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Salvini raccoglie le firme per la castrazione chimica. Cos’è e quali paesi la adottano

La maggior parte degli Stati che la contemplano, prevede la volontarietà del soggetto che la sceglie come alternativa al carcere ma deve essere bene informato sugli effetti collaterali

Salvini raccoglie le firme per la castrazione chimica Cosè e quali paesi la adottano
di Redazione

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Periodicamente in Italia, dopo casi di cronaca riguardanti stupri o atti di pedofilia, si riaccende il dibattito sulla castrazione chimica: cavallo di battaglia prevalentemente di partiti di destra come la Lega, relatrice di una proposta di legge mai discussa dal Parlamento, e Fratelli d’Italia. Ma la castrazione chimica, prima di essere una locuzione della quale politici come Matteo Salvini amano riempirsi la bocca evocando l’idea di una punizione aggiuntiva rispetto alla galera, nasce invece come antitesi all’ingresso in carcere. Ciò non impedisce al ministro dell'Interno di cavalcare l'onda dell'indignazione popolare con una raccolta di firme realizzata lo scorso fine settimana 'a sostegno della Proposta di Legge della Lega per introdurre la castrazione chimica (oltre al carcere) per curare pedofili e stupratori. Il carcere non basta'.

Come funziona

La castrazione chimica è un tipo di intervento, solitamente non definitivo, volto ad inibire la funzionalità sessuale. Comporta la somministrazione di farmaci che agiscono a livello ormonale (ma anche di psicofarmaci) che portano alla riduzione della libido, quindi della pulsione e della funzionalità sessuale.

Motivazioni

È stata sviluppata come misura di prevenzione della reiterazione di violenze sessuali in soggetti come stupratori e pedofili già ritenuti colpevoli di tali reati. In genere la legislazione dei paesi dove è prevista contempla la volontarietà talora in cambio di sconti di pena. In questo caso si fa affidamento sul fatto che il soggetto sia incapaci di controllare la pulsione ma abbia la volontà di non reiterare il reato.

Farmaci utilizzati

I farmaci utilizzati sono in genere gli anti-gonadotropinici, gli anti-androgeni non-steroidei e gli agonisti dell'ormone di rilascio delle gonadotropine. In particolare viene utilizzato il medrossiprogesterone, agisce sul cervello inibendo il rilascio degli ormoni che stimolano i testicoli alla produzione di testosterone, uno dei principali ormoni sessuali. Soprattutto negli Stati Uniti vengono usati anche psicofarmaci noti per indurre gravi disfunzioni sessuali, come gli antipsicotici che bloccano la pulsione inibendo l'azione della dopamina (uno dei neurotrasmettitori più implicati nello stimolo e nel piacere sessuale); gli antidepressivi SSRI che provocano un'ampia gamma di disfunzioni sessuali spegnendo la ricerca ossessiva del rapporto. In alcuni casi si trattai farmaci con effetti irreversibili.

In quali paesi è prevista

La castrazione chimica è prevista in diversi Paesi europei e in alcuni stati degli Stati Uniti dove però alcune associazioni per i diritti civili ne contestano l'applicazione; in particolare l'ACLU (American Civil Liberties Union) sostiene che sia contraria alla costituzione degli Stati Uniti. In Europa è in uso in Svezia, Finlandia, Germania, Danimarca, Norvegia e Belgio. La Francia ne fa un uso limitato e comunque subordinato al consenso del condannato, che deve essere informato degli effetti collaterali. Sperimentazioni sono in corso in Portogallo e nel Regno Unito. In Russia e in Polonia invece la castrazione chimica è obbligatoria per i colpevoli di stupro su minorenni. Ne fanno uso anche Israele e Nuova Zelanda.

Esempi storici

Nel corso della storia è anche stata utilizzata per correggere quelle che un tempo erano considerate parafilie patologiche e immorali (come l’omosessualità) e come forma punitiva. Si ricorda il caso del famoso matematico e informatico Alan Turing, padre dell'informatica teorica, che nel Regno Unito fu sottoposto (a sua scelta ma in alternativa al carcere) a castrazione chimica dopo la condanna, nel 1952, per omosessualità.

In Italia

Il 3 aprile scorso, lAula della Camera ha bocciato l'ordine del giorno di Fdi al ddl codice rosso che impegnava il governo (che si era rimesso all'Aula) ad adottare ogni iniziativa anche normativa per introdurre la possibilità di subordinare alla castrazione chimica la concessione della sospensione condizionale della pena in caso di condanna per reati sessuali. L'emendamento era stato votato solo da Fdi e Lega. I voti a favore sono stati 126, 383 i contrari, un astenuto.

Dubbi sull'efficacia

I dubbi su questo trattamento sanitario riguardano il fatto che sia invasivo, invalidante e in alcuni casi non reversibile. In caso di reversibilità invece, una volta terminati gli effetti della castrazione chimica, niente e nessuno garantisce che il soggetto non torni a commettere il reato. Inoltre non è detto che la riduzione del livello di testosterone e l’inibizione della libido siano sufficiente a impedire uno stupro. Gli psichiatri sottolineano che la violenza sessuale quasi mai è legata alla mera soddisfazione di un impellente bisogno fisiologico sessuale, ma più spesso è legata all’esercizio del potere, della forza, dell’umiliazione e della prevaricazione della vittima. Insomma nessuno salva le vittime da una violenza, anche sessuale, operata per esempio con oggetti.

30/04/2019