Maternità surrogata, Nichi Vendola: "Io, padre di un bimbo nato grazie a due donne che ora chiama zie"

L’ex presidente della Regione Puglia e le coppie gay: "Io e il mio compagno siamo ricorsi alla gestazione per altri perché le coppie gay non possono adottare"

di Redazione


Nella battaglia campale sulla maternità surrogata che vede da una parte la maggioranza di governo e dall’altra le opposizioni che danno manforte alle associazioni omogenitoriali, si inserisce la testimonianza di un peso da 90 come Nichi Vendola. Dopo che ministri ed esponenti vari dell’esecutivo hanno manifestato la volontà, attraverso un dispositivo di legge allo studio, di rendere la "gestazione per altri" un reato spingendosi a paragonarla alle peggiori nefandezze e al razzismo, l’ex presidente di Sinistra Ecologia Libertà è intervenuto a Cartabianca per raccontare la sua esperienza di genitore di un bambino nato da “gestazione per altri”.

Genitori di Tobia

"Dico a chi esercita pubbliche funzioni: usate le parole con accortezza, le parole possono essere pietre e fare del male. Chi siete per giudicare? Chi vi autorizza a entrare nelle vite degli altri? Che ne sapete della vita degli altri? Noi coppie gay, formate da due mamme o due papà, possiamo crescere degnamente un figlio". Vendola, 64 anni, e il compagno Edward Testa, sono genitori di Tobia, un bambino di 7 anni. 

L’impossibilità dell’adozione

"Avremmo volentieri adottato un bambino, per noi la genitorialità biologica non è mai stato un problema. Volevamo crescere un figlio, non volevamo un utero in affitto o una donna incubatrice. Volevamo relazioni affettive che potessero durare tutta la vita, questa ricerca è durata a lungo. Attraverso un'agenzia in California abbiamo trovato una ragazza che ci ha donato gli ovuli, con lei abbiamo un rapporto bellissimo: il mio bambino è stato il paggetto al matrimonio di questa ragazza. E abbiamo trovato una donna che, nella lettera presentata a noi dall'agenzia, chiedeva espressamente di conoscere persone con cui avere una relazione per la vita. Noi ogni settimana ci scambiano foto e video con queste due donne, quando possiamo andiamo in California: ci accolgono e facciamo festa. Mio figlio le chiama zie, progressivamente gli racconteremo tutto. Lui vive come qualcosa di speciale il fatto di avere due papà, la racconta come se fosse una favola. I papà si sono conosciuti e si sono voluti bene, volevano un figlio e hanno trovato un'amica che gli ha regalato un uovo", ha raccontato con commozione.

Un gesto di altruismo

Per Vendola inoltre "bisogna regolamentare e mettere al centro i diritti delle donne, impedire lo sfruttamento della povertà e poi bisognerebbe consentire l’adozione per i single e per le coppie gay. Ma oggi le adozioni vengono impedite per ragioni ideologiche". Dal frutto della sua esperienza di padre conclude: "Se io fossi il legislatore in Italia vincolerei la gestazione per altri all’elemento dell’altruismo. Il dono nei confronti di un amico, di un fratello, di chi diventa beneficiario di un gesto d’amore".