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La discriminazione di genere danneggia il cervello delle donne: in uno studio la differenza da quello maschile

Lo stress provocato dalla discriminazione in base al sesso provoca uno stato di neuroinfiammazione con attivazione eccessiva o errata della risposta immunitaria del cervello. Conseguenze anche sullo sviluppo cerebrale

La discriminazione di genere danneggia il cervello delle donne in uno studio la differenza da quello maschile

Foto Ansa istock

di Redazione

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Quali e quanti danni provochi alle donne la discriminazione di genere è difficile da quantificare ma oggi sappiamo che c’è una conseguenza in più sulla salute di chi è vittima di sessismo: danni al cervello che rendono le vittime più esposte a disturbi d’umore e di ansia. Questo stato di stress alimenta una neuroinfiammazione che può pregiudicare il corretto sviluppo cerebrale. Lo sostiene un recente studio multicentrico, pubblicato sulla rivista Pnas e realizzato in 29 Paesi di varie parti del mondo. I soggetti che hanno preso parte alla ricerca erano sane, maschi e femmine sotto i 25 anni di età e provenienti sia da Paesi in cui la discriminazione femminile è minima o assente sia da quelli in cui è estrema.

La ricerca

Nel corso dello studio sono state eseguite 7.876 risonanze magnetiche sulla base delle quali è stato confrontato il cervello di uomini e donne per misurare eventuali differenze. Nei Paesi in cui non c’è discriminazione tra i due sessi il cervello maschile e quello femminile sono assolutamente uguali. Ma quando i ricercatori hanno raffrontato i cervelli maschili e femminili nei Paesi con forti discriminazioni di genere si è trovata una differenza: un assottigliamento dell’emisfero destro nell’encefalo femminile, in particolare a livello del giro cingolato anteriore e del giro orbitofrontale. I ricercatori hanno interpretato il risultato come effetto degli stimoli e dell’alimentazione.

Conferme e complimenti

«Lo sviluppo del cervello, infatti, è estremamente sensibile agli stimoli esterni e alla ricompensa – spiega la neuroscienziata Arianna Di Stadio, docente all’Università di Catania e ricercatrice onoraria presso il Laboratorio di neuroinfiammazione del Ucl Queen Square Neurology di Londra -. Il che significa che ogni volta che ci si complimenta per un’azione ben fatta questo aumenta sia la voglia di fare, che di fare meglio per ottenere una nuova ricompensa. Questa azione sviluppa le funzioni cerebrali».

Gli effetti dello stress sul cervello femminile

Per la neuroscienziata «lo stress al contrario, come dimostrano anche recenti studi dell’università di Harvard, crea una condizione di neuroinfiammazione che potrebbe spiegare la riduzione dello sviluppo cerebrale. Con il termine neuroinfiammazione ci riferiamo all’attivazione in maniera eccessiva o errata della risposta immunitaria del cervello. La microglia in particolare è una cellula del sistema immunitario del cervello che può attivarsi in maniera positiva stimolando la crescita delle sinapsi (azione neuro-protettiva) e in maniera negativa determinando la distruzione di queste connessioni sinaptiche; la microglia cattiva può essere attivata, modulata-inattivata con farmaci così da limitare il suo effetto neuroinfiammatorio».

La reazione allo stimolo positivo

È però anche vero che «possiamo tramite sane abitudini di vita limitare l’attivazione di questa microglia cattiva a favore di quella buona così da preservare il più a lungo possibile le funzioni del cervello. L’ansia e l’eccessivo stress (inclusa la mancanza di sonno) causano la produzione dei Ros (composto a elevata attività anti ossidante) che inducono la polarizzazione della microglia nella sua forma cattiva. Per questo motivo si può supporre che la discriminazione di genere, che crea ansia, possa quindi anche negativamente influenzare lo sviluppo del cervello a causa della neuro-infiammazione».

Gli stimoli dell’infanzia e l’evoluzione sociale

Ci sarebbe in gioco anche un altro fattore però: «Gli autori dello studio hanno anche speculato sull’effetto dell’alimentazione. Lo sviluppo di queste aree del cervello è fondamentale per il controllo emozionale, la resilienza e la gestione delle avversità, la risposta alle ingiustizie e per la gestione delle critiche. Le donne che sono state cresciute in famiglie in cui vengono valorizzate, sono più resistenti e resilienti, hanno ambizioni elevate e sono in grado di gestire le situazioni come gli uomini. La differenza di genere diventa un problema solo se si discriminano i due sessi. Ovviamente le opportunità di miglioramento e crescita saranno dipendenti anche dalle attitudini del soggetto, ma come dimostra questo studio, le differenze tra il cervello maschile e femminile sono inesistenti se – conclude Arianna Di Stadio – sin da bambini maschi e femmine sono sottoposti agli stessi stimoli».

16/06/2023