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Diete sbagliate e disturbi dell’alimentazione

di Caterina Steri

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L'estate è alle porte!! Ora più che nel resto dell'anno iniziano le verifiche per la prova costume! Quanti di fronte allo specchio in casa propria non sono soddisfatti di quello che vedono? Inizia così la rituale tortura della dieta che deve portare il bel fisico sulle spiagge.
I nostri anni sono ossessionati dal culto della magrezza che spesso porta ad avere seri problemi con il cibo.
Tutti si adoperano, chi con il fai da te, chi dal dietologo per ridurre il massimo del peso nel minimo del tempo. Pure Kate Middleton, prima di convolare a giuste nozze ha dovuto `mettersi a stecchetto` per ridurre le forme di due taglie!

Di recente, due ricercatori italiani , ora professori alla Boston University, dopo diversi studi sui disturbi alimentari affermano che: «L'affamarsi è contro natura e rigide restrizioni, adottate per perdere peso in poco tempo, alterano il metabolismo che a sua volta rallenta e smette di bruciare i grassi. La conclusione è l'incapacità di perdere peso ed una dieta che ha effetto di droga».
A quanto pare, infatti le diete innescano dei meccanismi sull'organismo, simili alle dipendenze da droghe. Sopratutto la dieta fai da te, è spesso all'origine dei disturbi dell'alimentazione come l'anoressia nervosa e la bulimia nervosa che colpiscono soprattutto le donne. La prima è caratterizzata dal totale rifiuto di mantenere il peso corporeo al di sopra di quello minimo normale, la seconda da episodi ricorrenti di 'abbuffate`, uso di mezzi inadeguati per controllare il peso: il vomito autoindotto; l'uso spropositato di lassativi, diuretici, o altri farmaci; il digiuno e l'attività fisica praticata in maniera eccessiva.
In entrambi i disturbi vi è la presenza di un'alterata percezione del peso e della propria immagine corporea.

Come nella Dipendenza da Droghe, anche nel disturbo alimentare abbiamo la compulsione nei confronti, in questo caso, del cibo. Possiamo parlare di dipendenze da cibo. Chi ne è affetto non tiene conto degli effetti che questo comportamento ha sulla salute. Infatti, nonostante le gravi complicazioni mediche, è molto difficile per le persone che soffrono di questi disturbi rinunciare alle loro dipendenze.

Tra le cause dei disturbi alimentari vi sono: l'incapacità di far fronte ai cambiamenti fisici dell'adolescenza,
l'idealizzazione della magrezza, tratti di personalità caratterizzati dal perfezionismo, ossessività, ansia e depressione, presenza di un modesto sovrappeso nelle persone con i tratti sopradescritti. Con queste interagiscono dei fattori sia genetici che culturali che predispongono al disturbo. Vi sono poi dei fattori scatenanti (un qualsiasi trauma, un lutto, l'allontanamento dalla famiglia, il desiderio di dimagrire e l'inizio di una dieta), che fanno precipitare una situazione, che altrimenti potrebbe rimanere latente.
Ovviamente non tutte le persone che iniziano una dieta vanno incontro ad un disturbo alimentare. Può accadere quando esse sono predisposte, si trovano a dover affrontare un fattore scatenante e non hanno i mezzi adatti per gestire la situazione come descritto di seguito.
L'inizio di una dieta mira a modificare il proprio corpo per migliorarlo. La perdita di peso rinforza il senso di autocontrollo e di conseguenza la sensazione del proprio valore (io sono più brava di altri nel fare questa cosa perciò valgo di più).
Le ragazze che dimagriscono perché riescono a stare a dieta vengono invidiate dalle amiche e ricevono tanti complimenti per la loro forma fisica. Questi fattori rinforzano la volontà di dimagrire e si può arrivare a digiunare faticosamente soprattutto nei primi giorni perché i rapidi risultati compensano la fatica e rinforzano l' autostima. A questo punto accade che le diete troppo drastiche e rigide, portano il corpo a `difendersi` con meccanismi biologici funzionali alla sopravvivenza. Aumenta ad esempio la produzione di serotonina (neurotrasmettitore che seda la sofferenza e il dolore). Di conseguenza per i primi tempi, le ragazze a `stretto regime dietetico` sentono di avere forza e capacità superiori alla norma. Se non controllato e mal gestito, questo è il periodo più a rischio per l'instaurarsi della malattia, chiamato 'luna di miele con l'anoressia'.
Dopo poco tempo, con ulteriori ristrettezze dietetiche subentra la fase della depressione, della fobia per il cibo, della percezione errata della propria immagine corporea e la scomparsa del ciclo mestruale.

Dall'anoressia si può passare alla bulimia, nelle persone con carattere più impulsivo, con minore volontà e una grossa difficoltà di autonomia dalla propria famiglia di origine.
Il passaggio da un disturbo all'altro si sviluppa quando si cede alla 'tentazione' del cibo abbuffandosi in modo compulsivo ed ossessivo, poi si ricorre al vomito per rimediare. In questi casi i problemi fisici sono ancora più gravi che nell'anoressia e meno evidenti.
Abbuffate, sensi di colpa, digiuni forzati e poi di nuovo abbuffate a base di cibi ipercalorici diventano un abitudinario ciclo da cui non ci si riesce a liberare. Si finisce per stare sempre a dieta ma senza vedere i risultati sulla bilancia.
Così come dalle altre dipendenze, si può uscire anche da quelle alimentari. Occorre sicuramente cambiare modo di pensare, avere la volontà di guarire e intraprendere dei percorsi terapeutici costanti.

Per prevenirli, sarebbe bene divulgare un'educazione alimentare fin dalla tenera età e sfatare i miti basati sul binomio bellezza-magrezza. Certo, non verrebbe eliminato del tutto il problema dei disturbi alimentari, ma si darebbe un grosso impulso alla lotta contro di esso.

Suggerirei quindi di stare molto attenti alle diete, soprattutto quelle pre-estate e fai da te, perché potrebbero scatenare dei disturbi a cui molti sono predisposti.
Ricordiamoci che la dieta sconsiderata diventa una droga quando si comincia a rinunciare quotidianamente al cibo senza che vi sia un motivo valido. Il desiderio di avere un corpo perfetto e di perdere peso non è un buona e sana ragione per mettersi a dieta drasticamente.

13/07/2011