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Il difficile e complicato rapporto tra madre e figlia adolescente

Il difficile e complicato rapporto tra madre e figlia adolescente

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Le ragazze adolescenti sono distanti dalle loro madri anche se sono madri giovani che ancora hanno voglia di essere belle e di giocare con la seduzione e con la femminilità. Spesso le figlie sono contente di avere madri che si truccano, che si vestono come loro in negozi da giovani, che intorno a loro hanno amici, affetti. Altre volte le adolescenti sono invece arrabbiate con madri competitive che rubano loro i vestiti e che cercano di lasciare indietro gli anni e in questo senso sono molto aggressive, critiche, infastidite da quella che ritengono una infelice competizione. Le figlie adolescenti con madri separate cercano di capire cosa sta accadendo, sanno che devono correre ai ripari, sostenere la fragilità, dare consigli. 

Le figlie adolescenti di coppie in crisi oscillano tra il desiderio che un matrimonio infelice si sciolga e che al contrario i genitori ce la facciano ad andare avanti, liberando loro dall’obbligo di tessere la trama degli affetti e di reggere la famiglia. Le ragazze che vivono in famiglie ricomposte, formate dai loro genitori con altri partner, famiglie dove possono esserci figli dei precedenti matrimoni o nuovi figli, cercano di capire come relazionarsi con fratelli e  sorelle, fratellastri e sorellastre, cercando di interpretare a modo loro i diversi principi educativi. I figli adolescenti, maschi e femmine, hanno ancora voglia di essere accuditi  e nello stesso tempo desiderano essere sicuri e intraprendenti, come richiedono gli stereotipi di assoluta autonomia oggi molto presenti. Sono consapevoli che anche i genitori hanno bisogno di aiuto, come se esistesse una lunga età dell’adolescenza che comprende le madri e i padri. Costruire una corretta relazione nasce dalla consapevolezza della differenza di età e del significato del ruolo di genitori. 

Una madre che sta costruendo di nuovo la sua vita, un padre che ricomincia da capo e ha una nuova compagna, i genitori conviventi che cercano di conciliare lavoro, tempo libero, viaggi, interessi e cura dei figli, offrono anche ai figli e alle figlie adolescenti una maggiore flessibilità che si accompagna a forti sensi di insicurezza. Oggi dobbiamo mettere insieme continuità e cambiamento e mentre in passato, mi riferisco alle nonne che crescono adolescenti, la continuità era opprimente e la trasformazione faticosa, in questa fase è come se dovessimo affrontare il problema opposto: come mantenere alcuni ancoraggi  mentre ci confrontiamo con la modificazione continua dei punti di vista. La famiglia cambia, cambiano le regole, cambia il significato della società. Gestire continuità e cambiamento, stabilità e flessibilità è un compito con regole nuove. Esiste una regola che rimane costante rappresentata dalla gerarchia e dai ruoli: gerarchia vuol dire che i figli hanno diritto ad avere genitori capaci di districarsi sulle fragilità emotive e sulle difficoltà; ruoli vuol dire che padri e madri, che nel tempo hanno assunto ruoli più integrati hanno ancora il compito di costruire le regole, rispettarle, farle rispettare e offrire modelli che possono essere discussi e trasformati, ma mai assenti.

Cosa possono fare le nonne e le madri con le nipoti/ figlie adolescenti?. Cosa vuol dir essere donna oggi, quali codici mettono insieme le identità al plurale che rappresentano il cambiamento? Un importante lavoro è stato consegnare alle bambine non solo le mestruazioni e le ovaie e l’utero, ma la vagina come loro organo interno,  luogo prezioso, personale, legato alla possibilità di ricevere e dare piacere e il clitoride, organo esterno con la sua radice interna, strumento di piacere nell’autoerotismo e nel petting. La consegna successiva è stata la consegna dei cambiamenti riferiti al ruolo della donna nel sociale e nella famiglia, nel rapporto di coppia, cercando di rendere la consegna adatta alle nuove leggi sulla parità e sul diritto di famiglia, sulla violenza come delitto contro la persona. Vivere la femminilità come seduzione, come espressione dei propri potenziali, è diventato un modello autorizzato, ma è fondamentale anche costruire la capacità di ottenere rispetto, la trasformazione del modello dell’amore debole a forte, vissuto nel proprio riconoscimento, legato al modello dell’attaccamento libero espresso nella formula io valgo, tu vali.

Eros ha preso campo come scelta di vivere la sessualità, ma la dimensione che deve passare è quella di una sessualità attiva e protetta dalle gravidanze e dalle malattie sessualmente trasmesse. Le nonne della contraccezione e le mamme dell’emancipazione sessuale hanno da spendere energie per condividere con le figlie il modello della sicurezza attiva e della capacità di mettersi in gioco e scegliere il modello della propria sessualità. Sessualità promisque in cui si subisce e non si prova piacere e dove non si riesce a chiedere tutela per la fertilità e la salute, dimostrano una falsa emancipazione. Portare con disinvoltura il progetto di figli verso i quaranta anni senza capire che si va incontro ad un rischio rispetto alla fertilità è molto pericoloso epr donne che dopo una certa età sono costrette a ricorrere ad una fecondazione assistita che comporta fatica e riduce i risultati proprio per eccesso di ritardo. Madri e nonne sono oggi di fronte ad un grande compito perché siano resi validi, significativi, i cambiamenti senza che in modo strisciante il nuovo contenga ancora passività e poca competenza a prendere decisioni utili per la costruzione di un modello femminile consapevole

01/12/2011