Molestie sessuali, 300 donne di Hollywood al contrattacco: ecco "Time's Up"
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Sulla scia delle accuse all\\u0027ex boss di Miramax Harvey Weinstein, attrici, registe, agenti, avvocatesse ed executive dell\\u0027entertainement hanno creato un fondo da 13 milioni di dollari per aiutare donne meno privilegiate di loro a proteggersi dalle molestie e dai contraccolpi di una denuncia.\\n L\\u0027iniziativa include una richiesta alle dive che domenica prossima parteciperanno ai Golden Globes di utilizzare il red carpet per vestirsi di nero: \\u0022Che sia un momento di solidariet\\u00e0, non una sfilata di moda\\u0022, ha detto Eva Longoria, una delle vip del gruppo. 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Le celebrit\\u00e0, che includono attrici come Reese Witherspoon, America Ferrera, Ashley Judd, kate Blanchett, Meryl Streep e Natalie Portman, ma anche la produttrice Shonda Rhimes, Tina Tchen, che fu capo dello staff di Michelle Obama e Maria Eitel, co-presidente di Nike Foundation e una esperta di \\u0022corporate responsability\\u0022, hanno firmato una lettera aperta pubblicata sul New York Times e sul giornale di lingua spagnola La Opinion: \\u0022Le donne non devono pi\\u00f9 combattere per farsi largo, salire nei ranghi o semplicemente per essere ascoltate e riconosciute in luoghi di lavoro dominati dagli uomini deve finire. \\u00c8 ora di dire basta a questo impenetrabile monopolio\\u0022, scrivono le vip respingendo le critiche fatte al movimento #MeToo di essere distante dai problemi di chi le molestie le ha subite in fabbrica, in un hotel, negli ospedali o nei campi.\\n Time\\u0027s Up non ha leader ma si articola in gruppi di lavoro, uno dei quali, guidato dalla professoressa di diritto Anita Hill \\u00e8 incaricato di creare un manuale anti-molestie nello show business. La Hill negli anni Novanta divent\\u00f2 il simbolo della lotta contro il sexual harassment (le molestie sessuali) quando le sue accuse non riuscirono a bloccare la nomina del giudice Clarence Thomas alla Corte Suprema. Proprio alla Corte Suprema il giudice capo Clarence Thomas ha chiuso il 2017 annunciando un\\u0027iniziativa per assicurare regole chiare antimolestie per il personale dal momento che \\u0022il sistema giudiziario non \\u00e8 immune\\u0022. Intanto a Washington l\\u0027avvocatessa Gloria Allred sta raccogliendo fondi per finanziare l\\u0027azione legale di una donna, Summer Zervos, che accusa il presidente Donald Trump di molestie, mentre il gruppo American Bridge 21st Century Foundation sta considerano un fondo per incastrare sullo stesso soggetto politici repubblicani. 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Le celebrit\\u00e0, che includono attrici come Reese Witherspoon, America Ferrera, Ashley Judd, kate Blanchett, Meryl Streep e Natalie Portman, ma anche la produttrice Shonda Rhimes, Tina Tchen, che fu capo dello staff di Michelle Obama e Maria Eitel, co-presidente di Nike Foundation e una esperta di \\u0022corporate responsability\\u0022, hanno firmato una lettera aperta pubblicata sul New York Times e sul giornale di lingua spagnola La Opinion: \\u0022Le donne non devono pi\\u00f9 combattere per farsi largo, salire nei ranghi o semplicemente per essere ascoltate e riconosciute in luoghi di lavoro dominati dagli uomini deve finire. \\u00c8 ora di dire basta a questo impenetrabile monopolio\\u0022, scrivono le vip respingendo le critiche fatte al movimento #MeToo di essere distante dai problemi di chi le molestie le ha subite in fabbrica, in un hotel, negli ospedali o nei campi.