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Dialogo vero e finti ascoltatori

Dialogo vero e finti ascoltatori
di Caterina Steri

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Noi terapeuti dovremmo essere bravi ad ascoltare le persone che dandoci fiducia chiedono il nostro aiuto, altrimenti non potremmo fare degnamente questo mestiere. Ma mi rendo conto che al di fuori della sfera professionale la questione può farsi molto più complicata in quanto non abbiamo a che fare con relazioni unidirezionali come quella tra terapeuta e paziente in cui il primo si mette a totale disposizione del secondo dandogli uno spazio e dei tempi esclusivi. Nelle relazioni esterne allo studio ci sono altre variabili che entrano in gioco come l’emotività, la non formazione all’ascolto, la reciprocità del rapporto stesso.

Capita infatti di parlare ogni giorno con diverse persone, ma non tutte ascoltano ciò che diciamo. O meglio, sentono le nostre parole, ma non si sa quanto ne tengano conto davvero. Cioè, quante di esse riescono davvero ad accogliere ciò che diciamo e ad interessarsene favorendo un dialogo costruttivo?

Ci sono ad esempio quelle che chiamano per sapere come stiamo e poi, quasi non lasciandoci il tempo di rispondere, stanno già raccontando di sé. Poi abbiamo quelle che fanno spudoratamente finta di ascoltare, ma il loro stitico annuire a monosillabi fa capire che non stanno assolutamente seguendo il discorso. O quelle che ad ogni nostro verbo si sentono in obbligo di  sputare una sentenza immediata, un “secondo me”…  e naturalmente esistono anche quelle che sono davvero interessate a ciò che diciamo.

Insomma, tanti possono essere i nostri interlocutori e ognuno con le proprie modalità.

Non possiamo quindi dare per scontato che tutte le persone con cui comunichiamo siano disposte a costruire con noi una vera e propria comunicazione reciproca.

In realtà, saper ascoltare è molto difficile, come disse Goethe “è un’arte”, poiché non implica solo immagazzinare delle parole attraverso l’udito, ma anche prestare attenzione e concentrarsi su esse stando nella maggior parte dei casi in un rispettoso silenzio, accogliendo empaticamente ciò che ci viene detto senza giudizi e pregiudizi. In questo modo riusciamo a creare un vero e proprio dialogo.

Sapendo queste poche cose, possiamo capire quindi chi è che ci ascolta davvero, se noi riusciamo ad essere dei bravi ascoltatori e quali siano le persone con le quali ci viene più facile.

26/09/2017