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Calazio e orzaiolo e quel brutto fastidio alle palpebre: cause e rimedi

Le origini sono diverse, in tutti i casi fondamentale è la prevenzione dall’igiene alla dieta

Calazio e orzaiolo e quel brutto fastidio alle palpebre cause e rimedi
di Stefania Elena Carnemolla

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Sono due disturbi fastidiosi e antiestetici che possono colpire l’occhio e che spesso vengono confusi, parliamo del calazio e dell’orzaiolo. Il calazio è l’infiammazione delle ghiandole di Meibomio. Queste ghiandole, che si trovano all’interno delle palpebre, aiutano a produrre la componente lipidica delle lacrime. Quando i loro canali si ostruiscono, nasce allora l’infiammazione, che dà origine a una cisti o lipogranuloma o cisti di Meibomio.

Questa cisti può a sua volta trasformarsi in un nodulo duro chiamato calazio sovratarsale se presente sulla superficie cutanea e calazio sottotarsale se interessa la superficie posteriore della palpebra. Il pus all’interno di solito fuoriesce spontaneamente, mentre nei casi più gravi può essere necessario l’intervento chirurgico, da qui la raccomandazione di non scoppiare o pungere la cisti. 

CALAZIO 

Il calazio, che si presenta con un dolore sordo, si può manifestare, spiega ISSalute, con gonfiore della palpebre, fotofobia o fastidio per la luce, visione annebbiata, occhio arrossato, difficoltà ad aprire le palpebre, croste intorno al rigonfiamento. A differenza dell’orzaiolo non ha un’origine batterica, mentre a favorire la comparsa possono essere la blefarite, l’infiammazione, cioè, delle palpebre, e problemi della pelle come eczema e acne rosacea. Tra le altre cause una dieta a base di un consumo eccessivo di formaggi, dolciumi, insaccati, cibi grassi, costituzone, ansia, colite spastica, difetti visivi non corretti, in particolare nei bambini.

PREVENZIONE

È possibile prevenire il calazio grazie ad alcune semplici regole, fra cui igieniche: “Assicurarsi” spiega ISSalute “della pulizia degli oggetti che entrano in contatto con palpebra e occhio, ad esempio le lenti a contatto; lavarsi sempre le mani prima di toccare le palpebre; pulire accuratamente ciglia e palpebre mattina e sera, usando delle salviette specifiche per l’igiene degli occhi, se si è particolarmente predisposti all’insorgenza del calazio; curare il modo di struccarsi, massaggiare delicatamente le palpebre con dischetti di cotone imbevuti di struccante bifasico, ossia di un prodotto liquido formato da una parte acquosa e da una oleosa (in genere una blu e una trasparente o bianca) che si mescolano insieme dando vita ad un’unica soluzione; seguire un’adeguata dieta alimentare, povera di lipidi ed alcool, può essere di aiuto”. 

TERAPIA 

Solitamente il calazio guarisce spontaneamente con tempi di guarigione, spiega ISSalute, dalle due alle otto settimane, viceversa aiuterà una terapia a base di pomate antibiotiche e steroidee. La terapia chirurgica utilizzata è, invece, il courettage che, spiega il Centro Oculistico della Fondazione Poliambulanza Istituto Ospedaliero di Brescia, sotto anestesia locale e in regime ambulatoriale, prevede una “piccola incisione verticale” e un “raschiamento chirurgico” dei vacuoli lipidici del calazio.

ALTRI RIMEDI 

Contro il calazio un aiuto sono i fermenti lattici, consigliati come integrazione alla dieta, nonché massaggi delicati della palpebra per la rimozione dell’ostruzione del dotto ghiandolare, quindi impacchi con garza imbevuta di acqua calda, mai bollente, questo perché il calore favorisce la rottura della sacca di pus e, quindi, il suo drenaggio. In alternative si possono utilizzare garze di cotone, da usare per la pulizia mattutina e serale, imbevute di una soluzione a base di estratto di ananas ed echinacea dal potere lenitivo, decongestionante, idratante, protettivo. 

ORZAIOLO

Origine batterica ha, come detto, l’orzaiolo, con l’infezione causata in genere dallo Staphylococcus aureus. L’orzaiolo, che si manifesta con dolore, gonfiore, lacrimazione, fotofobia, cisti piene di pus, difficoltà ad aprire l’occhio colpito, può a volte, essere una conseguenza della blefarite. Oltre alla blefarite tra la cause dell’orzaiolo sono state individuate la scarsa igiene, un sistema immunitario debilitato, cambiamenti ormonali, problemi dovuti a un cattivo uso delle lenti a contatto. 

L’orzaiolo può essere esterno ed interno. Il primo, presente all’esterno della palpebra, può essere causato dall’infezione della ghiandola di Zeis, una ghiandola sebacea cui compito è quello di lubrificare le ciglia, di quella di Moll, ch’è una ghiandola ciliare, dall’infezione, infine, del follicolo pilifaro ciliare, ch’è quel piccolo foro da cui fuoriescono le ciglia. L’orzaiolo interno è, invece, causato dall’infezione della ghiandola di Meibomio.

PREVENZIONE 

Contro l’insorgere dell'orzaiolo, spiega IAPB Italia, aiuteranno la detersione costante del bordo delle palpebre, l’igiene delle mani, una dieta a base di frutta, verdura, pesce. Fra gli altri consigli quello di non utilizzare trucchi di cattiva qualità o di appesantire il bordo delle palpebre con il maquillage; di non applicare o rimuovere le lenti a contatto con le mani sporche; di non toccare o strofinare gli occhi con le mani sporche.

TERAPIA

Il trattamento dell’orzaiolo prevede, a seconda, la prescrizione di antibiotici per via orale, pomate a base di antibiotici, interventi per il drenaggio del pus – così come per il calazio bisogna evitare di perforare le sacche di pus per drenaggi fai-da-te.

ALTRI RIMEDI

Contro l’orzaiolo, così come per il calazio, aiuteranno gli impacchi con garze in acqua calda e, in alternativa, per la pulizia mattutina e della sera, le garze di cotone a base di ananas ed echinacea. usare per la pulizia mattutina e serale.

La Antica Farmacia Sant’Anna dei Frati Carmelitani Scalzi di Genova consiglia, invece, per due giorni due tazze di decotto di gramigna durante il giorno e una tisana lassativa la sera prima di andare a dormire. Tra gli altri rimedi il decotto di eufrasia con cui fare lavaggi oculari, ad esempio grazie a bicchierini lavaocchi, e dopo aver lasciato in infusione 60 g di fiori secchi in un litro d’acqua bollente per 30 minuti; infine, uno spicchio d’aglio, appoggiando per pochi minuti l’interno sulla zona colpita dall’orzaiolo.

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31/05/2021