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Segretaria riceve in eredità l’azienda dal suo capo e la salva grazie alle quote rosa

Un imprenditore vicentino è morto lasciando la sua impresa alla propria collaboratrice che l’ha rilanciata e fatta crescere anche grazie a una dirigenza rosa

Segretaria riceve in eredità lazienda dal suo capo e la salva grazie alle quote rosa
di Redazione

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In un contesto economico disastrato come quello italiano, è corroborante leggere di un’azienda che, non solo sbarca il lunario ma riesce pure a premiare i suoi dipendenti per i buoni risultati raggiunti. Sapere in più che quell’impresa è un esempio di pari opportunità e ha felicemente registrato l’avvicendarsi alla sua guida tra il fondatore e la sua segretaria, dà un nuovo sapore alla speranza per il futuro.

L’eredità

La storia della Dioma, piccola impresa di Vicenza di componenti in plastica per auto nata nel 1967, è stata raccontata da La Repubblica: il fondatore Leonardo Martini si ammala e muore. All’apertura del suo testamento si scopre che, nonostante abbia una compagna, due sorelle nipoti vari, lascia l’azienda alla sua segretaria storica. Non ai suoi dipendenti, come in un primo tempo si ipotizza, ma proprio alla sua più stretta collaboratrice: Cristina De Rosso che alla lettura dell’atto è la più meravigliata. La famiglia del fondatore non la prende benissimo, ma non impugna il testamento.

Dirigenza rosa

I colleghi della donna, che passa dell'amministrazione a diventare imprenditrice, si dichiarano soddisfatti capendo che quella è una scelta lungimirante e di continuità. L’intuito del vecchio proprietario si rivela infatti ottimo visto che la nuova gestione porta la Dioma ad ottiene la certificazione internazionale agognata da anni, diversifica i prodotti e nel giro di breve tempo raccoglie risultati di crescita a doppia cifra. Il tutto grazie anche a massicce dosi di quote rosa imposte all’indomani dalla sua dirigenza. “All’inizio ero l’unica donna in azienda, oggi siamo in otto, tre in posizioni dirigenziali, e il cda è per due terzi composto da donne”. Insomma un bell’esempio di buona gestione e forse una conferma che una nuova generazione di industriali può farcela in questo Paese.

17/10/2018