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“La propaganda gay fa il lavaggio del cervello. Contro natura si muore”: giornalino scolastico accusato di omofobia

L'Unione degli Studenti contro gli articoli del giornale di un liceo bergamasco: 'Contenuti pericolosi'. Protesta anche l’Arcigay

La propaganda gay fa il lavaggio del cervello Contro natura si muore giornalino scolastico accusato di omofobia
di Redazione

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“Articoli inneggianti all’omofobia, che negano il diritto all’aborto e operano una sistematica disinformazione su temi come l’omosessualità e la contraccezione”. Questa l’accusa mossa dall’Unione degli Studenti di Bergamo per alcuni articoli comparsi sul giornalino scolastico del Liceo Secco Suardo: una polemica che ha investito tutto l'istituto bergamasco portando infine alla sospensione del giornalino “Print Freud” con strascichi di accuse di omofobia partite dal sindacato studentesco prima, e da associazioni per la difesa dei diritti degli omosessuali poi. “Uno spiacevole e imbarazzante incidente che non rispecchia certo l’identità culturale del nostro Liceo (due articoli a rappresentare il pensiero ed il linguaggio di due studenti, su 1400 circa frequentanti l’Istituto)”, assicura il preside del liceo, il professor Luciano Mastrorocco.

La risposta alla lettera di una studentessa lesbica

Ma ecco qual è stata la sequenza degli eventi: nel numero di febbraio, il “Print Freud” aveva pubblicato una lettera di una studentessa lesbica che conteneva riflessioni sulla scoperta del suo orientamento sessuale e concludeva: “Lesbian will conquer the world”. Nel numero successivo - uscito il primo di marzo - una ragazza della stessa scuola ha risposto affermando che è in atto una 'propaganda lgbt' che starebbe ordendo un 'lavaggio del cervello'. L’anonima (l’articolo era senza firma) ha affermato che nessuno nasce gay perché 'nasciamo XX o XY, non c’è un gene difettoso che può cambiarlo' e ha sostenuto che chi si definisce gay o lesbica 'o non ha una bella storia da raccontare, oppure ha pensato bene di darsi al libero amore, tanto c’è altra gente che fa così'. L’articolo passa poi a sostenere che i gay sono fonte di malattie gravissime: 'Lo sapete quali sono le malattie tipiche di chi pratica l’omosessualità, a parte l’Aids… Siete uomini e donne, non gay e lesbiche! Perché sacrificare questa verità, questo naturale equilibrio fisico, questa vita, per un’ideologia fasulla!?'

La contraccezione 'alternativa'

Nello stesso numero c’era anche un contributo intitolato 'Andando contro natura si muore' in cui uno studente portava esempi di come la contraccezione sia un atto contro natura. L’aborto “è un male in sé stesso. […] Tutti siamo stati quel grumo di cellule che qualcuno pensa di poter buttare via.” Da qui l'attacco alla contraccezione, dai profilattici alla pillola, con contorno di informazioni false ad esempio a proposito della pillola: 'La fecondazione avviene e poi viene uccisa'. Ed ancora ci sarebbero 'danni che le pillole provocano a lungo andare al corpo della donna o dell’uomo forzando la natura'. Riguardo alla possibilità che una sedicenne possa restare incinta, veniva affermato: 'Può darsi che cambino idea decidendo di tenere il figlio sfuggito accidentalmente alla pillola, oppure decidono di eliminarlo nuovamente tramite l’aborto'.  Insomma sembrerebbe quasi meglio l'aborto dell'uso della pillola.

La denuncia dell’Unione degli Student

Immediata la reazione dell’Unione degli Studenti Bergamo: “Riteniamo inaccettabile che in un liceo statale, nel 2017, sia dato spazio a idee pericolose e contorte che colpevolizzano scelte difficili e trasmettono concezioni medioevali paragonando l’uso di un contraccettivo alla bulimia”. Secondo il sindacato studentesco non sarebbe la prima volta che sul giornalino vengono espresse “posizioni discriminatorie nei confronti della diversità, tanto da asserire che non c’è conciliabilità tra il mondo civile e il mondo islamico. Troviamo inopportuno - continua l’organizzazione - che articoli di questo tenore possano essere pubblicati nel giornalino scolastico ufficiale di un istituto con circa 1.500 studenti”.

