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Bidibibodibibù: la donna fata che vuole cambiare il rospo in principe azzurro!

Bidibibodibibù la donna fata che vuole cambiare il rospo in principe azzurro
di Maria Zurzolo

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Nel mio lavoro, sempre più frequentemente, mi succede di incontrare donne che scelgono uomini per poi lanciarsi nella disperata “sfida” di trasformali.

Questa dinamica relazionale, che di solito viene attribuita come prerogativa degli uomini, trova invece un buon terreno anche nell’universo femminile. Posto che ognuno ha il diritto di cercare e trovare il meglio per sé e che ogni tanto è plausibile adottare anche la modalità “maestrina”, questa tipologia di donna, costantemente, piuttosto che capire quale potrebbe essere questo “meglio”, si imbarca in una utopica battaglia per il cambiamento dell’altro. Proprio come la “fata smemorina” di Cenerentola applica mille strategie e le più disparate argomentazioni per cercare di tramutare la zucca in carrozza e far assomigliare il proprio compagno all’ideale di uomo “giusto” per lei. Volendo fare un’analogia è “come se” dopo aver scelto e acquistato uno splendido vestito ci si stupisca del fatto che nella busta ci siano un paio di Jimmy Choo e si tenti di indossarle a tutti i costi come un abito.

Queste paladine della trasformazione nel fantomatico “principe azzurro”, di solito si relazionano:

Criticando e sminuendo il loro compagno con discorsi del tipo “devi fare così”, “hai sbagliato”, “non sei in grado”, “perché non capisci” Accompagnando le critiche da una sottolineatura emotiva: “se mi ami devi cambiare”, “se continui a fare così è perché non mi vuoi bene abbastanzaColpevolizzando: se la storia non va avanti, se gli obiettivi che la coppia si era prefissata non vengono raggiunti è tutto un “colpa tua!Facendo paragoni con gli altri compagni o con gli ex: “dovresti fare come lui”, “ma perché le fortune capitano tutte alle altre”, “stavo meglio primaNon mettendosi in discussionee percependo il suo modo di vedere le cose come quello giusto.

L’ago della bilancia dell’andamento della relazione si sposta in base al “quanto sei disposto a cambiare per me?

Queste donne di solito “scelgono” uomini che possano sostenere questi attacchi e che si “incastrano” perfettamente in questo ingranaggio: uomini, più figli che compagni, con una bassa opinione di se stessi, che preferiscono essere guidati e orientati piuttosto che essere responsabili della propria vita.

L’atteggiamento di queste apparenti “tiranne” nasconde invece un’autostima bassa che si ravviva solo grazie al controllo e alla gestione della relazione, alla garanzia di ottenere amore e all’evitamento del fallimento. Il vissuto inconsapevole che viene messo in gioco è: “non mi sento all’altezza, cerco una situazione che mi possa garantire la sicurezza di avere la capacità di mantenere il controllo e di evitare possibili frustrazioni, ottenendo continua conferma dell’amore che il mio compagno prova per me”. La faticosa ricerca dell’impossibile innesca però un circolo vizioso per cui più cerca di riabilitare la fiducia in se stessa, evitando il fallimento e la frustrazione, più si troverà a farne i conti grazie all’inevitabile sconfitta dovuta al mancato cambiamento dell’altro.

Una battaglia persa in partenza!

Come saggiamente insegna Gandhi con il suo “sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo” sarebbe forse opportuno che le “fate” abbandonassero la bacchetta magica e cominciassero a chiedersi: “Come mai faccio così tanta fatica a voler indossare quelle Jimmy Choo come un vestito? Sarebbe meglio o infilarle ai piedi o restituirle al negozio!



20/02/2017