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Canzoni, favole e film, quante censure all’epoca di Metoo

L’ultimo caso è quello di una canzone, un classico natalizio Usa, cancellato dal palinsesto di una radio perché ritenuto sessista

Canzoni favole e film quante censure allepoca di Metoo

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Vecchie canzoni censurate, opere liriche stravolte, favole riscritte. Cosa stanno combinando le femministe e il movimento metoo? L’ultima vittima del nuovo politically correct è 'Baby, it's cold outside', un noto brano del 1944 che è da anni un classico del periodo natalizio. Come racconta La Repubblica, il celebre motivo scritto da Frank Loesser per la moglie Lynn Garland è stata rimossa dal palinsesto natalizio di una radio dell'Ohio dopo le proteste del pubblico.

Il testo “incriminato”

Cosa dice di così terribile il testo della canzone Baby, it’s cold outside (bimba fa freddo là fuori, resta ancora con me)? Si tratta di un gioco di seduzione in cui lui cerca di trattenere lei e di non farla andare via. Le offre da bere un altro drink mentre lei si chiede cosa ci sia in quel bicchiere. Una seduzione forse un po’ pressante in cui lei dice di dovere andare e lui invece la trattiene in mille modi. Un atteggiamento al limite della molestia? Di sicuro non era così per l’autore e sua moglie che cantavano la canzone insieme. Ma così deve essere stato percepito da alcuni ascoltatori che hanno chiamato alla radio per lamentarsi di 'testi non appropriati'. Da qui la decisione dell’emittente di interrompere la riproduzione della canzone. Il conduttore radiofonico Glenn Anderson ha scritto: 'Il mondo in cui viviamo è estremamente sensibile ora e le persone si offendono facilmente, ma in un mondo in cui il #MeToo ha finalmente dato alle donne la voce che meritano, la canzone non ha spazio'. Anderson ha poi pubblicato alcuni dei testi potenzialmente offensivi della canzone, in cui un uomo cerca di convincere una donna a rimanere a casa sua più a lungo.

Favole misogine

Come esempio di questo movimento culturale che tende a non accettare più contenuti lesivi del principio dell’uguaglianza di genere, La Repubblica cita amche l’esempio di Keira Knightley che da poco ha dichiarato di rifiutarsi di raccontare alla figlia favole sessiste tipo La Sirenetta (rinuncia alla propria voce per un uomo) o Cenerentola (aspetta che un uomo ricco venga a salvarla). In effetti le favole classiche, da Biancaneve a la Bella addormentata, sono un campionario di misoginia (donne inette che devono essere salvate dal principe azzurro). Infatti nelle versioni cinematografiche hollywoodiane più recenti sono stata ampiamente revisionate.

Carmen non muore più

A questi due casi uniamo quello della Carmen che in un recente allestimento fiorentino non muore: invece che essere uccisa da Don Josè lo uccide, salvandosi. Il regista Leo Muscato ha dichiarato di avere cambiato il finale dell’opera di Bizet per lanciare un messaggio contro il femminicidio. Qualcuno ha apprezzato ma per lo più gli sono piovute addosso critiche ferocissime per avere stravolto un classico della lirica.

Se il marito picchia la moglie

È lecito questo revisionismo? Quante canzoni con un testo apertamente misogino dovremmo oggi censurare? Per non parlare dei film. Vi immaginate oggi una scena come quella dell’episodio Due cuori e una baracca di Sessomatto con Giancarlo Giannini e Laura Antonelli in cui lui la pesta per minuti interi e lei alla fine afferma: “però so’ contenta, l’omo è omo e deve menà”.
E prendete un altro classico delle filmografia nazionale: Amore mio aiutami, in cui Alberto Sordi picchia Monica Vitti fino a farle sanguinare il viso. Tutto normale, allora nessuno si scomponeva all’idea di un uomo che picchia la moglie, anzi si divertivano tutti: uomini e donne. Oggi una scena del genere è impensabile, ma c’è un ‘intera filmografia che dovrebbe sparire dalla programmazione televisiva se il criterio fosse quello della cancellazione dai palinsesti.

Nessuna tolleranza

La censura è sempre pericolosa, la rivisitazione, soprattutto quelle dei classici – vedi Carmen - fa scandalizzare i puristi. E allora? Viviamo in una fase di passaggio in cui è facilissimo urtare le sensibilità altrui. Impossibile rispettarle tutte. E allora meglio non censurare ma magari cogliere ogni occasione per rimarcare le differenze fra passato e presente. Perché, in fondo, che ci sia un pubblico che si scandalizzi perché trova un vecchio testo sessista e misogino è una buona notizia. Significa che la sensibilità generale sta cambiando e che ciò che prima era ritenuto normale, una seduzione pressante e al limite della molestia, o un marito che picchia la moglie, oggi non è tollerato. Basta collocare ogni fatto nel suo tempo.
E in fondo non è male ricordare alle proprie figlie, ma anche ai figli, che c’è stato un tempo in cui l’uomo (padre, fratello, marito e persino figlio) aveva sulla donna potere assoluto. La bambine di oggi ne rideranno ma soltanto alla nostra latitudine. Ci sono luoghi in cui il passato è ancora attuale e le donne del metoo sono solo un miraggio.

03/12/2018