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Donne e violenza, la Miss: 'Quando ho scoperto le cicatrici di mia madre'

La storia di Elis Mati, bellissima finalista a Miss Italia, è quella di tante donne: 'Ecco come ho imparato a difendermi'

Donne e violenza la Miss Quando ho scoperto le cicatrici di mia madre

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“Nella mia famiglia, di origini albanesi e greche, ci sono stati molti problemi. Mia madre ha subito violenza dal suo primo marito ma io l’ho scoperto quando ero un po’ più grande. Non mi spiegavo alcune cicatrici che aveva e poi lei mi ha raccontato quello che le era successo. Purtroppo è una situazione che accade spesso anche se non siamo più nel MedioEvo ma nel 2016”. Elis Mati ha un nome inventato da suo padre, innamorato di “Alice nel Paese delle Meraviglie” ma tanta paura nei suoi meravigliosi occhi azzurri. L’abbiamo incontrata a Jesolo, durante la fase finale di “Miss Italia”. La sua è una storia di “ordinaria violenza” come sottolinea questa ragazza nata a Riccione 23 anni fa “perché è una storia che purtroppo accomuna tantissime donne. Ognuna di noi ha un problema del genere. Può essere tua sorella, o tua madre, o un’amica o la vicina di casa. La violenza è un problema per tantissime donne”.

“La cosa importante è capire che esistono soluzioni. La prima e per me la più importante è l’educazione al rispetto delle persone. Già da piccoli, da bambini tutti devono essere educati a capire e rispettare anche chi sembra più debole. Che poi, si tratta solo di apparenze. Perché in realtà il più debole è proprio chi usa violenza.  Anche io ho avuto a che fare con persone che con me erano molto autoritarie. Poi col tempo ho scoperto che avevano un grande lato debole dovuto alla mancanza di affetto”.

Elis, diplomata al liceo psicopedagogico con una grande passione per la moda e per la danza, confessa anche che la storia di violenze subita dalla madre le ha cambiato il modo di approcciarsi agli altri: “Sono fidanzata da 5 anni con un ragazzo meraviglioso. Ma comunque in generale sto molto attenta alle persone che frequento. Nei rapporti sentimentali non ci si dovrebbe attaccare subito a una persona se non la si conosce bene e se non si è indagato anche il passato. È importante conoscere gli amici e la storia personale. E al primo campanello d’allarme bisogna solo fuggire”.

 

15/09/2016