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Allergia al polline: come trattarla e alleviare i fastidiosi sintomi

Il disturbo è molto diffuso. Anche se i farmaci da banco alleviano i sintomi, contro l’allergia al polline sono importanti anche i giusti comportamenti

Allergia al polline come trattarla e alleviare i fastidiosi sintomi
di Stefania Elena Carnemolla

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Sono tornati i pollini e con i pollini le classiche allergie stagionali, anche se quest’anno a causa della quarantena per gli allergici la stagione potrebbe essere un po’ diversa. “Possiamo aspettarci che, in un contesto in cui si passa molto più tempo chiusi in casa, gli allergici ai pollini soffrano meno dei disturbi legati alle allergie primaverili.

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Se si esce per poco tempo e proteggendo le vie respiratorie con la mascherina, inoltre, questa farà da filtro anche ai pollini” spiega per Assosalute di Federchimica il professore Giorgio Walter Canonica, già presidente della Società Italiana di Allergologia, Asma e Immunologia Clinica e dal 2016 ordinario di Malattie Respiratorie, nonché responsabile del Centro Medicina Personalizzata Asma e Allergologia dell’Istituto Clinico Humanitas di Rozzano. 

In periodo di quarantena, anche se si esce di casa per poco tempo, chi soffre di allergia al polline non deve abbassare la guardia, come, ad esempio, non uscire quando è maggiore la concentrazione pollinica o in giornate di temporale. Senza dimenticare che bisogna sempre indossare occhiali da sole e proteggere la bocca, mentre se si va in macchina assicurarsi che sia provvista di filtri antipolline.

Polline e mucose

L’allergia è una reazione del sistema immunitario a sostanze presenti nell’ambiente o negli alimenti che vengono riconosciute come nemiche. Tra gli allergeni ci sono i pollini, una sostanza rilasciata nell’aria da piante e fiori durante il loro ciclo riproduttivo. Il polline, spiega Assosalute, contiene delle proteine che nei soggetti allergici scatenano una risposta del sistema immunitario a livello delle mucose.

Le mucose colpite sono quelle del naso, degli occhi e delle vie respiratorie. I sintomi nasali, spiega Assosalute, si manifestano con ripetuti starnuti, prurito, congestione con sensazione di naso chiuso, riduzione dell’olfatto, secrezione di muco acquoso e biancastro ma molto meno consistente di quello del comune raffreddore che è, invece, di colore giallo-verde.

I sintomi oculari si manifestano con prurito alle congiuntive - che in caso di allergia diventano arrossate ed edematose -, quindi con lacrimazione e fotofobia, con fastidio, cioè, alla luce. I sintomi respiratori, infine, si manifestano con tosse secca e stizzosa, difficoltà a respirare ed eventuali crisi di tipo asmatico. Altri sintomi associati all’allergia ai pollini, spiega Assosalute, sono stanchezza, difficoltà di concentrazione, mal di testa, disturbi del sonno e, anche se più raramente, prurito all’epidermide e dermatite. In tempi di coronavirus, infine, come spiegato da un articolo pubblicato su Tiscali, c’è chi potrebbe confondere i sintomi di un raffreddore allergico con i segni di un contagio. L’articolo illustra le differenze.

Bollettini e calendari pollinici 

Per chi soffre di allergie ai pollini è importante conoscere la loro comparsa e diffusione, che non sono uniforme poiché dipendono dalla stagione, dal clima, dalla tipologia della pianta o del fiore e della regione. Per orientarsi esistono i calendari o bollettini pollinici, di cui in rete è possibile trovare diversi esempi, fra cui i bollettini delle agenzie regionali per la protezione dell’ambiente.

“La presenza di pollini nell’aria” spiega Assosalute “comincia, a seconda delle temperature, nel mese di febbraio per poi raggiungere il picco di concentrazione in primavera, periodo di fioritura delle piante. Ad esempio, le graminacee, la famiglia erbacea più diffusa e presente a tutte le latitudini, presenta il suo picco di pollinazione tra maggio e luglio. La parietaria, specie più diffusa nel centro e sud Italia, raggiunge la sua massima intensità tra maggio e giugno. Le composite (o asteracee), vasta famiglia di piante che vanta 20.000 specie diverse, 700 delle quali - tra cui l’ambrosia - presenti sul nostro territorio, fioriscono e rilasciano pollini da luglio a settembre. Le betulacee, invece, fioriscono nei mesi compresi tra gennaio e maggio mentre le oleacee da maggio a giugno. Infine, troviamo il cipresso che libera i pollini da febbraio a fine marzo, con possibili anticipi a gennaio e/o prolungamenti fino ad aprile”. Negli ultimi tempi, ricorda Assosalute, sono aumentate anche le allergie causate da pollini minori, oltre a quelle del cipresso, del nocciolo e dell’ulivo.

