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Morire di odio al tempo di Instagram: uccise perché libere

Tara Fares, la modella uccisa per le strade di Bagdad giovedì scorso, è solo l'ultima vittima di un odio che colpisce le donne di origine mediorientale che vogliono vivere libere.  Come racconta La Repubblica, il motivo di questa ultima morte è da ricercarsi nella sua attività sui social network. Con i suoi 2,8 milioni di followers su Instagram, Tara Fares (foto 1) offriva un'immagine alternativa dell'Iraq: sexy, scanzonata e controcorrente. Per questo è stata eliminata.

La prossima sei tu

Nel mirino degli haters ora c'è Shimaa Qassem (foto 2), un’altra reginetta di bellezza irachena: “La prossima sarai tu”, le hanno scritto su Instagram dopo la morte della collega. A settembre c’era stato il caso di Anam Tanoli (foto 3), modella e influencer pachistana di 26 anni trovata morta nella sua casa di Lahore il giorno dopo avere denunciato la campagna di odio nei suoi confronti sul web. La polizia, però, ha archiviato la sua morte come suicidio.

Le altre vittime dell’odio

Storia simile a quella di Qandeel Baloch (foto 4), famosissima nell’instagram pachistano, uccisa nel 2017 dal fratello “per salvare l’onore della famiglia”.
Star di instagrtam che muoiono a volte per mano dei familiari per un’assurda cultura patriarcale. Donne che cercano di affrancarsi da quel sopruso e che invece ne restano vittime.
Da ricordare anche il caso di Maedeh Hojabri (foto 5), arrestata a luglio in Iran per avere condiviso coi suoi 600mila follower di Instagram, un video nel quale ballava. Poi c’è quello di Madina Basaeva (foto 6), russa ma di religione musulmana, minacciata di morte per le sue immagini diffuse sempre sul social delle foto.
Minacce di morte ci furono anche per Sarah Idan (foto 7), miss Iraq 2017, che osò posare a fianco alla collega israeliana Adah Gandeslam.

Foto Instagram

08/11/2022