\\n Time\\u0027s Up non ha leader ma si articola in gruppi di lavoro, uno dei quali, guidato dalla professoressa di diritto Anita Hill \\u00e8 incaricato di creare un manuale anti-molestie nello show business. La Hill negli anni Novanta divent\\u00f2 il simbolo della lotta contro il sexual harassment (le molestie sessuali) quando le sue accuse non riuscirono a bloccare la nomina del giudice Clarence Thomas alla Corte Suprema. Proprio alla Corte Suprema il giudice capo Clarence Thomas ha chiuso il 2017 annunciando un\\u0027iniziativa per assicurare regole chiare antimolestie per il personale dal momento che \\u0022il sistema giudiziario non \\u00e8 immune\\u0022. Intanto a Washington l\\u0027avvocatessa Gloria Allred sta raccogliendo fondi per finanziare l\\u0027azione legale di una donna, Summer Zervos, che accusa il presidente Donald Trump di molestie, mentre il gruppo American Bridge 21st Century Foundation sta considerano un fondo per incastrare sullo stesso soggetto politici repubblicani. 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Sulla scia delle accuse all\\u0027ex boss di Miramax Harvey Weinstein, attrici, registe, agenti, avvocatesse ed executive dell\\u0027entertainement hanno creato un fondo da 13 milioni di dollari per aiutare donne meno privilegiate di loro a proteggersi dalle molestie e dai contraccolpi di una denuncia.\\n L\\u0027iniziativa include una richiesta alle dive che domenica prossima parteciperanno ai Golden Globes di utilizzare il red carpet per vestirsi di nero: \\u0022Che sia un momento di solidariet\\u00e0, non una sfilata di moda\\u0022, ha detto Eva Longoria, una delle vip del gruppo. 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La Hill negli anni Novanta divent\\u00f2 il simbolo della lotta contro il sexual harassment (le molestie sessuali) quando le sue accuse non riuscirono a bloccare la nomina del giudice Clarence Thomas alla Corte Suprema. Proprio alla Corte Suprema il giudice capo Clarence Thomas ha chiuso il 2017 annunciando un\\u0027iniziativa per assicurare regole chiare antimolestie per il personale dal momento che \\u0022il sistema giudiziario non \\u00e8 immune\\u0022. Intanto a Washington l\\u0027avvocatessa Gloria Allred sta raccogliendo fondi per finanziare l\\u0027azione legale di una donna, Summer Zervos, che accusa il presidente Donald Trump di molestie, mentre il gruppo American Bridge 21st Century Foundation sta considerano un fondo per incastrare sullo stesso soggetto politici repubblicani. 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La Hill negli anni Novanta divent\\u00f2 il simbolo della lotta contro il sexual harassment (le molestie sessuali) quando le sue accuse non riuscirono a bloccare la nomina del giudice Clarence Thomas alla Corte Suprema. Proprio alla Corte Suprema il giudice capo Clarence Thomas ha chiuso il 2017 annunciando un\\u0027iniziativa per assicurare regole chiare antimolestie per il personale dal momento che \\u0022il sistema giudiziario non \\u00e8 immune\\u0022. Intanto a Washington l\\u0027avvocatessa Gloria Allred sta raccogliendo fondi per finanziare l\\u0027azione legale di una donna, Summer Zervos, che accusa il presidente Donald Trump di molestie, mentre il gruppo American Bridge 21st Century Foundation sta considerano un fondo per incastrare sullo stesso soggetto politici repubblicani. 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Da Hollywood a Washington il movimento #MeToo è passato al contrattacco: "Time's Up", il tempo è scaduto, è il nome dell'iniziativa che ha raccolto le adesioni di oltre 300 potenti donne della mecca del cinema per combattere l'epidemia di aggressioni sessuali e di discriminazione che accomuna il loro ambiente al resto del mondo del lavoro. Sulla scia delle accuse all'ex boss di Miramax Harvey Weinstein, attrici, registe, agenti, avvocatesse ed executive dell'entertainement hanno creato un fondo da 13 milioni di dollari per aiutare donne meno privilegiate di loro a proteggersi dalle molestie e dai contraccolpi di una denuncia.
