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“Non è stupro, l'uomo deve poter vincere le resistenze della moglie”: l’assurda motivazione in un processo

È polemica sulle motivazione per una richiesta di archiviazione della denuncia per violenza di una donna nei confronti del marito, da parte di una pm di Benevento

Non è stupro luomo deve poter vincere le resistenze della moglie lassurda motivazione in un processo
di Redazione

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Fa discutere la motivazione con la quale un pubblico ministero della Procura di Benevento ha chiesto l'archiviazione della denuncia di una donna per violenza da parte del marito. Agli atti ci sono considerazioni che sembrano arrivare direttamente dal secolo scorso e che, tra l’altro, sarebbero da attribuire a una pm. Ecco le frasi - riportate dal Fatto Quotidiano - che hanno dato origine alla polemica: a volte l'uomo deve 'vincere quel minimo di resistenza che ogni donna, nel corso di una relazione stabile e duratura, nella stanchezza delle incombenze quotidiane, tende a esercitare quando un marito tenta un approccio sessuale'.

Femminicidio per scherzo

Nelle motivazioni per la richiesta di archiviazione, i presunti atti violenti denunciati dalla donna sono ritenuti 'fatti carnali che devono essere ridimensionati nella loro portata' anche perché commessi 'in una fase del rapporto coniugale in cui' lei 'ha messo seriamente in discussione la relazione, meditando la separazione'. E ancora, la donna parla di un “grave episodio” avvenuto a ottobre 2019: è la festa del compleanno di uno dei due figli. La cena era quasi pronta, quando il marito sente al telegiornale un caso di femminicidio. L’uomo prende “il coltello con cui stava tagliando il pane”, scrive la pm nella richiesta di archiviazione, e lo punta al collo della moglie, “dicendo che prima o poi sarebbe stato menzionato lui al telegiornale”.

“Cattivo gusto” e non minaccia

Il tutto davanti a due testimoni, la suocera e la cognata che confermano. E qui arriva la parte più sorprendente: per la pm quel gesto “per quanto di cattivo gusto” è stato “compiuto per scherzo”. Conclusione alla quale la giudice giunge “tenuto conto del contesto in cui è avvenuto”, ossia “la preparazione familiare della cena di una festa, dinanzi a testimoni”. La teoria seguita è quindi che l’uomo abbia sempre scherzato. E – seguendo questa logica – la donna deve aver frainteso anche alcuni approcci. La descrizione nella stessa richiesta di archiviazione è la seguente: la donna “parla di pressione esercitata dal marito che la faceva sentire obbligata ad avere rapporti sessuali con lui”, rapporti che lei “subiva” “per non svegliare il figlio”.

“Non consapevole della non consensualità”

La conclusione della pm è questa: “Considerato la sussistenza di un rapporto di coniugio, appare arduo sostenere che sia provata la consapevolezza in capo” al marito “della non consensualità al rapporto sessuale, considerato anche comune negli uomini dover vincere quel minimo di resistenza che ogni donna, nel corso di una relazione stabile e duratura, nella stanchezza delle incombenze quotidiane, tende a esercitare quando un marito” – che nel caso specifico “appare particolarmente amante della materia” – “tenta un approccio sessuale”. Che queste parole arrivino da una donna, la pm, rende il tutto ancora più assurdo

La nota della Procura di Benevento

La Procura di Benevento però, guidata da Aldo Policastro, con una nota, tiene a sottolineare: 'Da noi nessuna sottovalutazione del seppur minimo approccio costrittivo nei rapporti interpersonali tra uomo e donna'. E si evidenzia che l'opposizione all'archiviazione presentata dalla donna 'è all'esame dell'ufficio' che, viene sottolineato, 'è assolutamente estraneo alla prassi e agli orientamenti di tutto l'ufficio ogni e qualsiasi sottovalutazione del seppur minimo approccio costrittivo nei rapporti interpersonali tra uomo e donna e in generale in quelli che involgano la liberta in generale e quella sessuale in particolare'. A testimonianza di ciò si riporta l'impegno di tutto l'ufficio in tema di violenza di genere con la costituzione, fin dal 2017, e la quotidiana operatività dello Spazio ascolto per le vittime vulnerabili e di violenza di genere e del Tavolo tecnico interistituzionale che ha già varato protocolli comuni e di rete, Direttive condivise tra ben 27 enti partecipanti, corsi di formazione per operatori e polizia giudiziaria insieme alle Università operanti sul territorio, momenti di confronto e di approfondimenti sulla violenza di genere con la cittadinanza e le scuole del territorio e facilitato l'adozione dei percorsi rosa negli ospedali del territori'. Insomma non si capisce se la procura si dissoci dalle motivazioni della sua pm o voglia affermare che l’archiviazione sia stata chiesta per motivazioni che esulano dai virgolettati qui riportati.

Opposizione all’archiviazione

Come scrive ancora Il Fatto quotidiano, alla richiesta di archiviazione, Michele Sarno avvocato della donna, ha presentato opposizione. A questo punto la Procura potrà accogliere o rimanere sulla propria posizione magari decidendo di argomentarla diversamente, visto che le parole fin qui espresse sono un compendio di sessismo, ancorché espresse da una donna.

La reazione politica

Sconcertata è la deputata di Italia Viva, Silvia Fregolent, per la quale 'le motivazioni della richiesta di archiviazione a Benevento, da parte del pubblico ministero, sulla denuncia di una donna nei confronti del marito per violenza sono francamente allucinanti'. 'Se il fatto non sussiste venga detto chiaramente mentre minimizzare significa non solo offendere la dignità delle donne ma mettere a rischio la vita delle persone. È stato appurato che moltissimi femminicidi, addirittura uno su sette, potevano essere evitati se le denunce fossero state prese sul serio. Qui siamo di fronte a giudizi da parte del pm che riportano il paese ai tempi del delitto d'onore', conclude la parlamentare.

20/12/2021