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La “madamina borghesuccia” tira fuori le unghie e risponde a Grillo sulla Tav: 'Vada a vedere'

Roberta Castellina, architetta torinese, è una delle sette donne che ha portato in piazza chi è favorevole alla Torino-Lione

La madamina borghesuccia tira fuori le unghie e risponde a Grillo sulla Tav Vada a vedere
di Redazione

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È scesa in piazza per manifestare il suo sì alla linea ferroviaria Torino-Lione e, dall’oggi al domani, si risveglia madamina e borghesuccia. Roberta Castellina, architetta torinese, è una delle sette giovani manager del “Sì, Torino va avanti” che ho organizzato un corteo anti “No-Tav”. Dopo le accuse di Beppe Grillo di essere una borghesuccia madamina benpensante, è stata intervistata dal Corriere della Sera: «Borghesuccia come ha scritto Beppe Grillo? In quella accezione non mi riconosco proprio, perché mi sembra sia stata declinata in maniera negativa, come un insulto, con una sfumatura ideologica».

Idee contrapposte

Insomma borghese sì ma non con quel suffisso dispregiativo: «Mi sento prima di tutto una persona che lavora. Se con quel termine si intende persone della società civile che hanno voglia di impegnarsi per la loro città, per la loro comunità, certo, siamo borghesi». Anche se Roberta Castellina comprende che le critiche «ci stanno. Dobbiamo aspettarcele. Abbiamo espresso un sentimento comune che qualcuno non gradisce, ovvio che ci sia una reazione opposta».

L’importanza di documentarsi

E quanto all’accusa di essere una benpensante, risponde: «Sento odore di vecchia ideologia. Non seguo certo un pensiero unico. Studio, mi informo, cerco di capire. Non pretendo di sapere tutto a livello tecnico, anche se in questi anni mi sono documentata per farmi una opinione. Ma almeno io al cantiere della Tav ci sono andata. C’è una galleria geognostica, costruita con una attenzione per la sicurezza che mi ha fatto piacere. C’è tanta gente che ci lavora. A Grillo suggerirei una visita, sarebbe doveroso. Così capirebbe quale sarebbe l’impatto di una chiusura dei lavori».

I dubbi sulla commissione sulla Tav

Insieme alle altre sei donne del Sì alla Tav è stata invitata dalla sindaca Chiara Appendino a un confronto ma ha declinato. «Una questione di coerenza. In piazza, abbiamo detto che ci saremmo rivolti prima di tutti al presidente Sergio Mattarella, perché la Tav ha un indubbio riscontro nazionale. Lei stessa sostiene che la Tav è fuori dalla sua competenza». Ma perché ricorrere addirittura al Capo dello Stato? «Tutti sanno che la commissione che farà l’analisi costi-benefici sulla Tav è fortemente sbilanciata. Un segreto di Pulcinella. Noi vorremmo che la più alta carica dello Stato, garantisse che la procedura avvenga alla luce del sole, senza sotterfugi e preconcetti. Al momento non mi sembra ci siano le premesse».
Insomma le madamine si danno da fare. «Quel che dà fastidio non siamo certo noi sette. È la composizione di quella folla. C’erano professionisti, commercianti, piccola e media impresa, l’imprenditoria del Piemonte. Se vi sembrano borghesucci, siamo tutti borghesucci».

14/11/2018