Smettere di fumare: la giornata mondiale senza tabacco spinge a farlo

di Anna Simone

Il fumo fa male all’uomo e all’ambiente, ma questa certezza non è sufficiente a convincere i fumatori a gettare via per sempre il pacchetto di sigarette. In occasione della Giornata mondiale senza il tabacco, che cade il 31 maggio, abbiamo fatto il punto sui danni provocati dal fumo di sigaretta e sulle attuali strategie per liberare la mente da questa dipendenza.

Danni ambientali

Chi fuma avvelena l’ecosistema. Il tabacco è spesso coltivato senza essere alternato ad altre sementi, il che impoverisce la terra di nutrienti e di conseguenza per la crescita e per la protezione delle piante di tabacco vengono impiegate maggiori quantità di sostanze di sintesi chimica. Queste ultime oltre a inquinare l’ambiente sono una minaccia per la salute degli agricoltori, in particolare nei Paesi a basso e medio reddito, dove sono ancora utilizzati alcuni composti vietati nel resto del mondo.
Dopo la raccolta, la fase di essiccazione è altrettanto impattante. Secondo i dati di Tobacco endgame - movimento di pressione sul Governo italiano, collegato alle principali società scientifiche della sanità pubblica - circa 11,4 milioni di tonnellate di legno vengono utilizzate ogni anno per l’essiccazione della foglia di tabacco, ottenuta attraverso vari metodi, tra cui il fuoco di legna. L’entità della distruzione è pari a un albero ogni 300 sigarette, cioè ogni 15 pacchetti.
“I danni per l’ambiente - si legge in una nota di Tobacco endgame - derivano anche dal fumo espirato, considerando che ogni sigaretta contiene circa 4mila sostanze chimiche, di cui almeno 250 sono note per essere dannose. Inoltre, contiene anidride carbonica, metano e nitrosi ossidanti. I gas a effetto serra derivanti dalla combustione delle sigarette nel mondo equivalgono a quelli emessi da 1,5 milioni di veicoli a motore ogni anno.
Il fumo prodotto tra una boccata e l’altra, dalla parte della sigaretta che brucia, invece, rappresenta l’85% del fumo passivo ed è particolarmente tossico: contiene due volte la quantità di nicotina e 147 volte più ammoniaca rispetto al fumo che esce dalla bocca del fumatore o dal filtro. Alcuni di questi inquinanti rimangono nell’ambiente, accumulandosi nella polvere e nelle superfici di interni”.

Ma non finisce qui. I mozziconi, spesso gettati per terra, inquinano. Ogni filtro trattiene il 40-60% di gas, vapori e micro-particelle presenti nel fumo, quindi un concentrato di sostanze tossiche (ad esempio, nicotina, gas tossici, composti organi volatili, catrame condensato) disperse in strada, in spiaggia, sui marciapiedi e così via. Tra l’altro, la maggior parte dei 5,6 mila miliardi di sigarette prodotte nel mondo vengono realizzate con filtri fatti di acetato di cellulosa, un tipo di plastica che può impiegare oltre 10 anni a decomporsi. L'Ocean Conservacy, un'organizzazione ambientalista, dal 1986 finanzia pulizie delle spiagge e i mozziconi di sigaretta sono i rifiuti più raccolti (circa 60milioni) sui litorali del mondo.
I mozziconi di sigarette dispersi nell’ambiente, possono essere ingeriti dagli animali e dai pesci del posto provocando danni, mentre con la pioggia, parte delle sostanze tossiche trattenute nei filtri, scivolano via inquinando il territorio circostante.