Arcigay contro Print Freud

La polemica è presto uscita dall’ambito scolastico finendo nelle pagine Bergamonews e registrando la presa di posizione anche di associazioni anti omofobe: “Arcigay Bergamo Cives è molto preoccupata per quanto successo all’istituto Secco Suardo, dove il giornalino studentesco ha diffuso articoli omofobici, contro l’uso del preservativo e contenenti altri temi dove la disinformazione regna sovrana”. L’Arcigay si chiede “com’è possibile che gli articoli siano stati pubblicati senza alcun controllo preliminare? Abbiamo avuto informazione che il controllo dovrebbe avere due livelli: il direttore del giornalino e la vicepreside. Vista la gravità della notizia ci viene automatico chiederci se il controllo sia venuto meno o se nonostante il contenuto degli articoli sia stata data l’autorizzazione”. Dura anche la reazione dell’associazione Bergamo contro l’omofobia, che sulla propria pagina Facebook scrive: “Non è la prima volta che il liceo Paolina Secco Suardo è vittima dell’omofobia di pochi estesa forzatamente ai più. Già qualche mese fa gli studenti erano stati portati ad assistere a una conferenza contro aborto, fecondazione assistita e omosessualità, senza la possibilità di assistere a un contraddittorio”.

Le scuse della redazione

Il polverone ha acceso gli animi all’interno dell’istituto portando alle scuse dei responsabili del giornalino: “Noi redattori abbiamo sottovalutato il contenuto di questi articoli senza dedicarci il tempo e l'attenzione che richiedevano con un atteggiamento superficiale e, senza dubbio, condannabile,” si legge nella pagina facebook del giornalino. La lettera continua chiedendo “scusa a tutti i ragazzi del nostro istituto, e non, che si sono sentiti offesi dagli articoli da noi pubblicati”. “Ci spiace davvero vedere che, per un errore del giornalino, tutto l'istituto è stato messo sotto accusa […]Detto questo 'Print Freud' quest'anno chiude i battenti”.

Sospensione e non chiusura

Quindi giornalino chiuso? No, assicura il preside del liceo bergamasco, il professor Luciano Mastrorocco, da noi contattato sulla questione. Mastrorocco tiene comunque a precisare che il Print Freud non era “il Giornale Istituzionale della Scuola” ma  “uno spazio di autonomia entro cui esercitare spirito critico, capacità di analisi e di sintesi, responsabilità, personale e civile, capacità di giudizio e di valutazione e conseguente capacità di decisione. Il tutto corredato dalla consapevolezza di essere comunque studenti di un liceo, quindi attenti alla solidità argomentativa, alla robustezza culturale, alla efficacia della comunicazione, allo spessore intellettuale”. Tutti elementi evidentemente “venuti meno” con gli articoli finiti nell’occhio del ciclone. Il professore si rammarica della “spropositata pubblicità che ne è derivata”, che “non ha assolutamente nulla a che vedere con la libertà di opinione e di espressione”.

La versione del preside

Ed ecco come sono andate le cose secondo il preside: “La redazione, composta da 8 studenti, non ha saputo gestire in modo adeguato la lavorazione del numero di Marzo. Solo uno di essi, all’insaputa degli altri, in tutt’altre faccende affaccendati, ha deciso cosa pubblicare, declinando ogni tipo di impegno collegiale della redazione a condividere scelta dei temi, analisi dei contributi pervenuti, valutazione degli stessi e scelta di cosa pubblicare (includendo anche l’anonimato di due “articoli”). Questo è un grave errore che, in una redazione normale si paga probabilmente con la rimozione da quel posto”. Ad ogni modo Mastrorocco precisa che il giornalino “non è stato chiuso. Riprenderà il prossimo anno, a partire dalle riflessioni e dagli apprendimenti circa gli errori commessi in questa circostanza”. Per il preside “la scuola è, o dovrebbe essere, palestra di pro-socialità, quella dimensione, cioè, della condotta umana nella quale si esprime interesse diretto agli altri, generosità, gentilezza e nella quale si riconosce quel valore che non solo appartiene all’evoluzione dello stato di civiltà della nostra società, ma che ci viene richiesto da precise norme dello Stato: la diversità come ricchezza e la tolleranza verso tutte le forme di alterità”. Se ne riparlerà al prossimo anno scolastico.

27/04/2017