Semaforo verde o rosso: come affrontare le liti che rischiano di compromettere la sessualità

di Roberta Giommi

Il modo con cui nelle coppie i partner reagiscono alle sofferenze e alle arrabbiature può avere due caratteristiche: essere aggressivi o trattenuti. Il tratto aggressivo/impulsivo si coniuga con l’abitudine di dire senza controllo, a volte con parole pesanti, che l’impulsivo ritiene giuste da dire perché rispondono ai sentimenti del momento.

L'impulsivo

L’impulsivo bisogna guidarlo alla riflessione perché spesso non capisce come mai l’altro/a si offenda cosi tanto, perché viene preso tanto sul serio nella sua aggressione, dato che dice ciò che pensa senza rendersi conto che, guidato dalla rabbia, accentua critiche generali e torna a precedenti episodi che ritiene adatti a dimostrare la sua ragione, anche se antichi episodi e già discussi e apparentemente risolti. 

Il trattenuto

Il carattere trattenuto si esprime attraverso la tendenza a sopportare e a sorvolare sui problemi fino a raggiungere un punto di non ritorno ed esplodere.  Anche i trattenuti finisco per essere rabbiosi, a volte esprimono il loro disappunto con una aggressione silenziosa che può essere espressa attraverso il non ascoltare, sbagliare la risposta alle richieste, chiudersi in modo ostinato e rifiutare intimità e chiarimenti. Possono essere come muri di gomma che resistono all’impeto del partner.

Troviamo in tempi diversi l’intensità della  rabbia di chi si trattiene a lungo e che crea disorientamento e sorpresa nel partner che è abituata/o ad aspettarsi una buona tenuta ai propri comportamenti aggressivi. Chi trattiene in genere ha meno potere nella coppia, ha paura dell’abbandono, cerca di riportare la pace, ma può diventare aggressivo silenzioso o a sua volta esplosivo quando diminuisce l’amore o la fiducia o quando scopre che non ha più paura di essere abbandonata/o. Accanto alla modalità con cui viene agito lo scontro un fenomeno che va studiato con attenzione è la modalità con cui viene riportata la pace e ripresa la vita di coppia.

La riconciliazione è fondamentale per andare avanti e bisogna imparare ad uscire in tempo utile da una tensione continua o estrema che può compromettere il futuro. Le rotture e le riconciliazioni animano la vita delle coppie ed è utile nel lavoro di “risoluzione dei conflitti” ricostruire, a freddo, il copione con cui viene espresso il malessere e l’ ira e come si costruisce la riconciliazione, per avere una idea dinamica delle emozioni forti. Potremmo dichiarare: cartello giallo “sono in fase di tempesta”, cartello rosso “sto saltando” e agire poi  la volontà di riaprire le trattative della vita insieme con il verde. Il conflitto esplosivo, la rabbia dirompente così come la resistenza passiva, raccontano il dolore del “non essere in armonia, di non somigliarsi come avevamo pensato”.

La coppia debole che nasce solo dai bisogni si rompe alle delusione delle attese; la coppia forte che nasce dall’attrazione e dal desiderio si rompe quando si spengono i fuochi emotivi e si precipita nella routine e spesso nel disinteresse. Quando incontriamo il divieto psichico alla riconciliazione per la eccessiva intensità dello scontro  e per il ripetersi della rabbia impulsiva, dobbiamo sempre ricordarci che sono stati d’animo molto alti come intensità, nascono da qualcosa che si è creato quando eravamo piccoli, antiche ferite della nostra storia affettiva. 

La rabbia e il dolore sono più gravi quando abbiamo attraversato periodi molto difficili nell’infanzia e nell’adolescenza e al/alla partner abbiamo chiesto, in modo implicito o esplicito, di riparare la nostra ferita e invece ci sentiamo traditi nelle nostre attese. Nella valutazione del modo di agire il conflitto, gli impulsivi pensano “sono esagerato ma sincero”, i trattenuti/esplosivi pensano “sono stato/a troppo paziente,  ora basta perché non c’è un limite” Pensano che stanno allevando egoisti e che è normale che si esploda se gli altri esprimono molte pretese e poco amore. Agli impulsivi in terapia si insegna ad accendere il cervello quando monta la rabbia e a valutare il peso delle parole, ai trattenuti si prescrive  di discutere volta per volta i problemi che si presentano senza accumulare scontentezze eccessive dato che rischiano sempre, quando esplodono,  di non avere il senso della misura e di diventare a loro volta esplosivi. A volte i messaggi vengono letti male, si nutre diffidenza e si pensa che l’amore non funziona. La brutta abitudine di interpretare i comportamenti alla luce delle nostre convinzioni senza ascoltare davvero, costruisce imprinting negativi che non aiutano la coppia.

Una buona prassi è guidare alla conoscenza dell’altro/a, a cercare piccole regole che possono evitare gli scontri che conosciamo e aiutarci a non leggerli in modo cattivo. Nella consultazione di coppia guidiamo i partner a capire che molte azioni non sono aggressive volontarie,  ma abitudini che accadono da sole, in automatico. Tre sedute ci permettono di costruire comprensione e nuove regole personalmente importanti e poi utili nella relazione.

Riassumendo: insegnare l’uso dei semafori agli aggressivi, per quelli che trattengono imparare a dire la propria opinione prima che accadano le esplosioni, perché solo i conflitti aperti che portano alla ricerca di soluzioni compatibili fanno crescere. Per tutti uscire più velocemente possibile dalle fasi acute delle esplosioni perché altrimenti si accumula la distanza e spesso questo compromette  la sessualità, l’intimità e spesso la relazione.