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Loredana Berté, i 70 anni nel giorno del compleanno di mimì. la dedica struggente

“Sono io oggi a dover fare gli auguri a te, amore mio”. L’hashtag è Mimì, ovvero Mia Martini. E a firmare la dichiarazione d’amore è Loredana Berté, sorella, amica, rivale della grandissima Mimì. E così proprio nel giorno in cui tutti festeggiano la “mamma rock” di tutta la musica italiana, come la ribattezzata Emma Marrone, lei decide invece, per sempre controcorrente, di festeggiare la sorella ormai morta da 25 anni. A unirle per sempre, la stessa data di nascita, il 20 settembre, che da quando Mimì non c’è più Loredana si è ostinata a non festeggiare più. Troppo il dolore, troppi i rimpianti e forse anche i rimorsi per non essere stata vicino alla sorella trovata morta dopo tre giorni dal decesso: "Ho ancora dei rimorsi per non averle detto abbastanza ti voglio bene", ha spiegato Loredana in diretta radiofonica a Rai Radio2 dove ha salutato uno dei grandi amori della sua vita turbolenta, Mario Lavezzi.

Ma questo è un compleanno ingombrante visto che la Berté ha compiuto 70 anni , anche se ha confessato: "Il numero 70 non piace molto, non me lo sento addosso”. Per l’occasione ha ripercorso la sua straordinaria carriera (da “Non sono una signora” a Dedicato”) e la sua vita piena di provocazioni e grandi amori: da Adriano Panatta “fu un colpo di fulmine. Lo vidi e pensai: “Lui è mio”) a Bjorn Borg, sposato nell’89, anche se la loro unione finì appena tre anni dopo, da Red Canzian a Lavezzi

Loredana ha anche raccontato un episodio decisamente drammatico della sua adolescenza: “Avevo 16 anni, facevo serate con altre ragazze ed eravamo in giro per l'Italia. Ero l'unica vergine del gruppo e tutte mi dicevano di decidermi. C'era questo tizio che mi riempiva di fiori ogni sera, così alla fine dopo un mese ho deciso di uscire con lui. Mi portò in un appartamento scannatoio e quando ho sentito che chiudeva la porta col lucchetto mi sono spaventata. Ero terrorizzata, mi ha violentata e riempita di botte, sono riuscita a uscire per miracolo, con tutti i vestiti strappati. Mi reggevo in piedi a malapena, un taxi mi portò in ospedale. Non avevo potuto dirlo a nessuno, specialmente a casa, altrimenti le avrei prese anche da mia madre. Le uniche con cui mi sono confessata furono le mie amiche, ho tenuto tutto per me e non lo denunciai. Fu uno sbaglio, perché, care donne, al primo schiaffo bisogna denunciare”.

Foto Ansa e Instagram

08/11/2022