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Capricci e autostima

di Orietta Matteucci

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I bambini fanno capricci per attirare l’attenzione, ne conseguono problemi di autostima che possono condizionare tutta la loro vita.

I problemi di autostima nei bambini possono condizionare tutta la loro vita, ecco perché è opportuno prestare ascolto a quanto ci stanno dicendo, osservarli per comprendere il loro stato d’animo, l’emozione che stanno provando in quel momento e il bisogno che vogliono soddisfare. Progetto Comunichiamo PositivaMente

Sarebbe molto bello relazionarsi con i bambini come facciamo con gli adulti, perché sono in grado di comprendere bene ciò che vogliamo dire. Facendo così li aiuteremo a sviluppare l’autostima, il senso di responsabilità e la capacità di risolvere i problemi. Spesso ciò è complicato, perché li limitiamo alla sfera di bambini che non sono in grado di comprendere ciò che vogliamo dire o ai quali è permesso tutto.

Un esempio che può capitare nella normale vita quotidiana. Dobbiamo andare al lavoro o a svolgere qualche incombenza e dobbiamo lasciare il bambino alla nonna, alla baby sitter, o al papà. Naturalmente ci dispiace lasciarlo perché è ancora piccolino e allora, per evitare che pianga, ci allontaniamo in punta di piedi, senza farci vedere e senza salutarlo.

Cosa può accadere? Che trascorsi pochi minuti il bambino comincia a guardarsi attorno smarrito cercando la mamma, non la vede, il più delle volte scoppia a piangere e chi è con lui magari fa finta di non capire, o  minimizza, consola eccessivamemte, ecc.

Il piccolo, ovviamente, in questi casi continua a piangere, perché per lui la sua mamma è sparita, non è andata via, è proprio sparita e cerca di attirare l’attenzione in ogni modo, pure facendo capricci.  Da qui si innesta un meccanismo che fa pensare che il bambino si sta dimostrando irragionevole e troppo esigente, così scattano punizioni, che generano nel bambino un senso di allontanamento emotivo ancora più profondo e capace di minarne l’autostima.

Naturalmente crediamo di far bene lasciando il bimbo senza salutarlo quando ci allontaniamo, ma in realtà non c’è nulla di peggio per lui, perchè inevitabilmente si sente come abbandonato.

È sempre meglio salutare il bambino e rassicurarlo che staremo via il tempo necessario per fare la tale cosa, anche rischiando di scatenare subito un pianto. Essere reali, autentici, trasparenti anche quando sono ancora molto piccoli, è la strategia giusta. “Ingannarlo” è sempre una scelta sbagliata e può generare insicurezza, disorientamento angoscia. Il segnale del malessere sono proprio i capricci.

Staccarsi dalla mamma è un processo che il bimbo prima o poi dovrà sperimentare, ma ci sono piccoli accorgimenti che permettono che ciò avvenga con serenità.

Prima di tutto riconoscere al bambino che il distacco gli suscita dispiacere, sofferenza; poi iniziare con distacchi brevi, allontanarsi per pochi minuti e ricomparire, infine aumentare gradualmente il tempo del distacco.

Uscire senza esitazioni e senza tornare indietro, sempre mostrando il sorriso più smagliante! Il bimbo contagiato dalla serenità della mamma si tranquillizza che non sta accadendo nulla di preoccupante!

Al rientro abbracciarlo, dire che che ci è mancato e che si è felici di rivederlo, raccontare ciò che abbiamo fatto e soprattutto ascoltare ciò che vuole dirci rimanendo in silenzio, guardandolo negli occhi, con serenità, piacere e approvazione.


Infine ricordasi che prima o poi sarà lui a salutarci prima di uscire!

 

Orietta Matteucci

Presidente Bambino Oggi...Uomo Domani Onlus

04/02/2015