L'iniziativa include una richiesta alle dive che domenica prossima parteciperanno ai Golden Globes di utilizzare il red carpet per vestirsi di nero: "Che sia un momento di solidarietà, non una sfilata di moda", ha detto Eva Longoria, una delle vip del gruppo. Le celebrità, che includono attrici come Reese Witherspoon, America Ferrera, Ashley Judd, kate Blanchett, Meryl Streep e Natalie Portman, ma anche la produttrice Shonda Rhimes, Tina Tchen, che fu capo dello staff di Michelle Obama e Maria Eitel, co-presidente di Nike Foundation e una esperta di "corporate responsability", hanno firmato una lettera aperta pubblicata sul New York Times e sul giornale di lingua spagnola La Opinion: "Le donne non devono più combattere per farsi largo, salire nei ranghi o semplicemente per essere ascoltate e riconosciute in luoghi di lavoro dominati dagli uomini deve finire. È ora di dire basta a questo impenetrabile monopolio", scrivono le vip respingendo le critiche fatte al movimento #MeToo di essere distante dai problemi di chi le molestie le ha subite in fabbrica, in un hotel, negli ospedali o nei campi.
Time's Up non ha leader ma si articola in gruppi di lavoro, uno dei quali, guidato dalla professoressa di diritto Anita Hill è incaricato di creare un manuale anti-molestie nello show business. La Hill negli anni Novanta diventò il simbolo della lotta contro il sexual harassment (le molestie sessuali) quando le sue accuse non riuscirono a bloccare la nomina del giudice Clarence Thomas alla Corte Suprema. Proprio alla Corte Suprema il giudice capo Clarence Thomas ha chiuso il 2017 annunciando un'iniziativa per assicurare regole chiare antimolestie per il personale dal momento che "il sistema giudiziario non è immune". Intanto a Washington l'avvocatessa Gloria Allred sta raccogliendo fondi per finanziare l'azione legale di una donna, Summer Zervos, che accusa il presidente Donald Trump di molestie, mentre il gruppo American Bridge 21st Century Foundation sta considerano un fondo per incastrare sullo stesso soggetto politici repubblicani. (Ansa)
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Da Hollywood a Washington il movimento #MeToo è passato al contrattacco: "Time's Up", il tempo è scaduto, è il nome dell'iniziativa che ha raccolto le adesioni di oltre 300 potenti donne della mecca del cinema per combattere l'epidemia di aggressioni sessuali e di discriminazione che accomuna il loro ambiente al resto del mondo del lavoro. Sulla scia delle accuse all'ex boss di Miramax Harvey Weinstein, attrici, registe, agenti, avvocatesse ed executive dell'entertainement hanno creato un fondo da 13 milioni di dollari per aiutare donne meno privilegiate di loro a proteggersi dalle molestie e dai contraccolpi di una denuncia.
L'iniziativa include una richiesta alle dive che domenica prossima parteciperanno ai Golden Globes di utilizzare il red carpet per vestirsi di nero: "Che sia un momento di solidarietà, non una sfilata di moda", ha detto Eva Longoria, una delle vip del gruppo. Le celebrità, che includono attrici come Reese Witherspoon, America Ferrera, Ashley Judd, kate Blanchett, Meryl Streep e Natalie Portman, ma anche la produttrice Shonda Rhimes, Tina Tchen, che fu capo dello staff di Michelle Obama e Maria Eitel, co-presidente di Nike Foundation e una esperta di "corporate responsability", hanno firmato una lettera aperta pubblicata sul New York Times e sul giornale di lingua spagnola La Opinion: "Le donne non devono più combattere per farsi largo, salire nei ranghi o semplicemente per essere ascoltate e riconosciute in luoghi di lavoro dominati dagli uomini deve finire. È ora di dire basta a questo impenetrabile monopolio", scrivono le vip respingendo le critiche fatte al movimento #MeToo di essere distante dai problemi di chi le molestie le ha subite in fabbrica, in un hotel, negli ospedali o nei campi.
Time's Up non ha leader ma si articola in gruppi di lavoro, uno dei quali, guidato dalla professoressa di diritto Anita Hill è incaricato di creare un manuale anti-molestie nello show business. La Hill negli anni Novanta diventò il simbolo della lotta contro il sexual harassment (le molestie sessuali) quando le sue accuse non riuscirono a bloccare la nomina del giudice Clarence Thomas alla Corte Suprema. Proprio alla Corte Suprema il giudice capo Clarence Thomas ha chiuso il 2017 annunciando un'iniziativa per assicurare regole chiare antimolestie per il personale dal momento che "il sistema giudiziario non è immune". Intanto a Washington l'avvocatessa Gloria Allred sta raccogliendo fondi per finanziare l'azione legale di una donna, Summer Zervos, che accusa il presidente Donald Trump di molestie, mentre il gruppo American Bridge 21st Century Foundation sta considerano un fondo per incastrare sullo stesso soggetto politici repubblicani. (Ansa)
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Da Hollywood a Washington il movimento #MeToo è passato al contrattacco: "Time's Up", il tempo è scaduto, è il nome dell'iniziativa che ha raccolto le adesioni di oltre 300 potenti donne della mecca del cinema per combattere l'epidemia di aggressioni sessuali e di discriminazione che accomuna il loro ambiente al resto del mondo del lavoro. Sulla scia delle accuse all'ex boss di Miramax Harvey Weinstein, attrici, registe, agenti, avvocatesse ed executive dell'entertainement hanno creato un fondo da 13 milioni di dollari per aiutare donne meno privilegiate di loro a proteggersi dalle molestie e dai contraccolpi di una denuncia.
