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Separazione e crisi: come salvare la coppia prima che sia troppo tardi

Separazione e crisi come salvare la coppia prima che sia troppo tardi

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Le coppie si formano per ricevere un aiuto rispetto al desiderio individuale di ricevere riparazione per i problemi affettivi non risolti nelle famiglie di origine e per avere un aiuto rispetto al processo di indipendenza autonomia. Si incontra una persona e diversamente dal rapporto con ogni altra si scopre che abbiamo voglia di fare tante cose e si decide di vivere insieme, sposarsi, avere figli. Contrariamente a quanto si pensa comunemente, fare progetti affatica l’amore, così come l’assunzione di responsabilità, l’impegno a gestire casa e denaro. L’arrivo dei figli spesso segna un’ ulteriore crisi legata a quello che accade a livello psicologico rispetto al confronto con la famiglia di origine. Si desidera essere la madre che non è stata nostra madre o si desidera che il partner sia un padre diverso dal nostro. Si rivivono esperienze ed emozioni, si può essere consapevoli del compito di tutela ed educativo o al contrario si può trovarsi improvvisamente prigionieri di compiti e doveri che ci soffocano, si può desiderare di essere aiutati in tutto o al contrario proibire ai aprenti genitori e suoceri di aiutarci nella gestione dei figli.

Sappiamo in psicoterapia che il figlio, il primo, cambia la relazione di coppia e porta ad un confronto diverso perché si modificano le alleanze: si può dare un segnale forte di amare più il figlio che il partner, si può volere il figlio nel lettone, si può salutare il figlio quando si torna a casa e dimenticare il/la partner, spesso ci sono lunghe interruzioni prima di riprendere la sessualità. E’ facile che ci sia bisogno delle famiglie di origine e che i genitori comincino a mettere bocca su tante cose diverse, creando ostilità. La crisi arriva all’improvviso e coinvolge tutti, crea scompiglio nelle alleanze e nelle relazioni, spesso la coppia scopre che l’alleanza costruita per riparare le mancanze affettive della famiglia di origine e per sostenere un cambiamento non è più così solida, spesso ci sono rimproveri per la mancata parità nel gestire i nuovi doveri.

Tradire sembra per molte persone un modo per riprendersi la libertà, per tornare indietro ad un tempo in cui si poteva pensare solo a se stessi e dimenticare gli altri. La speranza di tornare alla dimensione soggettiva non riesce a configurarsi come ricerca insieme al partner di nuove idee e risorse, il progetto magari tanto desiderato sembra creare ostacoli alla vita di un tempo, alla carriera, al lavoro, alle decisioni improvvise, alla voglia di libertà e di scelte solo personali . Tradire sembra essere una tranquilla forma di trasgressione, di disobbedienza, restituisce contro i doveri del noi, maternità, paternità, famiglia, la possibilità di pensare esclusivamente al desiderio sessuale o all’amore nuovo che si prova. Tradire restituisce la dimensione del segreto, di una consapevolezza mai collettiva di avere voglia di fare all’amore, solo perché lo vogliamo fare, per sentirci di nuovo interessanti e necessari. Oggi in modo forte il Super Io della dimensione genitoriale e la fedeltà di coppia sembrano rappresentare una paura rispetto alla voglia di vivere. Tradire può essere un modo per reggere il diventare grandi, come può essere un rischio rispetto alla costruzione della solidità di un rapporto.

Le rivelazione e le scoperte dei tradimenti costruiscono momenti di crisi o i tradimenti sono il segnale di  una difficoltà relazionale in atto che deve essere possibilmente scoperta prima. Attenzione al rancore e al disprezzo, al fatto che se siamo infelici deve essere colpa di qualcuno e in particolare del partner. Attenzione ai musi lunghi, alle frasi taglienti, attenzione se si è smesso di fare l’amore, se il sesso va in coda ad ogni altra esperienza, se non si trova più lo spazio per fare insieme le cose che amiamo, per parlare con le emozioni, raccontarsi, condividere, sentirsi amati.

Appena si sente arrivare il malessere non si deve far passare il tempo, si deve cercare di capire cosa ci sta mettendo in difficoltà, parlare subito con la/il partner e dopo tre mesi sentire qualcuno. Esiste una modalità di 4 sedute che prevedono un incontro di coppia, uno individuale per ambedue i partner e poi la sintesi di coppia. Siamo invitati a presentare i problemi che sono emersi, li definiamo insieme allo psicoterapeuta di coppia e li dividiamo per importanza, vediamo se i problemi sono presenti in tutti e due i partner o sono diversi. Nelle sedute individuali si indagano le motivazioni della composizione della coppia e si mettono in evidenza le delusioni più importanti  e le risorse di cui si dispone per risolvere i problemi.

Nella seduta di coppia si danno tra consigli pratici che sono confrontati e discussi per modificare i problemi più piccoli e per capire cosa sta sotto a quelli più gravi. Si prevede un incontro di controllo a distanza di due mesi per monitorizzare il cambiamento e eventualmente proporre di fare altre due sedute di consolidamento e riflessione su temi prescelti.. Perché consultare subito: perché la crisi di coppia nella convivenza crea strutture difensive che attaccano il rapporto e perché se non si risolvono i problemi si producono rotture della complicità e nell’intimità di coppia. Un percorso breve può aiutare subito a non strutturare i problemi e a riportare ad una nuova competenza relazionale ed emotiva.  

18/07/2012