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Mena Suvari racconta il suo passato di abusi e violenze nel libro "The great peace"

Per anni è stata l’immagine della bellezza adolescenziale, quella in stile Lolita che tenta anche i padri di famiglia in crisi di mezza età. E la sua vita pare non sia andata poi tanto diversamente visto che da adolescente si è trovata a gestire una relazione tossica con un uomo tanto più grande di lei. Mena Suvari, la ragazza del celebre bagno di rose rosse nel film American Beauty, oggi, a 42 anni, racconta la sua vita nel libro “The great peace: a Memoir”, ma lo fa cominciando dall’inizio. Da quella prima violenza subita a 12 anni in seconda media: a violentarla, per primo, è stato KJ – la sigla con cui lo indica nel libro – un amico di suo fratello maggiore.

I primi abusi sessuali

«Mi sentivo spaesata», racconta, «ci eravamo appena trasferiti da Newport a Charleston». Non aveva ancora compiuto 13 anni quando “KJ” cominciò a pressarla per fare sesso con lui. «Non voglio farlo», era la sua risposta ma alla fine lui la prese con la forza. «Mi portò in una stanza di casa sua, mi chiuse lì dentro. Una parte di me è morta quel giorno. Mi ha usato, si è divertito e poi si è liberato di me. Mi chiamava p…».

Le relazioni tossiche

Dopo quell’episodio, per lei «è stato impossibile avere un’idea sana e non malata del sesso». E così a 15 anni si trasferì a Hollywood per sfondare nel mondo della recitazione. Ma gli uomini che incontrò non migliorarono la situazione. Anche il suo manager e “protettore” riuscì a instaurare con lei – ancora adolescente – una relazione sessuale. Fu il momento, racconta ancora Mena, in cui la sua famiglia «andò in pezzi. Mia madre si allontanò per ritrovare se stessa e mio padre, molto più grande di lei, cominciò a peggiorare mentalmente e fisicamente. Sentivo di non avere altre chance di una vita diversa».

Gli abusi su se stessa

Lei cercava di sopire il dolore stordendosi alle feste con alcol e droghe fino a che, a 17 anni, e per tre anni, finì dentro un’altra relazione tossica con Tyler, che la costrinse ad avere rapporti sessuali con più persone, per compiacerlo. «Fu un processo autodistruttivo», scrive lei nel libro. «Vivevo una doppia vita», ha spiegato a People. «Ogni volta che andavo sul set. Ogni volta che facevo un’intervista. Era come se recitassi sempre. Per me era solo un ruolo in più da interpretare, e mi andava bene così». Quella “recitazione” continua portava Mena Suvari a nascondere il trauma dei ripetuti abusi sessuali «subiti dai miei 12 ai miei 20 anni».

La rinascita

Ci sono voluti anni ma oggi, finalmente, dopo tanto dolore Mena non deve più recitare e fingere che vada tutto bene. «Sono fortunata a essere sopravvissuta», ammette l’attrice che quest’anno è diventata mamma per la prima volta di Christopher Alexander, avuto dal marito Michael Hope, conosciuto sul set del film I’ll be home for Christmas. Ora per lei è arrivato il «ruolo più bello, quello di madre», come ha scritto nell’immagine su Instagram in cui presenta il suo primogenito.

Foto Ansa e Instagram

09/11/2022