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“Niente figli, scelgo la sterilizzazione”, anche in Italia cresce il movimento Childfree

Nato negli Stati Uniti, il movimento si diffonde ovunque soprattutto tra le ragazze e i ragazzi sotto i 30 anni, ma il pregiudizio è ancora forte

Niente figli scelgo la sterilizzazione anche in Italia cresce il movimento Childfree

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In un mondo sovrappopolato (7,6 miliardi di persone) in cui siamo a pochi giorni dall’Overshoot Day: (l’ 8 agosto avremo consumato tutte le risorse rinnovabili della Terra del 2018, con 5 mesi di anticipo), la decisione di alcuni di non riprodursi dovrebbe essere salutata come una benedizione, e invece no. Nella nostra società la procreazione è ancora considerata un valore, e questo va bene, ma la consapevole scelta di non avere figli è invece percepita come un disvalore, e questo è irrispettoso del libero arbitrio altrui. Ne sa qualcosa chi si conta tra le fila di un movimento che continua crescere in Italia e nel resto del mondo, quello dei Childfree: letteralmente liberi da figli.

Uno stile di vita

Come racconta un bell’articolo di Tpi.it, il movimento, nato in America per rivendicare il diritto alla scelta di un progetto di vita che escluda la possibilità di diventare genitori, è un fenomeno sociale che prende piede soprattutto fra i 30enni e nel 2013 ha conquistato la copertina del Time. Il settimanale statunitense ha riassunto il senso del nuovo fenomeno sociale in una frase: “When having all means not having children”, quando avere tutto significa non avere bambini.

In Italia

Lo slogan del gruppo facebook Childfree Italia recita: I’m not childless, I’m childfree, non sono senza figli, sono libero dai figli. Una frase che evidenzia la libertà di scelta, insomma: non ho figli perché non li ho voluti, non perché “non ho potuto averne”. Una differenza sostanziale, perché un conto è fare di necessità virtù e mettersi l’anima in pace di fronte alla propria sterilità, un altro è sottoporsi alla vasectomia, per gli uomini, o all’asportazione delle tube per le donne. Cosa che fa inorridire ancora schiere di mamme e papà, nonni e nonne. Lo dimostra la quantità di insulti che il gruppo è costantemente costretto a censurare sul social.

Una scelta spesso non condivisa

L'epiteto più civile è quello di egoista, come se invece chi ha figli fosse ispirato da un atto di generosità, e ne è destinatario chi esprime liberamente la proprio volontà di vivere libero da eventuale prole, soprattutto le donne. Perché un uomo che non vuole figli viene percepito come normale: è solo uno che deve incontrare la donna (futura madre) giusta, quella che gli faccia cambiare idea o, al limite, che lo incastri. Ma una donna che non vuole figli va contro natura, contro la missione che il creato le ha assegnato. O peggio ancora, è un insulto nei confronti di tutte quelle che ci provano ma sono sterili. Ecco, una donna che si fa sterilizzare è qualcosa che fa gridare “allo scandalo”, per questo in tante lo fanno di nascosto e neanche rivelano chi abbia eseguito l’intervento né la struttura ospedaliera

La sterilizzazione volontaria o edonistica

C’è chi per la vasectomia ha scelto una clinica privata in Svizzera perché lì “nessuno ti sottopone a colloqui con lo psicologo per valutare la tua richiesta. In Italia invece sì”. In Italia, infatti, la sterilizzazione volontaria non è mai stata regolamentata anche se è consentita dalla legge. L’articolo 22 della legge 194, la stessa che consente l’aborto, ha depenalizzato la sterilizzazione volontaria, classificata come “edonistica” (a dimostrazione dello stigma sociale che si porta appresso), che fino al 1978 era reato punibile con la reclusione da sei mesi a due anni.

Addio tube alle di Falloppio

A richiedere la salpingectomia bilaterale volontaria, cioè l’asportazione delle tube, sono le childfree nullipare, donne che non hanno mai partorito e non intendo farlo mai. Nonostante affermino di non correre il rischio di cambiare idea, trovano molto difficile trovare un medico disponibile: la maggior parte si rifiuta di effettuare l’intervento chirurgico appellandosi all’obiezione di coscienza. Le donne che hanno fatto l’esperienza raccontano di aver potuto fare l’operazione in un ospedale pubblico, a costo zero perché la prestazione è offerta gratuitamente dal Servizio sanitario nazionale, in regime di day hospital. L’intervento si svolge con la tecnica laparoscopica e dura meno di 30 minuti. In genere il medico insiste nel presentare l’intervento come irreversibile. Quindi, se queste donne dovessero cambiare idea resterebbe loro solo la possibilità della fecondazione assistita per avere un bambino.

I numeri

Che sia per atto volontario o no, l’Italia è tra i paesi in Europa con il tasso di fecondità più basso, attualmente intorno a 1,34 figli per donna. Ma non esistono dati specifici sui Childfree. C’è pure da tenere conto del fatto che tanti vorrebbero avere figli ma non se lo possono permettere a causa della disoccupazione o di un lavoro precario. Questi, però, sono i childless, tutta un'altra storia.

03/08/2018