Danni fisici

“Alla morte non c’è rimedio”. Questa massima calza a pennello quando entra il ballo il fumo, incluso quello passivo, considerando che gli effetti nocivi del tabacco sono tra le principali cause di morte nel mondo, che a oggi raggiungono 7 milioni all’anno, di cui 900mila per fumo passivo.
L’Organizzazione mondiale della sanità stima che, se non saranno attuate efficaci politiche di contrasto a questa problematica, entro il 2030 moriranno ogni anno oltre 8 milioni di fumatori nel mondo.
Prima di morire i fumatori si ammalano e le patologie provocate dal fumo sono numerose. Tra le più gravi spicca l’aumento del rischio di contrarre il cancro ai polmoni, però smettendo di fumare il rischio si riduce, ad esempio dopo 10 anni di abbandono delle sigarette il rischio si dimezza rispetto a quello di un fumatore.
Il fumo di tabacco è la principale causa di broncopneumopatia cronica ostruttiva, una patologia per cui si accumulano muco e pus nei polmoni, con relativa tosse e difficoltà di respirazione, inoltre, il tabacco peggiora l'asma.
Alcuni studi scientifici hanno anche studiato gli effetti sui neonati: se esposti al fumo, attraverso il fumo materno o l'esposizione materna al fumo passivo, spesso hanno una ridotta crescita e funzionalità dei polmoni e sono soggetti a frequenti infezioni delle vie respiratorie.
Le persone che fumano hanno il doppio delle probabilità di ammalarsi di tubercolosi, una malattia che danneggia i polmoni e riduce la funzionalità polmonare, con tutte le gravi conseguenze che ne derivano.
A subire un lento avvelenamento è anche la pelle. L’epidermide del fumatore si riconosce a occhio nudo: è pallida, spenta e tendente al colore giallastro per via della nicotina. Tra l’altro, fumando aumentano le rughe meccaniche perché si contraggono i muscoli intorno alla bocca per trattenere la sigaretta, quelli delle guance per aspirare il fumo, e quelli intorno agli occhi per difendersi dal fumo. Mentre per via della nicotina liberata nel sangue, si ha una contrazione permanente dei vasi sanguigni del derma e la pelle non viene nutrita a dovere con un relativo processo d’invecchiamento accelerato.

Strategie per smettere di fumare

Nella maggior parte dei casi, la forza di volontà ha bisogno di essere incanalata per smettere di fumare. Su tutto il territorio italiano sono presenti oltre 400 Centri antifumo, che fanno leva su vari strumenti: il counselling individuale, la terapia di gruppo e la prescrizione di prodotti sostitutivi della nicotina o di farmaci per la disassuefazione. Ad esempio, all’ospedale Niguarda di Milano l'approccio terapeutico si avvale di metodiche la cui azione antifumo è stata accertata da risultati scientifici: cerotti, compresse o gomme che rilasciano nicotina per combattere l'astinenza e farmaci di ultima generazione come la vareniclina che, legandosi agli stessi recettori della nicotina, ne mima l'azione riducendo il desiderio di fumare e la gratificazione che ne consegue.
La battaglia è condotta da due medici specialisti, il medico psicologo clinico e il medico pneumologo.Il primo accerta il grado di motivazione del proposito di smettere, calibrando su questo un counseling di sostegno, il secondo, si occupa di illustrare i possibili benefici che derivano dallo smettere di fumare.
Soffermarsi sui vantaggi per la salute è di fondamentale per stimolare la determinazione. Ad esempio, smettendo di fumare, dopo 8 ore il livello di ossigenazione del fisico è già in aumento e la pressione inizia a scendere; dopo un giorno, i polmoni lavorano meglio, e si avrà più fiato per qualsiasi attività fisica; dopo 2 giorni l’olfatto e il gusto migliorano, i cibi sembreranno più saporiti e si torneranno a sentire molti odori; dopo 4 settimane, migliora la circolazione sanguigna e i polmoni funzionano meglio; dopo 3 mesi, la tosse spesso presente nei fumatori tende a scomparire, così come scompariranno la mancanza di respiro e la fatica anche per piccoli sforzi; dopo 1 anno si dimezza, rispetto a un fumatore, il rischio di infarto e di patologie tumorali; dopo 10 anni il rischio di infarto e patologie tumorali è uguale a chi non ha mai fumato.

Abbiamo parlato di:
Giornata mondiale senza tabacco: website
Tobacco endgame: website