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[La storia] Netflix e Disney in campo per fermare la crociata americana contro l’aborto

Le due aziende hanno minacciato la sospensione delle loro produzioni negli Stati che adottano le nuove norme anti interruzione volontaria di gravidanza

La storia Netflix e Disney in campo per fermare la crociata americana contro laborto
di Michael Pontrelli

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Prosegue negli Stati Uniti la crociata contro l’aborto. Dopo Ohio, Mississippi, Missouri, Kentucky, Georgia e Alabama anche la Lousiana ha approvato leggi restrittive sull'interruzione volontaria di gravidanza adottando il criterio del battito cardiaco del feto. Decisione che rappresenta un vero e proprio giro di vite in quanto una donna potrà ricorrere all’aborto solo entro le prime 6 settimane. La nuova legislazione prevede eccezioni solo in caso di pericolo di vita per la mamma o patologie letali per il nascituro, ma non per i casi di stupro o incesto.

La storia Netflix e Disney in campo per fermare la crociata americana contro laborto

Battaglia legale contro le regole esistenti

Analogamente agli Stati che l’hanno preceduta anche la Lousiana sta apertamente sfidando una storica sentenza della Corte Suprema americana che disciplina l’aborto a livello federale, prevedendo un limite di 24-28 settimane. L’obiettivo è quello di spingere i legislatori federali a bloccare le nuove norme anti abortiste per avere la possibilità di presentare un ricorso davanti alla stessa Corte Suprema che ora (grazie alle nomine fatte da Donald Trump) potrebbe rivedere la sua storica sentenza e consentire ai singoli Stati di imporre limiti più stringenti. Si tratta dunque di una guerra legale fatta sulle spalle delle donne che, in caso di successo, pagherebbero le conseguenze di questa incredibile ondata antiabortista. 

La discesa in campo di Netflix e Disney 

Ma questa volta le donne americane non saranno sole. Al loro fianco, nella difesa di diritti che ormai si consideravano consolidati, sono scesi in campo due dei nomi più importanti dell’industria dell’intrattenimento a stelle e strisce: Netflix e Disney. Entrambe le aziende hanno annunciato che smetteranno di girare le proprie produzioni negli Stati che adottano le nuove norme anti interruzione volontaria di gravidanza, con pesanti ricadute, dunque, sulle economie locali. 

Le dichiarazioni dei top manager 

A subire il peso maggiore del boicotaggio potrebbe essere la Georgia. Solamente Disney impiega in questa area del Paese ben 92 mila dipendenti nelle sue produzioni. “E' molto difficile l’eventualità che si continui a lavorare in uno Stato con questo tipo di norme applicate” ha affermato l’amministratore delegato di Disney, Bob Iger. Contemporaneamente il responsabile dei contenuti di Netflix, Ted Sarandos, ha spiegato che 'in Georgia' la sua azienda 'impiega diverse donne i cui diritti, come quelli di milioni di altre, subiranno restrizioni severe”.

Un segnale che incita alla lotta 

Basteranno le azioni di Netflix e Disney per fermare la destra conservatrice americana? Difficile da dire. Di sicuro è comunque un bel segnale di incoraggiamento per quella fetta della società civile che si batte per non riportare indietro le lancette della storia.

La legislazione sull'aborto nei vari Paesi del mondo 

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03/06/2019