Farmaci da banco

Contro le allergie ai pollini è possibile utilizzare farmaci da banco che possono presentarsi sotto forma di colliri, spray nasali o farmaci per uso orale. Questi farmaci, spiega Assosalute, si suddividono in antistaminici ad uso topico per il trattamento sintomatico locale di fenomeni irritativi cutanei localizzati; antistaminici ad uso orale per il trattamento sintomatico di breve durata; quindi vasocostrittori, come i decongestionanti, che possono essere associati ai comuni prodotti per l’igiene orale come le soluzioni saline isotoniche e ipertoniche.

Comportamenti virtuosi

È possibile liberarsi dell’allergia ai pollini? Più che altro, spiega Assosalute, è possibile gestirne la sintomatologia e minimizzarne l’impatto nella vita quotidiana seguendo alcune regole comportamentali - da tenere a mente in particolare per quando la quarantena sarà finita. Come abbiamo detto per prima cosa bisogna evitare di andare all’aperto nelle ore di maggiore concentrazione pollinica. I pollini, spiega Assosalute, si concentrano maggiormente nelle ore centrali della giornata e nelle giornate secche, ventose e calde.

Abbiamo parlato anche del rischio temporale. La pioggia, infatti, anche se pulisce l’aria, facilita la liberazione degli allergeni dai pollini: “L’acqua” spiega Assosalute “rompe i granuli pollinici in frammenti più piccoli che raggiungono facilmente le vie aeree e in maggior profondità”.

Chi soffre di allergia ai pollini deve, comunque, evitare parchi, giardini o passeggiate in campagna. “Ove possibile” consiglia Assosalute “soggiornare in località marine o montane dove determinate piante non vivono o dove la fioritura è ritardata o anticipata”.

Abbiamo parlato dell’importanza di coprirsi la bocca e dell’indossare gli occhiali da sole. Gli occhiali scuri, infatti, proteggono dalla luce solare che al contrario, spiega Assosalute, peggiora “il fastidio associato ai sintomi oculari”. Se si va in macchina il consiglio è di tenere i finestrini chiusi e di parcheggiare lontano da parchi e giardini. Se si va, invece, in bicicletta, moto o scooter indossare una mascherina e occhiali da sole possibilmente avvolgenti.

Per respirare, spiega Assosalute, bisogna farlo “attraverso il naso che filtra l’aria in entrata” o indossando una maschera antipolvere. Importanti anche i lavaggi nasali, meglio se frequenti. Le cavità nasali, spiega Assosalute, funzionando da filtro, trattengono i pollini. Per liberare o decongestionare il naso aiuteranno, pertanto, i lavaggi con soluzioni saline. Dannoso per chi soffre di allergie ai pollini il fumo poiché irrita ancor di più le mucose di naso e occhi.

Cura del corpo

Durante la stagione dei pollini è molto importante anche la cura personale. Assosalute consiglia, in tal senso, di fare la doccia e di lavare i capelli giornalmente questo perché i granuli dei pollini possono rimanere intrappolati tra i capelli, depositandosi sul cuscino, con il rischio di essere inalati durante il sonno. I capelli, sapendo che vi possono annidare i pollini, vanno inoltre sempre pettinati con cura e con cura vanno deterse anche palpebre, ciglia e sopracciglia: ciò, spiega Assosalute, aiuterà a eliminare gli allergeni che durante il giorno si depositano su zone oculari e perioculari.

In casa

Quando si rientra bisogna sempre cambiarsi le scarpe, lasciando quelle indossate all’aperto o in un armadio per evitare che trasportino “in giro per casa le particelle allergizzanti”. Per il ricambio d’aria, raccomanda Assosalute, le finestre vanno aperte la mattina presto o la sera quando la concentrazione dei pollini è più bassa. Viceversa vanno chiuse durante il resto della giornata quando la concentrazione dei pollini è maggiore e nelle ore più calde. I pavimenti vanno lavati spesso, mentre va evitato l’uso dell’aspirapolvere perché potrebbe sollevare particelle allergizzanti. Così come vanno evitati i contatti con tappeti, moquette, peluche, tappezzeria e tendaggi dove si annidano maggiormente pollini e polvere difficile da rimuovere. Infine, cambiare frequentemente lenzuola e federe.

Abbiamo parlato di:

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10/04/2020