fu così che la carriera di Naomi, Helena Christensen, Cindy Crawford, Linda Evangelista, Carla Bruni, Claudia Schiffer prese il volo e che si stabilì un rapporto che dura ancora oggi e che ha portato qualche mese fa le top model a calcare le passerelle ancora una volta per rendere omaggio a Gianni Versace.

Donatella ha anche raccontato di quando l’ha chiamata Michelle Obama che ha deciso di indossare un abito Versace per l’ultima cena presidenziale del marito Barack. Del vestito indossato da Jennifer Lopez in occasione dei Grammy Award del 2000 passato alla storia di Google perché nelle 24 ore successive l’immagine della supersexy J-Lo fu scaricata 600 mila volte ma anche dell’abito scollatissimo e guarnito lateralmente con spille di sicurezza indossato nel 1994 da Liz Hurley quando era soltanto la fidanzata di Hugh Grant e che la lanciò come attrice.

Foto Ansa

08/11/2022