La calciatrice: 'Sono incinta, il club mi lascia senza stipendio. Mi sento come un giocattolo vecchio da gettare'

'Per una donna dovrebbe essere normale sognare di fare la calciatrice e avere una famiglia. Sono incredula, ogni anno ci sono giocatori che si fanno male a lungo. Il Cesena si comportò diversamente

di Redazione

E' una storia di donne. Una storia dei nostri tempi. 'Sono incinta e la mia squadra mi ha tolto lo stipendio'. È il j'accuse di Alice Pignagnoli, 34enne portiere di calcio della Lucchese, in Serie C femminile, che denuncia la sua società. La notizia è stata riportato sul Qn-il Resto del Carlino. L'atleta nata a Reggio Emilia - nel suo curriculum vanta esperienze con la Reggiana femminile, Milan in serie A e poi Torres con la quale ha vinto Scudetto e Supercoppa Italiana nel 2012 - racconta: 'A metà ottobre ho scoperto di essere incinta per la seconda volta, l'ho comunicato al manager della Lucchese, Mario Santoro e mi sono sentita dire che gli impegni presi in estate vanno rispettati: non era più loro intenzione pagarmi ciò che mi spetta'.

L'amaro post sui social

Poi lo sfogo anche in un lungo amaro post sul suo profilo social: 'Mi sono sentita ferita come donna, madre e atleta. E anche molto sola, incapace, un giocattolo vecchio da gettare'. E continua: 'La società mi ha deluso. Dopo quanto successo due anni fa col Cesena, non me lo sarei mai aspettato'. A giugno 2020 infatti la società romagnola per la quale Pignagnoli ha militato tre stagioni, le rinnovò il contratto al 7/o mese di gravidanza (Alice ha già una figlia, Eva), dando un segnale inedito nel mondo del calcio femminile italiano. E la calciatrice è diventata un simbolo per i diritti delle calciatrici.

'Ci sono calciatori che si fanno male a lungo'

'Per una donna dovrebbe essere normale sognare di fare la calciatrice e avere una famiglia - argomenta Pignagnoli - Sono incredula, ogni anno ci sono giocatori che si fanno male a lungo: una società dovrebbe essere pronta a tutto'. Il suo contratto col club toscano scadrà il 30 giugno e una rescissione non è possibile proprio perché dopo l'esempio del Cesena, è stata abolita la norma che prevedeva l'interruzione del contratto con un'atleta in gravidanza. La Lucchese - che al momento non ha commentato la vicenda - dovrà pagarla fino al 31 gennaio. Da febbraio a giugno toccherà al fondo per la maternità della Federazione. 'A giugno partorirò e dal 1° luglio sarò svincolata - conclude la calciatrice reggiana - :chissà se ci sarà una società che avrà la forza di offrirmi un contratto'.