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Giorgia Meloni, ruolo delle donne, maternità e diritti civili: 'Basta stereotipi. Ecco come la penso'

La leader di Fratelli d'italia, chiamata in causa dal Corriere della Sera, risponde sul 'fattore D' dove la 'd' sta per donne e diritti civili: 'Ce l'ho fatta non perché sono diventata brava come un uomo ma perché sono brava come una donna'

Foto Ansa

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Da settimane, da quando cioè questa inaspettata campagna elettorale ha preso il via e i sondaggi attestano Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia in testa alle preferenze degli italiani, al di là degli inevitabili scontri tra questa o quella coalizione, questo o quel partito, si è aperta una questione che a prima vista sembra paradossale. A schierarsi contro la leader di Fratelli d’Italia sono diverse donne del mondo dell’informazione e dello showbiz, da Loredana Berté a Elodie, a Chiara Ferragni.

Giorgia Meloni e il 'fattore D'

Così se è vero che il rischio di un rigurgito di cultura fascista ormai non viene più cavalcato da nessun candidato di opposto schieramento e che anche gli imprenditori e gli industriali a Cernobbio hanno applaudito le posizioni atlantiste e rassicuranti della Meloni, quella che resta la spina nel fianco della leader di Fratelli d’Italia è proprio “la questione femminile”. Un tallone d’Achille che Antonio Polito sul Corriere della Sera, in un editoriale pubblicato il 4 settembre, ha ribattezzato “il fattore D”. Dove la D sta per donne ma anche per diritti civili, due temi strettamente connessi.

'La destra maschilista? A sinistra non c'è una donna leader'

Così in maniera schietta, Giorgia Meloni ha voluto rispondere con una lettera indirizzata proprio al quotidiano di via Solferino per spiegare una volta per tutte la sua visione di famiglia e di società, il ruolo che al suo interno devono reclamare le donne e la sua visione su come ottenerlo. E lo fa innanzitutto denunciando “gli stereotipi ormai logori che dipingono la destra come retriva e maschilista, mentre il rapporto tra le donne e la sinistra in realtà è più sbandierato che effettivo: basta vedere come sia difficile trovare una donna leader in quel campo”.

'Ce l'ho fatta perché sono brava come una donna'

Poi la presidente di Fratelli d’Italia passa sul piano personale e risponde direttamente all’editorialista del Corriere della Sera: “Secondo Polito il messaggio che trasmetterei sarebbe quello di una donna che ce l’ha fatta perché “diventata brava come un uomo”. Penso invece di avercela fatta perché sono brava come una donna”, rivendica la Meloni che a quel punto spiega perché sia diffidente verso “le concessioni di posti o quote rosa da parte di leader maschi”. Per farlo porta ad esempio “la sostituzione di imperio” fatta da Enrico Letta dei capigruppo alle Camere, con l’indicazione di due donne. “Ritengo che le donne abbiano una grande forza autonoma che va liberata da mille impacci e ostacoli che la ingabbiano, ma non va umiliata o sottovalutata”.

'Le donne spinte ad adattarsi tra mille fatiche e sensi di colpa'

Così Giorgia Meloni parla della maternità che oggi è “speso un ostacolo perché il modello di cittadinanza è costruito intorno a un sistema che non permette di conciliare vita e lavoro”. E denuncia: “I ritmi spesso incidono più pesantemente sulle donne e le spinge a non avere figli o a doversi adattare a mille equilibrismi , mille fatiche multitasking, sentendosi sempre in colpa, sempre mancanti da qualche parte”. Ecco allora la rivendicazione della maternità  capace di “sviluppare competenze preziose, energie che vanno valorizzate e non, come avviene oggi, ignorate o peggio punite”.

Differenza tra conservatori e reazionari: 'Non vogliamo tornare indietro'

Infine la Meloni si sofferma sul tema dei diritti civili e sul discrimine tra conservatori e reazionari, tra chi cioè vuole conservare e tra chi invece vuole tornare indietro. “Noi non vogliamo tornare indietro, vogliamo costruire il futuro dove vogliamo portare la nostra storia, la tradizione, l’appartenenza al genere sessuale, la possibilità di un bimbo di avere una mamma e un papà, la solidarietà tra le generazioni, il rispetto per gli anziani, la cura dei più fragili”.

Donne libere di essere madri se lo vogliono senza rinunciare alla carriera

C’è anche un attacco alla sinistra e in particolare al ddl Zan: “Cosa vuole la sinistra per le donne? L’appiattimento della differenza sessuale, un nuovo modello patriarcale che distrugge il materno” visto che “l’utero si può addirittura affittare e le donne povere si possono sfruttare”. Infine una dichiarazione d’intenti: “Noi ci battiamo per una piena e integrale applicazione della 194, affinché le donne siano libere di essere madri se lo vogliono, senza rinunciare ai propri talenti, alla carriera e alla politica”. Non mancheranno le reazioni a questa presa di posizione che, comunque la si pensi, ha il merito di fare chiarezza.

05/09/2022