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L’idea del calendario con le donne nude da votare non piace: accusa di sessismo per il Codacons

L’associazione dei consumatori è stata travolta dalle critiche per il suo 2021 in immagini: 12 donne coperte solo con una mascherina tricolore e la richiesta di votare la preferita

Lidea del calendario con le donne nude da votare non piace accusa di sessismo per il Codacons
di Redazione

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Cosa c’entra un’associazione di consumatori con un calendario di donne nude? È la domanda che si sono fatti in tanti a cominciare dal politico Carlo Calenda fino alle giornaliste Giulia Innocenzi e Monica Leofreddi, tanto per citarne alcuni. In mezzo una marea di associazioni femminili ma anche di semplici cittadini indignati dall’suo del corpo femminile per “raccattare qualche euro”. Il dissenso è partito dai social dove l’iniziativa del Codacons per il calendario del 2021 è stata condivisa come esempio di pessima comunicazione e bieco sessismo.

L’indignazione di Calenda

Il leader di Azione e candidato sindaco di Roma non ha usato mezzi termini e su Twitter ha contestato il calendario, ma soprattutto l’invito del Codacons a votare la foto preferita direttamente sul sito dell’associazione: “L’idea di donna è l’unica che il solitario neurone di Rienzi (il presidente dell’associazione, ndr.) riesce a concepire”.

La difesa del Codacons

Il Codacons ha risposto scrivendo che l’autrice degli scatti, Tiziana Luxardo, “nei suoi lavori trasforma il corpo femminile in linguaggio, una forma di comunicazione che non ha nulla di volgare, scandaloso. Proprio vero: la malizia è negli occhi di chi guarda”. Le modelle posano “simbolicamente vestite solo da una mascherina anti-Covid, in una cartolina con tanto di Francobollo, rimandando a un tempo che non c’è più, quando i saluti venivano scritti e non inviati con il cellulare”.

La fotografa: “L’idea del concorso non è mia”

Peccato che la fotografa non sapesse nulla dell’iniziativa del concorso. Tiziana Luxardo, autrice degli scatti di Italienza, ha difeso i nudi artistici, “ma l’idea del concorso la boccio, non mi appartiene, è stata una scelta del Codacons, sono sempre stata femminista, ho fatto calendari sulla disabilità, contro la violenza, volevo celebrare la bellezza dell’Italia non certo mercificare il corpo delle donne”. Intanto continua la richiesta di ritirare il calendario ma per il momento l’associazione dei consumatori non fa una piega.

16/12/2020