L'iniziativa include una richiesta alle dive che domenica prossima parteciperanno ai Golden Globes di utilizzare il red carpet per vestirsi di nero: "Che sia un momento di solidarietà, non una sfilata di moda", ha detto Eva Longoria, una delle vip del gruppo. Le celebrità, che includono attrici come Reese Witherspoon, America Ferrera, Ashley Judd, kate Blanchett, Meryl Streep e Natalie Portman, ma anche la produttrice Shonda Rhimes, Tina Tchen, che fu capo dello staff di Michelle Obama e Maria Eitel, co-presidente di Nike Foundation e una esperta di "corporate responsability", hanno firmato una lettera aperta pubblicata sul New York Times e sul giornale di lingua spagnola La Opinion: "Le donne non devono più combattere per farsi largo, salire nei ranghi o semplicemente per essere ascoltate e riconosciute in luoghi di lavoro dominati dagli uomini deve finire. È ora di dire basta a questo impenetrabile monopolio", scrivono le vip respingendo le critiche fatte al movimento #MeToo di essere distante dai problemi di chi le molestie le ha subite in fabbrica, in un hotel, negli ospedali o nei campi.
Time's Up non ha leader ma si articola in gruppi di lavoro, uno dei quali, guidato dalla professoressa di diritto Anita Hill è incaricato di creare un manuale anti-molestie nello show business. La Hill negli anni Novanta diventò il simbolo della lotta contro il sexual harassment (le molestie sessuali) quando le sue accuse non riuscirono a bloccare la nomina del giudice Clarence Thomas alla Corte Suprema. Proprio alla Corte Suprema il giudice capo Clarence Thomas ha chiuso il 2017 annunciando un'iniziativa per assicurare regole chiare antimolestie per il personale dal momento che "il sistema giudiziario non è immune". Intanto a Washington l'avvocatessa Gloria Allred sta raccogliendo fondi per finanziare l'azione legale di una donna, Summer Zervos, che accusa il presidente Donald Trump di molestie, mentre il gruppo American Bridge 21st Century Foundation sta considerano un fondo per incastrare sullo stesso soggetto politici repubblicani. (Ansa)
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Da Hollywood a Washington il movimento #MeToo è passato al contrattacco: "Time's Up", il tempo è scaduto, è il nome dell'iniziativa che ha raccolto le adesioni di oltre 300 potenti donne della mecca del cinema per combattere l'epidemia di aggressioni sessuali e di discriminazione che accomuna il loro ambiente al resto del mondo del lavoro. Sulla scia delle accuse all'ex boss di Miramax Harvey Weinstein, attrici, registe, agenti, avvocatesse ed executive dell'entertainement hanno creato un fondo da 13 milioni di dollari per aiutare donne meno privilegiate di loro a proteggersi dalle molestie e dai contraccolpi di una denuncia.
L'iniziativa include una richiesta alle dive che domenica prossima parteciperanno ai Golden Globes di utilizzare il red carpet per vestirsi di nero: "Che sia un momento di solidarietà, non una sfilata di moda", ha detto Eva Longoria, una delle vip del gruppo. Le celebrità, che includono attrici come Reese Witherspoon, America Ferrera, Ashley Judd, kate Blanchett, Meryl Streep e Natalie Portman, ma anche la produttrice Shonda Rhimes, Tina Tchen, che fu capo dello staff di Michelle Obama e Maria Eitel, co-presidente di Nike Foundation e una esperta di "corporate responsability", hanno firmato una lettera aperta pubblicata sul New York Times e sul giornale di lingua spagnola La Opinion: "Le donne non devono più combattere per farsi largo, salire nei ranghi o semplicemente per essere ascoltate e riconosciute in luoghi di lavoro dominati dagli uomini deve finire. È ora di dire basta a questo impenetrabile monopolio", scrivono le vip respingendo le critiche fatte al movimento #MeToo di essere distante dai problemi di chi le molestie le ha subite in fabbrica, in un hotel, negli ospedali o nei campi.
