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La fidanzata di dj Fabo: 'Ero l’addetta alla sua speranza. Lui è ancora con me'

Valeria Imbrogno ha appena vinto il campionato europeo di pugilato. Il 27 riceverà Magna Grecia Awards

La fidanzata di dj Fabo Ero laddetta alla sua speranza Lui è ancora con me

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Il prossimo 27 luglio a Taranto riceverà il premio Magna Grecia per storie di resilienza femminile e nessuna più di Valeria Imbrogno si merita un riconoscimento con un  titolo dedicato alle “storie di donne che trasformano gli urti della vita in esempi da condividere”. Campionessa europea di boxe per i pesi minimosca e fidanzata di dj Fabo, morto con il suicidio assistito in Svizzera il 27 febbraio 2017, verrà premiata per l’impegno a favore dei diritti civili e per la sua capacità di “prendere a pugni” la vita.

Per l’occasione l’abbiamo raggiunta telefonicamente e ci ha raccontato dei suoi ultimi traguardi, dei progetti ma anche dei ricordi e di quell’amore che non morirà mai.
“Con Fabiano c’era una complicità che era nata subito ed è il motivo forse per cui ci siamo amati tanto. Sempre era presente il concetto che la vita è bella e va vissuta in piena libertà di scelta. Il concetto di essere liberi sempre, di poter scegliere per se stessi. Dalle scelte quotidiane alle cose più importanti. Quella volontà ci ha dato forza anche nell’ultimo periodo della battaglia che abbiamo fatto insieme”.

Come ha vissuto la decisione di Fabiano per il suicidio assistito?
“Non ero contraria, semplicemente ho cercato di mostrargli ulteriori scelte dopo il tentativo con le staminali. Sapevo che sarebbe stato il mio porto d’arrivo finale, quello su cui basare la mia speranza. Ecco io ero un po’ l’addetta alla speranza, quella di andare avanti e vivere la sua vita così. Ma sapevo benissimo che, dopo le staminali, nella sua testa tutto si sarebbe fermato. In realtà i miei tentativi di proporgli altro, di continuare a vivere così: noi al lago, noi in una casa nostra, noi in India ancora una volta, noi in qualche altra maniera diversa dall’andare in Svizzera, erano un modo estremo di dargli ancora speranza. Ma sul fatto che quella non fosse vita da vivere, per come l’ho sempre conosciuto, ero d’accordo. Lui me lo ha proprio chiesto: ‘Valeria, secondo te questa è vita?’, e io ero d’accordissimo nel dire con lui che non era vita quella”.

La vicenda di Fabiano è stata determinante nell’approvazione successiva della legge sul testamento biologico, anche se il suicidio assistito resta lontano dalle possibilità date oggi dalla norma. Lei si sente di continuare questa battaglia come una sorta di testimonial?
“In realtà io e Fabiano ci siamo ritrovati un po’ inconsapevolmente in questa battaglia. Lui è diventato il paladino della legge sul testamento biologico, e io al suo fianco, ma non è stata una scelta, ci siamo trovati nella situazione strada facendo. E adesso mi auguro che con il processo del 23 ottobre alla Corte Costituzionale a Marco Cappato (accusato di istigazione al suicidio per avere accompagnato Dj Fabo, ndr) si riesca a fare ridiscutere l’articolo 580 della Costituzione proprio sull’istigazione al suicidio. Per il futuro, darò sicuramente il mio supporto, ma essere addirittura la paladina no. Ciò che penso è che chiunque dovrebbe combattere per la propria libertà di scelta, in qualsiasi campo”.

Lasciamo il passato e veniamo al presente di Valeria Imbrogno che è una boxeur psicologa.
“Io faccio pugilato da 20 anni, è sempre stato parte di me. Sono sempre stata una sportiva e dopo avere provato tante discipline alla fine ho trovato nella boxe ciò che più mi si addiceva. Così è nata la mia carriera fino al traguardo più recente: vincere l’europeo professionista dei pesi minimosca. Il pugilato mi ha sempre dato equilibrio nell’affrontare la vita quotidiana. La boxe insegna che, per prendere meno colpi, devi essere razionale: capire dove sei, in quale situazione ti trovi, ad avere controllo su tutto. E questo è il più grande insegnamento”.

E quando si sente dire che il pugilato è uno sport inadatto alle donne?
“Ma ormai succede poco. È un pensiero talmente obsoleto, e noi atlete siamo tante, alcune anche molto brave. Io adesso però mi riposerò e penso di dedicarmi ad altro”.

In fondo lei è sempre una psicologa.
“Sì, ora sto seguendo il progetto 'Pugni Chiusi' nel carcere di Bollate assieme all’amico Mirko Chiari: un corso di pugilato organizzato per i detenuti con i quali lavoro sia come pugile sia come psicologa. E poi ho scritto il libro Prometto di perderti, io Dj Fabo e la vita più bella del mondo (edito dal Baldini e Castoldi) che è il racconto della nostra storia  d’amore da quando ci siamo conosciuti a quando ci siamo separati. Anche se Fabiano è ancora nella mia vita, in tutto quello che faccio. Il libro è nato come una promessa che io ho fatto a lui, me lo chiese appositamente: ‘ma poi scriverai la nostra storia?’ E io ho cercato di mantenere questa promessa”.

25/07/2018