La denuncia dell'unica modella taglia 48: 'Sulle passerelle sempre più ragazzi magri e tristi'

Elisa D'Ospina parla della recente Fashion Week dove anche i modelli hanno sfilato con fisici caratterizzati dall'estrema magrezza

di Redazione

La bellissima modella italiana taglia 48, che dal 2008 è portavoce della filosofia body positive, affinché le ragazze non si facciano condizionare dagli standard imperanti di estrema magrezza imposti dalle case di moda e che si è sempre battuta contro i disturbi alimentari per aiutare tantissime donne, ha denunciato la presenza di modelle ma anche di modelli ossuti e macilenti sulle passerelle della recente Fashion Week .

Sembrava che in questi anni si fossero fatti dei passi avanti e che la parola curvy avesse ormai spazzato via gli stereotipi delle taglie ideali e della magrezza è uguale bellezza ma in realtà il cammino è ancora molto lungo e se prima il problema era legato solo alle donne ora, anche i modelli maschili, sembrano andare nella direzione della magrezza estrema.

Elisa particolarmente sensibile al tema, che quasi stenta a credere di essere, nonostante la sua taglia 48, ancora sulle passerelle, scrive un post che fa riflettere:

”Se da piccola mi avrebbe detto che a 38 anni mi sarei ritrovata in passerella alla Milano Fashion Week non ci sarei mai creduto. Per la moda sono sempre stata troppo: troppo alta, troppo formosa, troppo mediterranea. Sono entrata in punta di piedi in questo mondo che avevo 25 anni dopo che a 15 anni in un'agenzia di moda mi hanno risposto che con la mia fisicità nel Fashion system avrei al pulito i cessi. A 25 anni ho iniziato a lavorare come modella taglie forti e non mi piace questo appellativo ho portato in Italia il termine Curvy. Nel 2010 ho ideato un manifesto che ha inaugurato la sezione Vogue Curvy e che ha fatto il giro del mondo.

Ho iniziato a viaggiare lavorando a New York, San Francisco e in tutta Europa. Dal 2008 in tv ho portato il body positive affinché le ragazze non siano ossessionate da stereotipi. Oggi è un'altra piccola tappa importante di questo percorso perché lavorerò in Italia, per un brand italiano, che mi ha scelta per quello che sono e ha valorizzato la mia fisicità con un vestito spettacolare. Sono l'unica modella italiana taglia 48 che sta lavorando in una fashion week e questo mi lusinga da un lato e dall'altro mi fa capire quanto lavoro c'è ancora da fare . Oggi in passerella non ci sono solo io, ci sono molte di voi con me che mi hanno seguita e sostenuto in questo percorso. Ci sono anche le persone che non credevano in me, che hanno provato a demoralizzarmi o addirittura a demolirmi. A loro va il grazie più grande: essere diversa da loro mi ha portato dove sono oggi.”

La modella evidenzia che il problema dell'eccessiva magrezza non interessa più soltanto le donne ma anche gli uomini e posta una serie di foto impressionanti accompagnate dalla didascalia:

“Prima c'erano solo le donne in passerella magrissime e tristi, oggi anche gli uomini. Chissà perché la moda si ostina ancora ad avere questa immagine. Abbiamo raccolto molte migliaia di firme che sono ancora lì in attesa che qualcuno voglia confrontarsi con noi dove chiedevamo di accertare che le modelle usate nelle fashion week non siano in eccessivo sottopeso. Per fortuna negli anni qualcosa è cambiato, ma c'è ancora molto lavoro da fare. Moltissimo.”

Effettivamente in questi anni qualcosa è stato fatto, la presenza di donne “normali” nei programmi tv, di alcune influencer che sui social hanno trovato il coraggio di mostrarsi senza filtri facendo dei propri difetti un punto di forza, ha sicuramente segnato un cambio di rotta ma la strada è ancora molto lunga e il problema molto complesso.

I social network in questi ultimi anni non sono stati d'aiuto, l'imposizione subdola di questi modelli di bellezza standardizzata fatta di donne dagli zigomi prominenti, il seno grande, le labbra carnose, le gambe magrissime e lunghe non hanno fatto altro che creare, nelle ragazze “normali”, una crescente e pericolosa insoddisfazione verso il proprio corpo con effetti devastanti dal punto di vista psicologico ed emotivo.