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Meningite: dopo la studentessa morta a Milano cresce la paura. Ecco chi deve fare il vaccino

Il virologo Fabrizio Pregliasco spiega che tutti i bambini devono essere vaccinati, mentre gli adulti devono farlo solo se in zone a rischio

Meningite dopo la studentessa morta a Milano cresce la paura Ecco chi deve fare il vaccino

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Dopo i tre recenti casi di meningite della Toscana (un bambino e due donne decedute), i nuovi episodi di una bambina nel comune di Ardea, vicino a Roma, e di una studentessa deceduta a Milano hanno alimentato il timore che non si tratti più di un problema localizzato alla sola Toscana. Per questo le autorità si sono affrettate a spiegare che sono due fenomeni diversi. 'Non c'è alcun allarme meningite a Milano', spiega Giorgio Ciconali, responsabile dell'Igiene Pubblica della Ats Metropolitana aggiungendo che sono state sottoposte a profilassi precauzionale 120 persone che potrebbero essere entrate a contatto con la giovane. Insomma i casi di Milano e del Lazio sarebbero isolati mentre la Toscana resta una zona dove il batterio è realmente presente con una concentrazione maggiore che nel resto d’Italia.

Ma come si contrae la meningite? Cosa si può fare per prevenirla e perché la situazione della Toscana e diversa da quella del resto d’Italia. Insomma: dobbiamo allarmarci? Lo abbiamo chiesto al dottor Fabrizio Pregliasco, virologo presso il Dipartimento Scienze biomediche per la salute dell’Università degli Studi di Milano.

“Allarmarci no ma preoccuparci sì, o meglio continuare nell’azione di prevenzione e nella collaborazione con le autorità sanitarie. Almeno per quanto riguarda i cittadini toscani, bisogna aderire alle iniziative che la Regione, in accordo con l’Istituto Superiore di Sanità, attua da tempo. Perché questi sono solo gli ultimi episodi di una malattia che si sta evidenziando dal 2015 con oltre 70 casi complessivi in un territorio complessivamente limitato. Non sono gli unici casi in Italia perché su tutto il territorio nazionale se ne contano un totale di oltre 400 (come quelli del Lazio e di Milano, ndr), però la tipicità della situazione sta appunto in questa concentrazione geografica”.

Come si contrae la malattia?

“È importante dire che non si tratta di contagio interumano, cioè di una catena di episodi che si susseguono, ma di casi indipendenti l’uno dall’latro. Tutti sono però legati a una situazione strana, di cui non si ha motivo apparente, ma che è già capitata in altre nazioni e in altri momenti. Insomma non sappiamo perché succeda proprio in Toscana, ma qui ci sono troppi portatori di meningococco nelle prime vie aeree. Che il meningococco sia presente in gola è un fatto normale: ce n’è in genere nel 5-10% della popolazione. In Toscana invece, per motivi sconosciuti, sono arrivati al 30%. E questo fa sì che ci sia una maggiore probabilità che questi meningococchi, che in genere stanno nella gola e non danno fastidio, arrivino alle meningi scatenando una reazione che a volte arriva ad esagerare diventando meningite acuta e portando poi a un problema di sepsi, che vuole dire manifestazione complessiva di malattia grave”.

Dice che il contagio non è avvenuto tra persone, ma i batteri stanno nella bocca delle persone?

“Non è un’epidemia in cui c’è un caso indice e delle persone che si sono contagiate. I caso sono avvenuti in città diverse”.

Quindi non c’è una persona che ha contratto la meningite e che la contagia?

“Esatto non c’è la catena. C’è una situazione di difficoltà perché il batterio è in giro, ce né più di ciò che è normale, quindi è statisticamente più probabile che ci sia qualcuno che si ammala. Per questo  è importante la campagna di vaccinazioni universale ad ampio spettro che già dall’anno scorso la Regione Toscana sta cercando di attuare per ridurre questa quota di portatori”.

Quindi in Toscana dovrebbero vaccinarsi tutti: grandi, anziani e bambini?

“Sì, serve per ridurre il rischio per tutti. Normalmente le campagne vaccinali sono per bambini e adolescenti perché sono quelli più colpiti. Ma in quella regione è meglio che si vaccinino tutti perché, come abbiamo visto, sono stati colpiti pure adulti”.

Quindi si devono vaccinare tutti i bambini dappertutto, gli adulti solo nelle zone a rischio?

“Esatto, nelle altre regioni non è necessario che gli adulti si vaccinino”.

Ma lei consiglierebbe comunque di vaccinarsi pure agli adulti?

“Potrebbe essere l’occasione, perché in fondo il vaccino dà una copertura a lungo termine.”

Copertura per quanti anni?

“Il vaccino contro il meningococco C coniugato è valido per la vita intera. Il quadrivalente che viene usato, per esempio, negli adulti, dà una protezione maggiore dei 5 anni”.

Per il ceppo C il vaccino è per la vita, per gli altri ceppi?

“In Italia i ceppi B e C sono i più diffusi. Però se uno viaggia, ad esempio negli Usa dove è più diffuso il ceppo W, è meglio fare il quadrivalente”.

Il vaccino è gratuito o no?

“Se lo si acquista privatamente in farmacia costa sui 100 euro, a livello delle campagne regionali è gratuito. Ricordo che la vaccinazione è importante come metodo di controllo: ad oggi in Toscana ci sono solo 700mila persone immunizzate. Ci aspettiamo una maggiore copertura perché più vaccinati ci sono, tanto più si riesce a controllare la situazione”.

01/12/2016