Picchiata dalla polizia, spinta dal treno e ridotta in coma: la ragazza iraniana di 16 anni in fin di vita

Si chiama Armita Geravand e, dettaglio non trascurabile, è curda. Proprio come Mahsa Amini. La sua colpa? La salda e temeraria idea di libertà

di Claudia Sarritzu

Di nome fa Armita Geravand, ha soli 16 anni ed è curda (non un dettaglio da poco). La sua colpa è stata la bella sfrontatezza dei suoi anni. La salda e temeraria idea di libertà. Il valore imprescindibile per qualsiasi generazione che vive in un Paese oppresso: la disubbidienza. Non ha indossato il velo e la polizia iraniana l'ha quasi uccisa. 

La ragazzina è ora in coma e non si sa se le sue condizioni potranno migliorare.

La notizia sta facendo il giro del mondo grazie alle denuncia degli attivisti dell'ong Hengaw e di radio Zamaneh, l'emittente che trasmette ad Amsterdam. Ovviamente le autorità usano sempre la stessa scusa ufficiale: le sue condizioni sarebbero state causate dalla pressione bassa.

Cosa è accaduto

Secondo i testimoni e le telecamere di video sorveglianza, la ragazza è stata spinta dagli agenti della polizia morale dentro il treno della metropolitana dopo essere salita senza velo. Ha battuto quindi la testa contro un palo di ferro e ha perso conoscenza. 

E' accaduto a Teheran il 1 ottobre. Le immagini sono state diffuse dall'agenzia Irna e mostrano la ragazzina svenuta che viene trascinata fuori da un vagone, nella fermata di Shohada.

Armita come Amina è curda. Originaria della provincia di Kermnshah, ma residente a Teheran, sarebbe stata prima della spinta selvaggiamente picchiata dalla polizia.

I familiari non possono parlare con la stampa

Attualmente è molto complicato avere informazioni sullo stato di salute della ragazza. Si sa che è ricoverata all'ospedale Fajr di Teheran sotto stretta sorveglianza. I suoi familiari hanno avuto il divieto di parlare con la stampa, e i loro telefoni sono stati confiscati. 

Anche un giornalista del giornale Sharg è stato fermato in ospedale e allontanato perché aveva chiesto informazioni su Armita.

La giornalista Samira Rahi rischiando la vita, sostiene sempre Iranwire, ha condiviso una foto che mostra il dispiegamento delle forze di polizia fuori dall'ospedale di Fajr, dove la sedicenne è ricoverata da domenica sera. "Due auto della polizia sono posizionate all'ingresso del pronto soccorso dell'ospedale Fajar ed è evidente la presenza di agenti in borghese", ha scritto su X. E ha riferito che "le forze di sicurezza hanno ispezionato i veicoli che transitavano nell'area e, in alcuni casi, hanno esaminato attentamente il contenuto dei cellulari dei passeggeri". Nel reparto di terapia intensiva dell'ospedale sono presenti agenti in borghese. Impossibile avvicinarsi ad Armita.

Non solo. Non c’è stata alcuna risposta da parte del ministero degli Interni iraniano alla richiesta di commento sull’incidente.

Questa vicenda innescherà una ondata di proteste, su questo non c'è dubbio. E la guerra di liberazione delle donne iraniane è lontana dal finire