Donne al volante in Arabia: la principessa in copertina su Vogue e le attiviste in carcere

La principessa Hayfa bint Abdullah Al Saud è stata ritratta al volante di una decapottabile, ma alcune delle sue connazionali che nei mesi scorsi hanno tentato di guidare un ‘auto sono in cella

di Redazione

E' polemica in Arabia Saudita per la copertina dell'edizione locale della rivista Vogue che mostra una principessa saudita al volante di una decappottabile. Il numero è un omaggio alle 'pioniere dell'Arabia Saudita' e alle riforme introdotte dal giovane e ambizioso principe ereditario Mohamed bin Salman. La polemica è legata alla recente raffica di arresti di attivisti per i diritti delle donne nel regno che per il 24 giugno ha promesso la revoca del divieto di guida per le donne.

La principessa sfida la tradizione

La principessa Hayfa bint Abdullah Al Saud, avvolta da abiti chiari e con il velo a coprire il capo, è ritratta seduta al volante della decappottabile rossa con guanti neri e tacchi a spillo nel deserto alla periferia di Gedda. 'Nel mio Paese ci sono conservatori che temono il cambiamento - ha detto a Vogue la principessa Hayfa, figlia del defunto re Abdullah - Io personalmente sostengo questi cambiamenti con grande entusiasmo'.

I recenti arresti

Queste immagini hanno suscitato indignazione per il fatto che, anche a maggio scorso, nella monarchia del Golfo ci sono stati arresti di almeno 11 persone, che negli anni si sono battute per i diritti delle donne e l'abolizione del divieto di guida. Almeno in quattro sono tornate in libertà, come ha confermato Amnesty International, ma delle altre non si sa nulla. Così sui social media è scattata la contestazione: la copertina di Vogue è stata modificata e al posto del viso della principessa ci sono i volti delle attiviste detenute.

Rilasciate prime 10 patenti a donne

Intanto, per la prima volta nella storia dell'Arabia Saudita dieci donne hanno ottenuto la patente di guida. La revoca del divieto di guida per le donne entrerà in vigore il 24 giugno e fa parte di una serie di riforme sociali avviate negli ultimi anni, tra le quali il permesso alle donne di diventare imprenditrici anche senza il consenso del marito o del padre, quello di fare le investigatrici e entrare allo stadio. Come detto, nonostante le parziali aperture restano in carcere diverse attiviste per i diritti femminili arrestate nel mese scorso.