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Il ddl Pillon non piace neanche a Di Maio: “Così non va”. Sabato proteste in tutta Italia

Il disegno di legge del senatore leghista prevede l'affido condiviso e alternato che, in realtà, è possibile anche oggi ma sono pochi i genitori che lo chiedono. In particolare, pochi i padri

Il ddl Pillon non piace neanche a Di Maio Così non va Sabato proteste in tutta Italia
di Redazione

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Non avrà vita facile il cosiddetto ddl Pillon e, del resto, non ne ha avuto fino dal principio. Il disegno di legge del senatore leghista Simone Pillon sull'affido condiviso è una proposta avversata da più parti, già all'interno dello stesso governo, e sabato prossimo vedrà le proteste di 60 piazze italiane. Il testo, che prevede l'affidamento condiviso e alternato dei figli nelle coppie separate e l'azzeramento dell'assegno di mantenimento, 'così non va'. Lo ha detto in un'intervista a Elle settimanale il vicepremier e leader di M5S Luigi Di Maio spiegando che 'questa legge non è nei programmi di approvazione dei prossimi mesi'.

Contrari anche dentro il governo

Da fonti del ministero della Famiglia emerge che si tratta 'di una iniziativa parlamentare del senatore Pillon: seguirà il suo iter parlamentare e non è stata sottoposta al giudizio preventivo del ministro Fontana. Come tutte le proposte legislative avrà la possibilità di essere migliorata e modificata'. Poco meno di un mese fa il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega alle Pari Opportunità e alle Politiche Giovanili Vincenzo Spadafora aveva pubblicamente dichiarato: 'Non possiamo accettare la proposta del senatore Pillon così come è stata formulata'.

I numeri

Sono quasi 700 mila gli uomini e poco meno di un milione le donne divorziate coinvolte dal ddl. Non tutti hanno figli e la gran parte dei divorzi sono consensuali. La critica più forte che viene fatta è che questo ddl non fa i conti con la realtà e finirebbe per produrre figli divisi a metà. Per il ddl Pillon, la possibilità che un minore mantenga rapporti con entrambi i genitori passa dal doppio domicilio, che lui dice essere «la regola in molti altri Paesi». Alla doppia residenza il ddl lega la responsabilità genitoriale, che sarà in capo al genitore con cui, in quello specifico momento, il minore abita. L’assegno che un ex coniuge (in genere il padre) dà all’altro per il mantenimento della prole, viene meno in base al principio che le spese le sostiene il genitore presente al momento in cui le necessità si presentano.

Pochi padri chiedono di tenere i figli

Il ddl prevede - salvi casi di impossibilità materiale - che un figlio passi tempi di permanenza «paritetici o equipollenti» con padre e madre, almeno dodici giorni al mese compresi i pernottamenti, e abbia un doppio domicilio. Anche oggi è possibile avere l’affidamento alternato, ma non sono molti i genitori che lo chiedono. In particolare, anche a detta dei giudici, sono pochi i padri che lo chiedono. Il concetto dei figli divisi al 50 e 50 apre molti interrogativi pratici. Per esempio chi informerà la scuola degli spostamenti e del piano genitoriale e dei suoi eventuali cambiamenti? E come prenderanno i figli questo altalenarsi: costretti a cambiare casa, quartiere, ambiente ogni quindici giorni? Altri problemi potranno nascere in caso di urgenze sanitarie, non sapendo chi dei due genitori è in quel momento responsabile.

Dubbi del garante dell’infanzia

L'Autorità garante per l'infanzia e l'adolescenza Filomena Albano, che da tempo ha chiesto di essere audita dalla Commissione Giustizia del Senato, ha spiegato che 'il testo presenta criticità, in particolare la divisione paritetica dei tempi di permanenza del figlio presso ciascun genitore'.

Allarme Onu sul ddl Pillon

C’è pure una lettera inviata al governo dalle relatrici speciali dell'Onu Dubravka Šimonović e Ivana Radačić, che hanno lanciato un allarme 'discriminazione' sul disegno di legge presentato dal senatore e ora in discussione a Palazzo Madama. Per le relatrici, il testo 'introdurrebbe disposizioni che potrebbero comportare una grave regressione, alimentando la disuguaglianza e la discriminazione basate sul genere, e privando le vittime di violenza domestica di importanti protezioni'.

Manifestazioni in tutta Italia

E mentre l'iter parlamentare della proposta di legge si preannuncia 'molto lungo' - Pillon aveva parlato di un “regalo di Natale” ma oggi pare non sarà neanche un dono pasquale - sabato saranno quasi 60 le piazze che ospiteranno manifestazioni, sit-in, cortei, incontri pubblici e presidi per chiedere il ritiro del disegno di legge del senatore leghista e degli altri tre disegni di legge sulla stessa materia attualmente in discussione al Senato che 'rischiano di trasformare la separazione e l'affido in un campo di battaglia permanente'. Gli organizzatori assicurano che l'onda di protesta 'tocca tutte le regioni, dal nord al sud dell'Italia, dal Piemonte alla Sicilia'; a Roma l'appuntamento è in programma alle 11 in Piazza Madonna di Loreto, a pochi passi da piazza Venezia. Una mobilitazione imponente - spiegano - che vede fianco a fianco centri antiviolenza, come D.i.Re-Donne in rete contro la violenza, organizzazioni sindacali, Cgil, Uil, Cisl, Usb, associazioni di donne (Associazione nazionale volontarie Telefono Rosa, Udi), e del terzo settore, movimenti quali 'Non una di meno', ed ancora Arci, Arcigay, Arcidonna, associazioni professionali, comitati cittadini formatasi ad hoc e associazioni che si occupano di infanzia. Tutti uniti contro le idee proposte da Pillon, bocciate già da quasi centomila persone che hanno firmato su Change.org la petizione lanciata dalle Donne in rete contro la Violenza (D.i.Re.).

09/11/2018