Time's Up non ha leader ma si articola in gruppi di lavoro, uno dei quali, guidato dalla professoressa di diritto Anita Hill è incaricato di creare un manuale anti-molestie nello show business. La Hill negli anni Novanta diventò il simbolo della lotta contro il sexual harassment (le molestie sessuali) quando le sue accuse non riuscirono a bloccare la nomina del giudice Clarence Thomas alla Corte Suprema. Proprio alla Corte Suprema il giudice capo Clarence Thomas ha chiuso il 2017 annunciando un'iniziativa per assicurare regole chiare antimolestie per il personale dal momento che "il sistema giudiziario non è immune". Intanto a Washington l'avvocatessa Gloria Allred sta raccogliendo fondi per finanziare l'azione legale di una donna, Summer Zervos, che accusa il presidente Donald Trump di molestie, mentre il gruppo American Bridge 21st Century Foundation sta considerano un fondo per incastrare sullo stesso soggetto politici repubblicani. (Ansa)
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Da Hollywood a Washington il movimento #MeToo è passato al contrattacco: "Time's Up", il tempo è scaduto, è il nome dell'iniziativa che ha raccolto le adesioni di oltre 300 potenti donne della mecca del cinema per combattere l'epidemia di aggressioni sessuali e di discriminazione che accomuna il loro ambiente al resto del mondo del lavoro. Sulla scia delle accuse all'ex boss di Miramax Harvey Weinstein, attrici, registe, agenti, avvocatesse ed executive dell'entertainement hanno creato un fondo da 13 milioni di dollari per aiutare donne meno privilegiate di loro a proteggersi dalle molestie e dai contraccolpi di una denuncia.
L'iniziativa include una richiesta alle dive che domenica prossima parteciperanno ai Golden Globes di utilizzare il red carpet per vestirsi di nero: "Che sia un momento di solidarietà, non una sfilata di moda", ha detto Eva Longoria, una delle vip del gruppo. Le celebrità, che includono attrici come Reese Witherspoon, America Ferrera, Ashley Judd, kate Blanchett, Meryl Streep e Natalie Portman, ma anche la produttrice Shonda Rhimes, Tina Tchen, che fu capo dello staff di Michelle Obama e Maria Eitel, co-presidente di Nike Foundation e una esperta di "corporate responsability", hanno firmato una lettera aperta pubblicata sul New York Times e sul giornale di lingua spagnola La Opinion: "Le donne non devono più combattere per farsi largo, salire nei ranghi o semplicemente per essere ascoltate e riconosciute in luoghi di lavoro dominati dagli uomini deve finire. È ora di dire basta a questo impenetrabile monopolio", scrivono le vip respingendo le critiche fatte al movimento #MeToo di essere distante dai problemi di chi le molestie le ha subite in fabbrica, in un hotel, negli ospedali o nei campi.
Time's Up non ha leader ma si articola in gruppi di lavoro, uno dei quali, guidato dalla professoressa di diritto Anita Hill è incaricato di creare un manuale anti-molestie nello show business. La Hill negli anni Novanta diventò il simbolo della lotta contro il sexual harassment (le molestie sessuali) quando le sue accuse non riuscirono a bloccare la nomina del giudice Clarence Thomas alla Corte Suprema. Proprio alla Corte Suprema il giudice capo Clarence Thomas ha chiuso il 2017 annunciando un'iniziativa per assicurare regole chiare antimolestie per il personale dal momento che "il sistema giudiziario non è immune". Intanto a Washington l'avvocatessa Gloria Allred sta raccogliendo fondi per finanziare l'azione legale di una donna, Summer Zervos, che accusa il presidente Donald Trump di molestie, mentre il gruppo American Bridge 21st Century Foundation sta considerano un fondo per incastrare sullo stesso soggetto politici repubblicani. (Ansa)
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Da Hollywood a Washington il movimento #MeToo è passato al contrattacco: "Time's Up", il tempo è scaduto, è il nome dell'iniziativa che ha raccolto le adesioni di oltre 300 potenti donne della mecca del cinema per combattere l'epidemia di aggressioni sessuali e di discriminazione che accomuna il loro ambiente al resto del mondo del lavoro. Sulla scia delle accuse all'ex boss di Miramax Harvey Weinstein, attrici, registe, agenti, avvocatesse ed executive dell'entertainement hanno creato un fondo da 13 milioni di dollari per aiutare donne meno privilegiate di loro a proteggersi dalle molestie e dai contraccolpi di una denuncia.
