La nostra nuova vita capovolta: la bellissima riflessione della psicologa Morelli diventa virale sul web

Mentre l'economia collassa, l'aria migliora. E noi, che da discriminatori ci scopriamo discriminati, siamo costretti a rifare famiglia e comunità: la grande lezione esistenziale ai tempi del Coronavirus

di Redazione

'Credo che il cosmo abbia il suo modo di riequilibrare le cose e le sue leggi, quando queste vengono stravolte e condivido con voi alcune riflessioni. Il momento che stiamo vivendo, pieno di anomalie e paradossi, fa pensare'. Comincia così la bellissima riflessione che la psicologa e psicoterapeuta Francesca Morelli ha affidato al suo account su Facebook, 'Il blog della psicologa'. Una riflessione che rapidamente è diventata virale e ha avuto molte condivisioni perché ha il pregio di riuscire a mettere a fuoco che cosa ci sta succedendo, in questo generale ripensamento della nostra vita verso ritmi più umani e rispetto a un'esistenza più sostenibile.

Mentre l'economia collassa, l'aria migliora

'In una fase in cui il cambiamento climatico causato dai disastri ambientali è arrivato a livelli preoccupanti, la Cina in primis e tanti paesi a seguire, sono costretti al blocco; l'economia collassa, ma l'inquinamento scende in maniera considerevole. L'aria migliora; si usa la mascherina, ma si respira', nota Francesca Morelli.

Da discriminatori a discriminati

'In un momento storico in cui certe ideologie e politiche discriminatorie, con forti richiami ad un passato meschino, si stanno riattivando in tutto il mondo, arriva un virus che ci fa sperimentare che, in un attimo, possiamo diventare i discriminati, i segregati, quelli bloccati alla frontiera, quelli che portano le malattie. Anche se non ne abbiamo colpa. Anche se siamo bianchi, occidentali e viaggiamo in business class'.

Lo stop al consumismo

'In una società fondata sulla produttività e sul consumo, in cui tutti corriamo 14 ore al giorno dietro a non si sa bene cosa, senza sabati nè domeniche, senza più rossi del calendario, da un momento all'altro, arriva lo stop. Fermi, a casa, giorni e giorni. A fare i conti con un tempo di cui abbiamo perso il valore, se non è misurabile in compenso, in denaro. Sappiamo ancora cosa farcene?'.

Il ripensamento della famiglia

'In una fase in cui la crescita dei propri figli è, per forza di cose, delegata spesso a figure ed istituzioni altre, il virus chiude le scuole e costringe a trovare soluzioni alternative, a rimettere insieme mamme e papà con i propri bimbi. Ci costringe a rifare famiglia.

Costretti ad accorgerci di aver sottovalutato il contatto diretto

In una dimensione in cui le relazioni, la comunicazione, la socialità sono giocate prevalentemente nel 'non-spazio' del virtuale, del social network, dandoci l'illusione della vicinanza, il virus ci toglie quella vera di vicinanza, quella reale: che nessuno si tocchi, niente baci, niente abbracci, a distanza, nel freddo del non-contatto. Quanto abbiamo dato per scontato questi gesti ed il loro significato?'.

La comunità e il senso di appartenenza per uscirne fuori

In una fase sociale in cui pensare al proprio orto è diventata la regola, il virus ci manda un messaggio chiaro: l'unico modo per uscirne è la reciprocità, il senso di appartenenza, la comunita, il sentire di essere parte di qualcosa di più grande di cui prendersi cura e che si può prendere cura di noi. La responsabilità condivisa, il sentire che dalle tue azioni dipendono le sorti non solo tue, ma di tutti quelli che ti circondano. E che tu dipendi da loro'.

Noi che siamo in debito col cosmo

'Allora, se smettiamo di fare la caccia alle streghe, di domandarci di chi è la colpa o perché è accaduto tutto questo, ma ci domandiamo cosa possiamo imparare da questo, credo che abbiamo tutti molto su cui riflettere ed impegnarci. Perchè col cosmo e le sue leggi, evidentemente, siamo in debito spinto. Ce lo sta spiegando il virus, a caro prezzo'.