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'Parlami di te': ecco come migliorare la propria autostima

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“Parlami di te”. Cosa rispondiamo ad una richiesta di questo tipo? Quali sono gli aspetti a cui pensiamo immediatamente? Ci rifacciamo a quello che gli altri dicono di noi oppure riusciamo a delineare idee nostre e originali? In termini psicologici si tratta di definire il Sé, cioè l’insieme di pensieri e sentimenti che una persona usa per descrivere se stessa. Alcuni autori parlano anche di Sé caleidoscopico, in quanto un soggetto può mettere in rilievo caratteristiche diverse a seconda del contesto in cui si esprime. Il Sé è un’entità complessa e sottoposta a continue variazioni in base alle situazioni e alle persone con le quali interagisce (Mancini, 2010).

Alcuni autori considerano l’autostima come composta da due dimensioni: la competenza, cioè il grado con cui le persone si percepiscono come capaci ed efficaci nei confronti della realtà (self-competence), e quella del valore, cioè il grado con cui i soggetti sentono di essere persone che valgono (self-linking). Il concetto di self-competence in qualche modo si sovrappone a quello di autoefficacia, ovvero il valore positivo che una persona associa alla percezione di raggiungere con successo gli obiettivi che si pone. Il self-linking invece rappresenta la seconda dimensione dell’autostima e si riferisce al senso del proprio “valore” come persona e si esprime attraverso l’esperienza che si ha di se stessi come “buone o cattive persone” in base all’influenza del contesto sociale. Quindi l’autostima è il risultato di un duplice processo di autovalutazione. Il primo riguarda il confronto con gli standard interni rispetto ai concetti di abilità, competenza e capacità. Il secondo è collegato a standard esterni, cioè a ciò che gli altri si aspettano o pensano di noi. In pratica l’autostima è correlata al grado in cui un soggetto si sente adeguato e competente in un contesto che ritiene importante (Mancini, 2010).

Purtroppo oggi il concetto di autostima è molto spesso affidato a strumenti che si allontanano dalla loro reale utilità come il numero di amici su Facebook, la quantità numeri di telefono che si possiedono sul proprio cellulare, ecc. Molte persone basano la percezione del proprio valore su questi elementi, delineando invece un concetto di autostima assolutamente vacuo e deformabile a seconda di quello che è il feedback degli altri. Secondo Branden (1995) per raggiungere una buona stima di se stessi bisogna seguire i seguenti sei principi:

Vivere consapevolmente: capire quali sono i propri valori, interessi, bisogni, obiettivi, in pratica ciò che riteniamo importante nella nostra vita per essere in grado di seguire una certa direzione. Ciò implica che vi sia un’approfondita conoscenza di se stessi e del modo di relazionarsi con gli altri.
Accettare se stessi: comprendere e accettare tutti i vari aspetti di sé, anche quelli meno piacevoli, senza rinnegarli o nasconderli nel voler tentare di essere altro da ciò che si è realmente.
Assumersi le responsabilità delle proprie scelte: gli unici responsabili delle proprie scelte e delle proprie azioni siamo noi e da noi dipende la realizzazione della personale idea di felicità. Si è responsabili di come si impiega il proprio tempo, della qualità delle relazioni e dell’impegno che si mette nello svolgere le attività quotidiane. Ognuno ha le proprie responsabilità e non può pensare che altri se ne facciano carico al suo posto.
Affermare se stessi: bisogna dare voce ai propri pensieri, esprimendo i propri valori e sentimenti nei contesti e nei modi appropriati. Ognuno deve mostrarsi per ciò che è e difendere ciò in cui crede.
Darsi degli obiettivi: che tipo di vita si vuole avere? È necessario darsi degli obiettivi e cercare di raggiungerli con perseveranza e pazienza pensando a come realizzarli.
Essere integri a livello personale: bisogna mantenere fede ai propri principi, comportarsi con lealtà e coerenza, mantenere le promesse.

In sostanza, la ricerca estenuante ed infinita di conferme provenienti dall’esterno non fa altro che allontanare da una percezione positiva di se stessi. Allora è fondamentale provare a migliorare la propria autostima essendo flessibili rispetto a come approcciarsi agli eventi della vita; concentrandosi sulle critiche positive e apprezzando le piccole gioie quotidiane. Infine, un ultimo consiglio per migliorare la qualità della propria vita e quindi la percezione di felicità: evitare di inseguire sogni impossibili, che diventano solo fonti di insoddisfazione, frustrazione e perdita di energia, ma perseguire con tenacia e coraggio quei progetti che sono attuabili nella realtà.

31/08/2011