Quando la ministra Erika Stefani rischiò la vita e finì in coma: “Ho sfidato la morte e l'ho vinta'

Al risveglio 'ero rapata a zero perché avevo subito una craniotomia e avevo perso 10 chili. Sembravo uscita da un lager', ricorda

di Redazione

A 46 anni è appena diventata ministra degli Affari Regionali nel governo Conte, ma pochi conoscono un episodio che ha completamente cambiato il corso della sua vita. Come racconta Il Tempo, la senatrice Erika Stefani nel 2012 è stata per diversi giorni in bilico tra la vita e la morte, per via di un improvviso aneurisma celebrale che la fece entrare in coma: 'Ebbi la sensazione che all'improvviso si fosse spenta la luce. Quando mi sono svegliata è stata come una seconda nascita'.

Il secondo compleanno

Una rinascita avvenuta il 12 gennaio del 2012, che da allora la neo-ministra leghista festeggia come un compleanno.  Quei 4 giorni vissuti nel limbo sono infatti ancora impressi nella sua mente: 'Mi sentivo in un dipinto con quadrati di colore, come quelli di Mondrian, che si scioglievano e poi lentamente cominciavano a mischiarsi, è stato piacevole'.

La craniotomia

All'inizio non aveva capito cosa le fosse successo. Al risveglio pensò di aver avuto un brutto incidente in moto, sua passione fin da piccola, trasmessagli dal padre Giovanni. Ma braccia e gambe erano apposto, ragionava, quindi doveva trattarsi di altro. Per potersi alzare dal letto e guardarsi allo specchio le ci è voluto qualche giorno: 'Ero rapata a zero perché avevo subito una craniotomia e avevo perso 10 chili. Sembravo uscita da un lager', ricorda ancora.

La rinascita

Qualche tempo dopo è stata necessaria un'altra operazione a Milano, per chiudere un altro aneurisma. Poi, finalmente, il ritorno alla vita e alla politica con l’arrivo in parlamento nel 2013 e il giuramento da ministra una settimana fa: 'Quando si sfida la morte e si vince la partita, se per certi versi ci si sente più forti, per altri si è più consci dei propri limiti. E si assapora di più la rinnovata esistenza. Che in ogni istante non va mai sprecata'.