L'iniziativa include una richiesta alle dive che domenica prossima parteciperanno ai Golden Globes di utilizzare il red carpet per vestirsi di nero: "Che sia un momento di solidarietà, non una sfilata di moda", ha detto Eva Longoria, una delle vip del gruppo. Le celebrità, che includono attrici come Reese Witherspoon, America Ferrera, Ashley Judd, kate Blanchett, Meryl Streep e Natalie Portman, ma anche la produttrice Shonda Rhimes, Tina Tchen, che fu capo dello staff di Michelle Obama e Maria Eitel, co-presidente di Nike Foundation e una esperta di "corporate responsability", hanno firmato una lettera aperta pubblicata sul New York Times e sul giornale di lingua spagnola La Opinion: "Le donne non devono più combattere per farsi largo, salire nei ranghi o semplicemente per essere ascoltate e riconosciute in luoghi di lavoro dominati dagli uomini deve finire. È ora di dire basta a questo impenetrabile monopolio", scrivono le vip respingendo le critiche fatte al movimento #MeToo di essere distante dai problemi di chi le molestie le ha subite in fabbrica, in un hotel, negli ospedali o nei campi.
Time's Up non ha leader ma si articola in gruppi di lavoro, uno dei quali, guidato dalla professoressa di diritto Anita Hill è incaricato di creare un manuale anti-molestie nello show business. La Hill negli anni Novanta diventò il simbolo della lotta contro il sexual harassment (le molestie sessuali) quando le sue accuse non riuscirono a bloccare la nomina del giudice Clarence Thomas alla Corte Suprema. Proprio alla Corte Suprema il giudice capo Clarence Thomas ha chiuso il 2017 annunciando un'iniziativa per assicurare regole chiare antimolestie per il personale dal momento che "il sistema giudiziario non è immune". Intanto a Washington l'avvocatessa Gloria Allred sta raccogliendo fondi per finanziare l'azione legale di una donna, Summer Zervos, che accusa il presidente Donald Trump di molestie, mentre il gruppo American Bridge 21st Century Foundation sta considerano un fondo per incastrare sullo stesso soggetto politici repubblicani. (Ansa)
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Da Hollywood a Washington il movimento #MeToo è passato al contrattacco: "Time's Up", il tempo è scaduto, è il nome dell'iniziativa che ha raccolto le adesioni di oltre 300 potenti donne della mecca del cinema per combattere l'epidemia di aggressioni sessuali e di discriminazione che accomuna il loro ambiente al resto del mondo del lavoro. Sulla scia delle accuse all'ex boss di Miramax Harvey Weinstein, attrici, registe, agenti, avvocatesse ed executive dell'entertainement hanno creato un fondo da 13 milioni di dollari per aiutare donne meno privilegiate di loro a proteggersi dalle molestie e dai contraccolpi di una denuncia.
L'iniziativa include una richiesta alle dive che domenica prossima parteciperanno ai Golden Globes di utilizzare il red carpet per vestirsi di nero: "Che sia un momento di solidarietà, non una sfilata di moda", ha detto Eva Longoria, una delle vip del gruppo. Le celebrità, che includono attrici come Reese Witherspoon, America Ferrera, Ashley Judd, kate Blanchett, Meryl Streep e Natalie Portman, ma anche la produttrice Shonda Rhimes, Tina Tchen, che fu capo dello staff di Michelle Obama e Maria Eitel, co-presidente di Nike Foundation e una esperta di "corporate responsability", hanno firmato una lettera aperta pubblicata sul New York Times e sul giornale di lingua spagnola La Opinion: "Le donne non devono più combattere per farsi largo, salire nei ranghi o semplicemente per essere ascoltate e riconosciute in luoghi di lavoro dominati dagli uomini deve finire. È ora di dire basta a questo impenetrabile monopolio", scrivono le vip respingendo le critiche fatte al movimento #MeToo di essere distante dai problemi di chi le molestie le ha subite in fabbrica, in un hotel, negli ospedali o nei campi.
