Un anno e sei mesi, la sentenza dello scandalo. Insulti per Greta Beccaglia: 'Hai un innocente sulla coscienza!'

E' arrivata la condanna per il tifoso dell’Empoli, il quarantacinquenne di Ancona, che all’uscita del Castellani molestò sessualmente la giornalista Greta Baccaglia in quel momento in diretta sull’emittente Toscana TV.

di Redazione

Un anno e sei mesi. Alla fine è arrivata la condanna per il tifoso dell’Empoli, il quarantacinquenne di Ancona, che all’uscita del Castellani molestò sessualmente la giornalista Greta Baccaglia in quel momento in diretta sull’emittente Toscana TV.

Pena esemplare per Andrea Serrani, diciotto mesi di reclusione commutati in un percorso terapeutico per uomini violenti, 15 mila euro di risarcimento per Beccaglia e altri 10 mila all’ordine dei giornalisti costituitosi parte civile. Finalmente una sentenza definisce che no, toccare il sedere di una donna non è 'una goliardata' ma una violenza sessuale. Lo chiarisce in maniera netta senza possibilità di fraintendimenti. Toccare il corpo di una donna non consenziente costa caro, alta la pena, cara la sanzione.

Sembrerebbe una vittoria per tutte le donne, invece la vicenda ha scatenato un’ondata di odio che ha investito la giovane giornalista di Toscana TV. Peggio della mano stessa sono stati i commenti, feroci e sessisti, di chi reputa la pena troppo severa e la sua denuncia solo una ricerca di visibilità.

E così è partita la retorica del povero padre di famiglia rovinato. I commenti sotto ogni singolo post della giornalista si moltiplicano: 'Sei contenta ? Da questa storia l’unica persona che ne esce male di sicuro sei tu , alla lunga le persone opportuniste fanno una triste fine', 'Hai un innocente sulla coscienza!'. 

Invece no, Andrea Serrani non è un innocente. Non lo è nemmeno per la legge che ha deciso di condannarlo per violenza sessuale. Questa sentenza aiuta a capire che il limite, invalicabile, tra molestia e violenza è proprio il contatto fisico con le zone intime del corpo. L’insulto o l’apprezzamento sessualmente esplicito sono molestia. Con le mani addosso diventa violenza. Un concetto chiarissimo quando si parla di due uomini (se il mio vicino di casa mi da uno schiaffo è chiaramente un’aggressione. Se mi insulta per le scale è una molestia) ma che diventa nebulosissima e inaccettabile quando lo schema è quello di prevaricazione del maschio sulla femmina.

Sorprende che anche tra i giornalisti ci sia chi si rappresenta indignato. Non solo non sentono di manifestare solidarietà nei confronti di una collega ma non colgono nemmeno che la sentenza rappresenta una tutela per la categoria tutta.

La performance peggiore è quella di Antonello Angelini che con un tweet sessista accosta alcune foto della giornalista Beccaglia con il testo 'Questa Greta nonsocome deve essere rimasta sconvolta quando ha ricevuto una pacca sul jeans…'

Questa sentenza è una rivalsa per molte donne che negli anni non sono riuscite a reagire a palpate sui tram, in discoteca, a scuola o a lavoro. Donne alle quali la società ha fatto loro credere che tutto potesse essere derubricato con una risata. Questa sentenza è un monito per i tanti Angelini che dovranno accettare che questo mondo è andato avanti nonostante loro.