logo tiscali tv

Creme solari protezione 50+ che in realtà non arrivano a 20: chiesto il ritiro dal mercato

Per Altroconsumo si tratta di due prodotti per bambini in vendita in farmacia: il rischio non è soltanto di brutte scottature

Creme solari protezione 50 che in realtà non arrivano a 20 chiesto il ritiro dal mercato
di Redazione

Leggi più veloce

Promettere e non mantenere può costare caro, soprattutto sulla pelle dei bambini. E se la promessa è di una protezione 50+ laddove il filtro solare non arriva a 20 il rischio non è solo quello di una scottatura. La denuncia è di Altroconsumo che ha analizzato confezioni di protezione solare di diverse marche facendo scoperte sconcertanti. “Tra i fattori di rischio per lo sviluppo dei tumori cutanei in età adulta c'è proprio l'intensa esposizione al sole in età infantile, con scottature ed eritemi”, è il monito di Altroconsumo. “Per questo motivo è importante applicare sulla pelle dei bambini una crema ad alta (Spf 50) o altissima protezione (Spf 50+) quando giocano sotto il sole e limitare l'esposizione diretta dalle 11 alle 16, nelle ore in cui i raggi Uv sono più forti”.

Il test

L’associazione di difesa dei consumatori ha sottoposto a prova di laboratorio 16 creme solari per bambini con protezione 50 scoprendo che due arrivavano a malapena a 21. Altroconsumo afferma che in linea generale l’analisi ha dato esiti “rassicuranti”, ma in due casi la protezione non era quella indicata sull’etichetta del prodotto e si tratta proprio di due marche in vendita in farmacia.

Le creme bocciate

“I due prodotti sono stati bocciati e che abbiamo provveduto a segnalare la cosa al Ministero della Salute a cui abbiamo richiesto il ritiro dal mercato, parliamo di Rilastil Baby transparent spray wet skin e di Isdin Transparent spray wet skin”. Nei test la prima crema con Spf 50+ ha raggiunto solo una protezione media con Spf 20,9. Altroconsumo ha rifatto le analisi in un secondo laboratorio distinto e indipendente ottenendo addirittura 16,3. Per la seconda crema, invece, 16,5 è l’Spf registrato al primo test, mentre 14,1 il risultato della controprova nel laboratorio indipendente.

La risposta

Come segnalato dal sito di Repubblica, le due aziende coinvolte avevano risposto ad Altronconsumo dopo i primi test che erano andati altrettanto male nel mese di giugno: Rilastil aveva sostenuto che i propri test confermavano il livello di protezione 50+ dichiarato in etichetta, mentre Isdin aveva ribattuto sostenendo che il campione analizzato due mesi fa era stato in Spagna e non in vendita in Italia.

08/07/2019