Time's Up non ha leader ma si articola in gruppi di lavoro, uno dei quali, guidato dalla professoressa di diritto Anita Hill è incaricato di creare un manuale anti-molestie nello show business. La Hill negli anni Novanta diventò il simbolo della lotta contro il sexual harassment (le molestie sessuali) quando le sue accuse non riuscirono a bloccare la nomina del giudice Clarence Thomas alla Corte Suprema. Proprio alla Corte Suprema il giudice capo Clarence Thomas ha chiuso il 2017 annunciando un'iniziativa per assicurare regole chiare antimolestie per il personale dal momento che "il sistema giudiziario non è immune". Intanto a Washington l'avvocatessa Gloria Allred sta raccogliendo fondi per finanziare l'azione legale di una donna, Summer Zervos, che accusa il presidente Donald Trump di molestie, mentre il gruppo American Bridge 21st Century Foundation sta considerano un fondo per incastrare sullo stesso soggetto politici repubblicani. (Ansa)
Da Hollywood a Washington il movimento #MeToo è passato al contrattacco: "Time's Up", il tempo è scaduto, è il nome dell'iniziativa che ha raccolto le adesioni di oltre 300 potenti donne della mecca del cinema per combattere l'epidemia di aggressioni sessuali e di discriminazione che accomuna il loro ambiente al resto del mondo del lavoro. Sulla scia delle accuse all'ex boss di Miramax Harvey Weinstein, attrici, registe, agenti, avvocatesse ed executive dell'entertainement hanno creato un fondo da 13 milioni di dollari per aiutare donne meno privilegiate di loro a proteggersi dalle molestie e dai contraccolpi di una denuncia.
L'iniziativa include una richiesta alle dive che domenica prossima parteciperanno ai Golden Globes di utilizzare il red carpet per vestirsi di nero: "Che sia un momento di solidarietà, non una sfilata di moda", ha detto Eva Longoria, una delle vip del gruppo. Le celebrità, che includono attrici come Reese Witherspoon, America Ferrera, Ashley Judd, kate Blanchett, Meryl Streep e Natalie Portman, ma anche la produttrice Shonda Rhimes, Tina Tchen, che fu capo dello staff di Michelle Obama e Maria Eitel, co-presidente di Nike Foundation e una esperta di "corporate responsability", hanno firmato una lettera aperta pubblicata sul New York Times e sul giornale di lingua spagnola La Opinion: "Le donne non devono più combattere per farsi largo, salire nei ranghi o semplicemente per essere ascoltate e riconosciute in luoghi di lavoro dominati dagli uomini deve finire. È ora di dire basta a questo impenetrabile monopolio", scrivono le vip respingendo le critiche fatte al movimento #MeToo di essere distante dai problemi di chi le molestie le ha subite in fabbrica, in un hotel, negli ospedali o nei campi.
Time's Up non ha leader ma si articola in gruppi di lavoro, uno dei quali, guidato dalla professoressa di diritto Anita Hill è incaricato di creare un manuale anti-molestie nello show business. La Hill negli anni Novanta diventò il simbolo della lotta contro il sexual harassment (le molestie sessuali) quando le sue accuse non riuscirono a bloccare la nomina del giudice Clarence Thomas alla Corte Suprema. Proprio alla Corte Suprema il giudice capo Clarence Thomas ha chiuso il 2017 annunciando un'iniziativa per assicurare regole chiare antimolestie per il personale dal momento che "il sistema giudiziario non è immune". Intanto a Washington l'avvocatessa Gloria Allred sta raccogliendo fondi per finanziare l'azione legale di una donna, Summer Zervos, che accusa il presidente Donald Trump di molestie, mentre il gruppo American Bridge 21st Century Foundation sta considerano un fondo per incastrare sullo stesso soggetto politici repubblicani. (Ansa)